
Nel nuovo allestimento del Riccardo III di Shakespeare, per la regia di Corrado d’Elia, il protagonista non entra mai in scena. Ma è tutt’altro che assente. Si fa sentire la sua voce possente, metallica, imperiosa. Ordina, dispone, trama la rete di inganni che lo porteranno alla conquista del regno. C’è buio sul palco: la scenografia è ridotta a un ricco lampadario che viene illuminato da luci psichedeliche come in una discoteca. E come performer si muovono gli attori, mentre la musica dark martella a più non posso. Si placa solo per far posto al lugubre ticchettio dell’orologio della Torre che rinchiude i nemici di Riccardo, in attesa che un fidato emissario ne abbrevi la vita rispendendoli al Creatore. Oppure per far risuonare il palpitare del battito del cuore delle vittime. L’ambizione di Riccardo si nutre di quella dei suoi scagnozzi che uccidono in vista di una ricompensa che mai verrà loro riconosciuta. Se ne accorgeranno Buckingham e il fidato Tyrrel, pronto a dichiararsi il più fedele dei suoi sudditi e a dimostrarlo con l’azione più raccapricciante di tutte: l’infanticidio. Una alla volta le vittime di Riccardo si destano dall’incubo che le opprime ripetendo come un mantra la frase “Ho trascorso una gran brutta nottata”. Ma si sbagliano: la realtà che li attende è peggiore dell’incubo più nero. Lady Anna, un’ottima Valeria Perdonò dall’improbabile parrucca blu elettrico, gioca il ruolo della donna ambiguamente in bilico tra sete di vendetta e desiderio di sedurre il tiranno. È sì prostrata dalla duplice tragedia familiare (Riccardo le ha assassinato il padre e il marito, spinto dall’amore per lei), ma in lampi di blackout danza sinuosa come Salomè. Da par sua il carnefice è consapevole della natura passeggera della propria passione. Il suo unico obiettivo è il trono e per quello si tormenta e muove i suoi uomini come pezzi sulla scacchiera. Tutti sacrificabili e tutti sacrificati. Bruno Viola riveste i panni delle vittime (Hastings, Clarence…) diluendo appena la loro tragedia con un tocco di umorismo; Monica Faggiani esprime la follia del dolore scrivendo i suoi tormenti su un’immaginaria lavagna con un puntatore laser. Alessandro Castellucci impersona il volatile Buckingham, ambizioso e senza scrupoli, ma in fondo pavido. Marco Brambilla è il truce Tyrrel, un po’ troppo spesso bloccato nella posa plastica dello scagnozzo ripreso di profilo mentre netta il pugnale dal sangue delle vittime. Quelle superstiti si coalizzano contro il tiranno e lo maledicono gridandogli il celebre verso “Domani nella battaglia pensa a me”, recentemente cristallizzatosi nel titolo di un libro di Javer Marías. Alla resa dei conti il regno per il quale tanto si è battuto, Riccardo è pronto a barattarlo per un cavallo. Ma la sua ora è segnata. Rimane giusto il tempo per una piccola sorpresa finale.
D’Elia riduce a cinque i personaggi in scena, dalla trentina e più del testo shakespeariano e ottiene uno spettacolo piuttosto veloce della durata di un’ora che tuttavia in alcuni momenti lascia notare un rallentamento nel passaggio da una scena all’altra – tutte per altro brevi come spot – dovuto alla meccanica ripetizione di un modulo. Va infine segnalato il mistero del breve cammeo “saffico”, il cui significato, nell’economia dello spettacolo, rimane ignoto allo spettatore. Sicuramente questo Riccardo III deve ancora crescere per raggiungere il giusto equilibrio tra aspirazioni e realizzazione, ma le basi ci sono tutte e gli applausi a fine scena sono stati il battesimo più incoraggiante.
Saul Stucchi
Riccardo III
di William Shakespeare
regia di Corrado d’Elia
con Compagnia Teatri Possibili
Marco Brambilla
Alessandro Castellucci
Monica Faggiani
Valeria Perdonò
Bruno Viola
Teatro Libero
Via Savona 10
Milano
Dal 2 al 31 dicembre 2008
Debutto nazionale
Spettacolo inserito in “Invito a teatro”
Biglietto: intero 19,00 €; ridotto giovani 14,00 €; ridotto anziani 10,00 €
Orari: dal lunedì al sabato ore 21.00; domenica ore 16.00
Riposi: 9, 16, 24, 25 e 26 dicembre
Prenotazioni: tel. 02.8323126; biglietteria[@]teatrolibero.it
www.teatrolibero.it