La quinta tappa del viaggio lungo il fiume Ebro si apre con una breve visita al Museo del Porto Fluviale di Saragozza. Fa parte della “passeggiata romana”, il percorso che riunisce i musei dedicati a Caesaraugusta, la Saragozza di epoca romana, il principale scalo commerciale sull’Ebro, snodo tra il Mediterraneo e il cuore della penisola iberica. L’importanza del porto era tale da modificare l’assetto del forum, il cuore politico, sociale e amministrativo della città.
I forti di Sástago
Riprendiamo l’auto per attraversare l’Aragona in direzione sud. Dopo una sessantina di chilometri incontriamo Sástago, un piccolo paese che appare quasi completamente disabitato. Al centro della via che lo attraversa c’è un semaforo inquietante: rimane rosso per lunghissimi minuti, mentre in senso contrario non passa nessuno. Sbagliando strada siamo costretti per tre volte a una sosta assurda in quello che sembra un villaggio da film western.
Fatichiamo un po’ a trovare la stradina che conduce al fortino eretto in posizione strategica a guardia di un’ansa del fiume. Risale alla terza guerra carlista, combattuta tra il 1872 e il 1876: da una parte i tradizionalisti fedeli a Carlo VII, dall’altra i sostenitori del governo liberale allora in carica. La torre del fortino ospitava uno strumento per la comunicazione a distanza con altri forti, un sistema più affidabile del telegrafo perché i fili di quest’ultimo venivano spesso manomessi in azioni di sabotaggio.
Molto più antico è il Castillo de Palma, costruito in epoca musulmana come fortezza difensiva. Si trova a pochi chilometri di distanza, sopra un’altra collinetta, ma dal fortino non si scorge. Il nome gli viene da Pedro Palma Valimaña che vi fece edificare la Ermita del Pilar alla fine del XVII secolo.
Oggi la chiesa è la parte più riconoscibile del complesso, pur col tetto quasi completamente crollato. In evidente stato di abbandono e pericolante, il sito non è però protetto da alcuna recinzione, come avviene invece per il fortino. Per precauzione affrettiamo la visita al rudere e poi riprendiamo la strada per Sástago.
Un cartello all’imbocco del ponte sul fiume Ebro avvisa che il paese fa parte della Mancomunidad Meandros del Ebro. La “mancomunidad” è un’associazione libera tra comuni. Più sotto un cartello giallo, in legno, segnala che la strada coincide con il Camino Jacobeo del Ebro. Noi la stiamo percorrendo in senso inverso rispetto ai pellegrini diretti a Santiago de Compostela: puntiamo a sud.
Ci sarebbe molto altro da visitare in zona, come spiega un altro dei tanti cartelli incontrati in questo viaggio. Nei dintorni, infatti, ci sono aree naturali protette, miradores (belvederi o punti di osservazione), chiese antiche, conventi e abbazie.
Facciamo una breve sosta all’Abbazia di Rueda o Real Monasterio de Nuestra Señora de Rueda, a una manciata di chilometri da Sástago. Nel frattempo, però, il fiume Ebro compie molta più strada di noi, contorcendosi in arzigogolati meandri.
Dopo un lungo periodo di abbandono l’abbazia è stata trasformata in un hotel a quattro stelle, ma si può comunque visitarla in alcuni orari prestabiliti. Avendo poco tempo a disposizione, ci accontentiamo di curiosare nella sala espositiva e di arrivare alla ruota del mulino.
Il paese sommerso di Fayón
La tappa successiva ci porta a Fayón e allo sterminato embalse (bacino) che ha sommerso il vecchio paese nel 1967, quando contava circa 1700 abitanti. Tutti dovettero abbandonare le proprie case. Ora spunta fuori dall’acqua soltanto la parte superiore del campanile della chiesa, con l’orologio visibile a centinaia di metri, qui, sul mirador che domina con vista mozzafiato.
Anche qui dovizia di cartelli didattici che raccontano la storia del luogo e ne descrivono l’ambiente naturale. Non a tutti deve stare a cuore quest’ultimo. Lo testimonia una scritta polemica che manifesta opposizione al “plan de recuperación dell’águila-azor perdicera”, scribacchiata sul pannello dedicato all’aquila fasciata o “Aquila del Bonelli”, dal nome dell’ornitologo italiano Franco Andrea Bonelli (1784-1830).
Nel 1990 erano una quarantina le coppie conosciute presenti in Aragona, scese a 31 nel 2009. Ogni coppia di questo rapace domina su un’aera di 100 km quadrati, all’interno dei quali depone le proprie uova o in un solo nido o in vari, fino a una decina.
Se qui lo sforzo è per proteggere, qualche chilometro più a valle il tentativo è invece quello di contenere. All’embarcadero La Reixaga, infatti, un cartello istruisce sui pericoli della diffusione della “cozza zebra” (Dreissena Polymorpha): un ospite indesiderato arrivato in queste acque in modo accidentale, ma che sta provocando gravi danni all’ecosistema.
Il Museo della Battaglia dell’Ebro
Niente di paragonabile, comunque, ai disastri causati dalla Guerra Civile Spagnola. Li racconta il vicino Museo della Battaglia dell’Ebro, ospitato in un anonimo capannone nella periferia di Fayón. Lo identifica uno striscione con la gigantografia del ponte ferroviario di Tortosa, piegato a metà da un bombardamento aereo.
Nelle sale del museo ci sono riproduzioni di foto d’epoca che mostrano repubblicani e nazionalisti, le immagini degli uni accanto a quelle che immortalano gli altri. Senza le didascalie non sarebbe possibile distinguerli, almeno per un visitatore straniero.
Le foto raccontano l’attraversamento del fiume Ebro, i momenti di riposo dei combattenti dei due schieramenti, le azioni dell’aviazione e – incredibile! – della cavalleria. Ma anche gli orrori della guerra. E poi ci sono manichini che indossano le varie uniformi, documenti, ritagli di giornale (“La stella del cinema Juanita Montenegro fa l’autista per Unión Republicana” strilla il titolo di copertina di Mundo Gráfico. Conclusa la guerra con la vittoria di Franco, il giornale sarebbe stato chiuso).
Su un tavolo sono appoggiati alcuni oggetti che il visitatore è invitato a toccare con mano: due elmetti, una granata, una mina… In una teca è esposta la cinepresa del fotografo Robert Capa. Ogni oggetto una storia.
Il 28 luglio avrà luogo a Fayón l’undicesima edizione della ricreazione storica intitolata alla memoria di Enric Jara. Cadrà nell’ottantesimo anniversario della Battaglia dell’Ebro, il momento cruciale della Guerra Civile Spagnola.
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Saul Stucchi
- Museo de la Batalla del Ebro
Bajada La Fabrica s/n
Fayón
Informazioni:
www.labatalladelebro.com