Chiuderà tra pochissimi giorni, per la precisione domenica 12 gennaio 2025, la mostra Settanta grandi maestri della Collezione Pérez Simón allestita nella sede di CentroCentro in Plaza de Cibeles a Madrid. Se siete nella capitale spagnola, non perdete assolutamente l’occasione di visitarla.
Squaderna al pubblico una bella selezione di quanto possiede l’impresario e collezionista Juan Antonio Pérez Simón, nato nel 1941 nelle Asturie ed emigrato in Messico ancora bambino. Poco più che ventenne, nel 1964 cominciò ad acquistare opere durante il suo primo viaggio in Europa. Da allora non si è più fermato e oggi vanta un patrimonio artistico degno di un museo, composto da oltre quattromila opere (e da una biblioteca ricca di cinquantamila volumi)!

Quanto si ammira lungo il percorso espositivo è dunque una microscopica frazione della sua impressionante collezione, ma ne costituisce un’ottima rappresentazione, anche se ragioni di spazio e di logistica hanno impedito di selezionare anche qualche esemplare di scultura, forma d’arte che Pérez Simón dichiara di amare quanto, se non di più della stessa pittura.
Autoritratto del collezionista
Su un pannello di sala è riprodotto un testo in cui il collezionista esprime con parole sue quanto la collezione sia e sia stata importante per la sua vita. Ne trascrivo alcune righe:
Le collezioni sono sempre state un autoritratto simbolico dei loro proprietari, delle loro passioni e predilezioni più intime […]. È in queste manifestazioni artistiche che trovo le fibre più profonde della mia esistenza: la mia libertà, il mio disinteresse per ciò che è finto, triviale, banale; rappresenta l’insieme più autentico e trasformativo al quale abbia avuto accesso la mia esperienza umana”.

Il percorso è stato curato da Graciela Téllez Trevilla, Susana Martínez-Garrido e Roberto Fernández Castro che hanno deciso di suddividerlo in tre tappe cronologiche. Nella prima trovano posto le opere dei maestri antichi e dei primi moderni, da Lucas Cranach il Vecchio a Thomas Gainsborough e Joshua Reynolds. In quella centrale protagonista è il XIX secolo che si apre con Turner per chiudersi con Sorolla e il meno noto (almeno da noi) Hermenegildo Anglada Camarasa.
La terza tappa è dedicata al periodo dalle avanguardie all’arte contemporanea, ovvero da Franz von Stuck ed Edvard Munch fino a Zhang Xiaogang, Zeng Fanzhi e Antonio López García. Tra l’inizio e la fine il visitatore ha modo di fare un ripasso dell’arte occidentale di mezzo millennio, con una breve puntatina in quella orientale di questi anni.
I “miei” capolavori
Ciascuno potrà immaginare di scegliere fiore da fiore per realizzare una propria – illusoria, s’intende – collezione privata. Dovessi limitarmi a una manciata di capolavori, nella mia troverebbero posto, senza alcun dubbio, la Carità del già citato Lucas Cranach il Vecchio; il Ritratto di Eleonora di Toledo, gran duchessa di Toscana del Bronzino; la piccola Testa di Cristo dipinta da El Greco; il Ritratto del principe Carlo Luigi di Van Dyck e Le rose di Eliogabalo di Lawrence Alma-Tadema.

Quest’ultimo, secondo me, è il dipinto più straordinario tra tutti quelli esposti in mostra. Sarei rimasto volentieri seduto sul divanetto ad ammirare la maestria del pittore nel riprodurre – filologicamente – i gioielli, i marmi, le sculture, il braciere e il letto tricliniare su cui sono beatamente adagiati uomini e donne.
Per far riposare gli occhi dal turbinio di petali di rose mi volgerei indietro e incrocerei lo sguardo con quello triste della Regina Ester di Edwin Long (il suo volto, al centro di una tela dipinta nel 1878, giusto dieci anni prima di quella di Alma-Tadema, ricorda quello dei cosiddetti ritratti del Fayum).
Sguardo magnetico ha invece la dama, quasi una Monna Lisa della Belle Époque, ritratta dal pittore di Cordova Julio Romero de Torres. Talmente magnetico che mi ha convinto ad acquistare la calamita con la sua riproduzione da attaccare allo sportello del frigorifero (le mie risorse non possono competer con quelle di Pérez Simón, l’avrete capito).

I nudi
Un tema iconografico sembra tenere insieme molte delle opere selezionate dai curatori: quello del nudo. Mostra le sue grazie la ninfa della primavera ascoltata dai satiri nella tavola dipinta a olio e tempera da Franz von Stuck.
Come mamma le ha fatte compaiono le due modelle dipinte da Raoul Dufy nel suo atelier parigino nell’Empasse de Guelma a Montmartre. Nuda è la donna semi-addormentata con un libro dalle pagine bianche davanti a sé nel quadro di Tamara de Lempicka. Nuda quella nella tela intitolata Esercizi spirituali di René Magritte. Sulla didascalia a corredo (con testi ben fatti, ma solo in spagnolo) si può leggere:
Non si tratta di una donna nuda, passiva e sognante, ma piuttosto di una presenza conflittuale e soggettiva, che sfida lo spettatore con ciò che vede. Il paesaggio onirico riflette l’impatto della pittura metafisica di Giorgio de Chirico sull’opera di Magritte. È interessante notare che il titolo dell’opera deriva dagli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, esercizi di preghiera volti a stimolare la mente e raggiungere una migliore comunione con il divino. Magritte si propone un compito simile, ma per stimolare una modalità di pensiero alternativa attraverso la suggestione visiva e arrivare a una comprensione più libera della realtà umana”.
Chissà se questo discorso vale anche per le Due amiche – entrambe completamente nude – dipinte da Paul Delvaux nel fatidico anno 1968…
Trovandovi a Madrid, è il caso che ne approfittiate per visitare altre mostre temporanee attualmente in corso. Vi suggerisco La bottega di Rubens al Museo del Prado; Gabriele Münter. La grande pittrice espressionista al Museo Thyssen-Bornemisza e Tempi incerti. La Germania tra le due guerre al Caixa Forum (nei prossimi giorni potrete leggere anche la recensione di quest’ultima).
Saul Stucchi
Didascalie:
- Il collezionista Juan Antonio Pérez Simón posa davanti a una delle sue opere in mostra
- Tre opere esposte nella mostra di Madrid
- Lawrence Alma-Tadema
Le rose di Eliogabalo (1888)
Olio su tela, 132.7 x 214.4 cm
Collezione Pérez Simón
© Studio Sébert Photographes - Tra i magneti sul frigorifero del direttore di ALIBI Online si può riconoscere il Ritratto di donna di Julio Romero de Torres.
Settanta grandi maestri della Collezione Pérez Simón
Informazioni sulla mostraDove
CentroCentroPlaza de Cibeles 1, Madrid
Quando
Dal 20 settembre 2024 al 12 gennaio 2025Orari e prezzi
Orari: da martedì a domenica 10.00 – 20.00Biglietti: intero 7 €; ridotto 5 €