Lo scorso 12 novembre si è aperta al Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza di Madrid la mostra Gabriele Münter. La grande pittrice espressionista che si potrà visitare fino al 9 febbraio 2025. Presenta al pubblico un centinaio di opere dell’artista tedesca (1877-1962), di cui ottantasei dipinti e ventuno lavori su carta, a cui si aggiungono trentotto fotografie da lei realizzate.
Il rapporto con la fotografia e l’influenza di questa sulla pittura (e viceversa, naturalmente) è uno dei temi guida dell’esposizione curata da Marta Ruiz del Árbol, curatrice del dipartimento di pittura moderna del museo madrileno, Isabelle Jansen, direttrice della Fondazione Gabriele Münter e Johannes Eichner e da Mattias Mühling, presidente della stessa fondazione nonché direttore della Städtische Galerie am Lenbachhaus und Kunstbau di Monaco di Baviera.
Il percorso si apre con la tavolozza dell’artista, ma sono subito i suoi tre autoritratti che campeggiano sulla parete di sinistra della prima sala ad attirare l’attenzione. Ecco un altro tema fondamentale per comprendere l’arte della Münter: l’interesse per il ritratto, a cominciare dal proprio. Interesse maturato fin da bambina se è vero che mentre i compagni disegnavano storie, la piccola Gabriele si dedicava ai ritratti di chi le stava intorno.
Arte e fotografia
Una teca custodisce una fotocamera Kodak (ho ripensato alla mostra che Palazzo Reale a Milano ha dedicato a Joaquín Sorolla, anch’egli interessato alla fotografia), mentre sulle pareti ci sono immagini (in copie moderne) scattate dalla stessa Münter o da Vasilij Kandinskij. Alcune immagini fatte in America, lungo il fiume Mississippi, sono in formato quadrato, come i dipinti.
Un pannello di sala racconta che Gabriele, non potendo iscriversi all’Accademia di Belle Arti perché donna, seguì corsi in varie scuole private. Fu alla Phalanx che conobbe il pittore russo, suo professore per un anno prima di diventarne il compagno di vita per oltre dieci anni, dal 1902 al 1916, quando lui l’abbandonò senza nemmeno prendere commiato.
Il rapporto e la reciproca influenza con la fotografia è ben esemplificato dall’accostamento di tre opere che hanno per tema il parco di Saint-Cloud. Si tratta di una fotografia, di un dipinto a olio su tela trasferito su cartone, e di una linoleografia. La Vista dalla finestra a Sèvres del 1906 fa pensare a simili composizioni di Camille Pissarro, morto appena tre anni prima.
Facciamo un salto in avanti nel percorso espositivo per fermarci davanti a una delle opere più significative tra quelle selezionate – il nucleo più importante viene dalla Germania, a cui si aggiungono altri prestiti internazionali, europei e dagli Stati Uniti (da Washington, per esempio, è arrivato il quadro La colazione degli uccelli del 1934, prestato dal National Museum of Women in the Arts della capitale), oltre alle quattro opere della collezione dello stesso Thyssen-Bornemisza e ad alcuni prestiti di privati – è Gita in barca (Kahnfahrt), dipinto a olio su tela nel 1910, concesso dal Milwaukee Art Museum.
Grazie alla didascalia – alcune riportano brevi e interessanti approfondimenti sulle opere a cui sono abbinate – possiamo dare un nome alle persone ritratte. L’uomo in piedi è Kandinskij, la donna con il grande cappello rosso è Marianne von Werefkin, nel piccolo accanto a lei è stato riconosciuto Andreas, il figlio del suo compagno Alexej von Jawlensky, mentre la donna che rema, ritratta di spalle, altri non è che la stessa Münter.
Siamo già in una fase nuova della sua produzione. Facendo qualche passo indietro, infatti, è possibile osservare il cambiamento di stile. Tra 1906 e 1907 Gabriele trascorre un anno a Parigi, ancora influenzata dall’Impressionismo, ma dal 1908 i suoi lavori già mostrano un nuovo modo di dipingere. Centrale è la riscoperta di Murnau, piccolo centro ai piedi delle Alpi, in Baviera.
Donne di talento
Non facile fu la vita della Münter, spirito libero e indipendente. La società tedesca della sua epoca, ancorata alla visione della donna dedita alle tre Kirche, Küche e Kinder (rispettivamente chiesa, cucina e bambini), vedeva di cattivo occhio quelle come lei, definite sprezzantemente Malweiber, ovvero Donne che dipingono. Ma lei non si limitava a quello: amava andare in bicicletta e viaggiare.
Sul ruolo delle donne, in particolare durante il periodo di Weimar, è da non perdere la mostra Tempi incerti. La Germania tra le due guerre in corso al CaixaForum di Madrid (fino al 16 febbraio 2025: ne riparleremo).
Ma un dato è significativo e riguarda il 1955, ben dieci anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale. In occasione della prima edizione di Documenta a Kassel esposero 147 artisti, di cui soltanto 7 erano donne, tra cui la Münter, con due opere. Natura morta in grigio, del 1910, è presente anche qui a Madrid.
Nelle successive sale sono affrontati altri temi, come il rapporto con l’arte popolare: anche in questo caso mi è tornata alla mente una mostra milanese, quella che il MUDEC ha dedicato a Kandinskij qualche anno fa (2017): anche il pittore russo, infatti, era stato influenzato dall’arte popolare. Entrambi amavano la pittura su vetro e la semplificazione delle forme e l’uso espressionista del colore che questa comporta.
Su una parete campeggia una colomba dello Spirito Santo realizzata in legno alla metà dell’Ottocento in Germania: è la stessa raffigurata nel dipinto su cartone intitolato Natura morta, Pentecoste del 1934.
Altro tema interessante è il rapporto con l’arte infantile. Due opere di sua nipote Elfriede Schroeter – figlia della sorella Emmy – sono qui esposte insieme al dipinto Nella stanza del 1913 che le raffigura sul pavimento, ai piedi della donna ritratta mentre legge seduta in poltrona.
Tanto altro ci sarebbe da dire, del periodo in esilio in Scandinavia, dei disegni, delle opere dell’ultimo periodo, come Natura morta davanti alla casa gialla del 1953. Il pannello di sala avverte di non cadere nel tranello: il paesaggio dietro la composizione in primo piano, infatti, non rappresenta quello che vedeva dalla finestra, bensì una sua propria opera (La casa gialla, appunto), dipinta nel 1911, oltre quarant’anni prima. Gabriele non solo usciva meno di casa per problemi di salute, ma tornava alle prime fasi della sua carriera artistica per chiudere in qualche modo il cerchio.
Il percorso termina con un video di 15 minuti proiettato nell’ultima saletta. Ma in realtà prosegue nella eccezionale collezione permanente del Thyssen-Bornemisza. Non perdetevi, infatti, i capolavori dell’Espressionismo esposti nelle sale del primo piano, da Franz Marc a Ernst Ludwig Kirchner, passando naturalmente da Egon Schiele e Oskar Kokoschka.
Saul Stucchi
Didascalie:
- Gabriele Münter
Autoritratto, 1909-1910 circa
Olio su cartone, 49 x 33,7 cm
Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza, Madrid
© Gabriele Münter, VEGAP, Madrid, 2024 - Gabriele Münter
Tre donne vestite con abiti della domenica, Marshall, Texas, 19 giugno 1900
The Gabriele Münter and Johannes Eichner Foundation, Münich
© Gabriele Münter, VEGAP, Madrid, 2024 - Gabriele Münter
Gita in barca, 1910
Olio su tela, 125,1 x 73,66 cm
Milwaukee Art Museum, Milwaukee, donazione di Mrs. Harry Lynde Bradley
© Gabriele Münter, VEGAP, Madrid, 2024
Gabriele Münter
La grande pittrice espressionista
Informazioni sulla mostra
Dove
Museo Nazionale Thyssen-BornemiszaPaseo del Prado 8, Madrid
Quando
Dal 12 novembre 2024 al 9 febbraio 2025Orari e prezzi
Orari: da martedì a domenica 10.00 – 19.00Sabato 10.00 – 23.00
Lunedì chiuso
Biglietti: intero 14 €; ridotto 10 €