Il Museo nazionale degli strumenti musicali di Roma
Se siete degli appassionati di storia della musica allora il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali in Piazza di Santa Croce, a Roma, è proprio il posto che fa per voi.
Situato accanto all’omonima basilica di Santa Croce, il museo si trova all’interno di una palazzina facente parte dell’ex caserma “Principe di Piemonte”, e conserva al suo interno una collezione unica e preziosissima. Fanno nfatti parte del materiale custodito ben 3000 pezzi, dei quali purtroppo vengono esposti soltanto 800, relativi ad un periodo storico piuttosto ampio, che parte dall’antichità fino ad includere tutto il secolo XVIII.
Istituito nel 1974, il museo deriva gran parte della collezione dalla raccolta del tenore Evan Gorga, passata poi allo stato nel 1950. Nonostante fosse tra i più grandi interpreti dell’opera nazionale, ben presto Gorga lasciò le scene per dedicarsi al suo grandissimo amore, quello per il collezionismo, Si racconta che fosse proprietario di oltre trenta collezioni diverse tra gli oggetti più strani e disparati, ma certamente quella degli strumenti musicali ebbe sempre una maggiore importanza. Ed è suo il merito se ora è possibile ammirare la splendida collezione di Piazza Santa Croce, una collezione ricca di pezzi unici e oggetti particolarissimi.
Il museo è articolato in sedici sale, suddivise per aree tematiche.
La prima sala è quella dedicata all’archeologia, ed è qui che si possono ammirare strumenti antichissimi, tra i quali percussioni in bronzo egizie, greche e romane (sistri, crotali, campane, campanelli, sonagli); accessori in osso; piroli, plettri. Molto interessanti in questo spazio anche alcune statuine di musici e lucerne decorate, nonché bassorilievi basati su una precisa iconografia a soggetto musicale. Proseguendo nella seconda sala è invece possibile ammirare alcuni strumenti esotici provenienti dalla Cina, dal Giappone, Laos, India, Arabia, Turchia, Persia, America, Africa e Oceania.
La terza sala é un omaggio alla musica popolare di tutta Europa. Per l’Italia i curatori del museo hanno scelto di esporre alcuni strumenti tipici della tradizione italiana, come la launeddas sarda, un antichissimo strumento a fiato continuo costruito con canne palustri, di uso popolare fin dai tempi antichissimi. Non poteva ovviamente mancare una parte dedicata alla canzone napoletana, forse una delle più antiche e ricche realtà tradizionali, in cui vengono riproposti tamburelli e mandolini. Non mancano poi gli oggetti sfiziosi come le ocarine ed anche strumenti delle Alpi, cetre da tavolo, cistri, né oggetti propri della musica popolare europea, come la gusla slava (uno strumento musicale ad arco, a forma di violino, usato prevalentemente nei Balcani) o la balalaika russa (strumento a corda, con una cassa armonica triangolare e sostanzialmente piatta, un piccolo foro d’apertura sulla tavola armonica, un manico stretto e lungo e tre corde di budello o metallo).
Gli strumenti meccanici, come carrillons a ciondolo, a tabacchiera, a casse sono conservati nella quarta sala, mentre nella quinta sala sono presenti gli strumenti portatili tra cui si possono citare gli organi positivi da processione; flauti e clarinetti costruiti come mazze da passeggio; clavicembali da viaggio; strumenti da serenata, da caccia; arpe con spuntoni per suonatori ambulanti.
La sesta sala é dedicata alla musica militare in cui grande importanza é ricoperta dalle percussione come il tamburo e il padiglione cinese, mentre la sala successiva è invece incentrata sugli strumenti utilizzati in ambito religioso, come l’organo positivo da processione con pedaliera o l’harmonium enarmonico. Nel contesto della collezione sono compresi inoltre anche gli strumenti creati per essere utilizzati in un contesto prettamente domestico, come quelli esposti nell’ottava sala, in cui è possibile ammirare, tra gli altri, un esempio di glasharmonika (armonica di vetro), alcuni interessanti esempi di pianoforte a coda o di organi, strumenti in miniatura; virginali e campanelli da tavolo.
Tornando nell’atrio principale, si fa ingresso nella nona sala contenente gli strumenti dei secoli XV e XVI, tra i quali non si può non apprezzare una tromba del 1461, alcuni “cornamuti torti” del 1524, un clavicembalo costruito a Lipsia nel 1537 da Hans Müller. Oggetti straordinari, tra spinette pentagonali, arpette gotiche, cistrum e liuti, trasformati poi in mandole e mandoloni, tutti del sec. XVI. Gli strumenti barocchi sono invece contenuti nella decima sala. Passeggiando trai clavicembali; salteri; chitarre; mandolini milanesi e napoletani, si arriva fino all’undicesima sala, contenente principalmente strumenti a corda, come le arpe o i chitarroni, le viole da gamba e i violoncelli del secolo XVIII.
Le ultime quattro sale sono un trionfo di organi positivi, arpe, cembali, flauti traversi, cembali scolpiti e dorati (tra cui il clavicembalo in legno con Tritoni e Nereidi del XVII sec.), cembalo verticale (clavicytherium). I violini, le viole d’amore, le arpe e i pianoforti rettangolari sono gli strumenti protagonisti della quattordicesima sala. Di grande rilevanza per tutti i pianisti, amanti e conoscitori del pianoforte é invece la quindicesima sala. Infatti, oltre ad esservi conservati alcuni spinettini, l’attenzione del visitatore é catturata dal primo esemplare assoluto di pianoforte creato da Bartolomeo Cristofori nel 1722.
L’evoluzione tecnica impressa dal Cristofori al clavicembalo, trasformò quest’ultimo nello strumento cosiddetto “fortepiano”, perché arricchito di potenzialità dinamiche che consentivano all’interprete di dare maggiore espressività alle proprie esecuzioni. Il rapido e costante processo evolutivo del fortepiano, avviato dalle innovazioni sulla meccanica operate dal Cristofori, trasformò il modesto ruolo di supporto armonico svolto dal clavicembalo nell’orchestra d’archi barocca nello strumento che sarà grande protagonista e solista delle sale da concerto del secolo successivo: l’Ottocento.Nella sedicesima sala si trovano infine alcuni rari pianoforti rettangolari; arpe e violini.
Una scatola delle meraviglie, che lascia strabiliati sia gli appassionati, ia coloro che alla storia della musica si avvicinano per la prima volta. Un percorso ricco e suggestivo, che dimostra come lo strumento musicale sia un punto d’incontro tra l’evoluzione tecnologica di una società e l’evoluzione del suo gusto e della sua cultura.
Simona Silvestri
Museo Nazionale degli Strumenti Musicali
P.zza S. Croce in Gerusalemme 9/A
00185 ROMA
Tel. +39 06 7014796
Orari
Orario di apertura: Da martedì a domenica, dalle ore 8.30 alle 19.30. Chiuso Il Lunedì, il 25 dicembre, 1° gennaio (la biglietteria chiude mezz’ora prima della chiusura del Museo).
Biglietti
Intero € 4,00
Ridotto € 2,00 (Riduzioni valide solo per i cittadini dell’Unione Europea previa esibizione di un documento d’identità; Ragazzi tra i 18 e i 25 anni; Insegnanti con incarico a tempo indeterminato nelle scuole statali). Gruppi scolastici solo su prenotazione ( € 1,00 ).
Ingresso gratuito: Minori di 18 e maggiori di 65 anni; Studenti e docenti delle facoltà di: Storia dell’arte, Architettura, Conservazione dei beni culturali, Scienze della formazione, Accademia di Belle Arti, Lettere con indirizzo storico-artistico; Dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Membri ICOM; Guide ed interpreti turistici in servizio con patentino rilasciato dalla Regione Lazio; Giornalisti con tesserino dell’ordine