Una storia italiana. Solitamente, ahinoi, l’aggettivo accompagna e definisce faccende poco lusinghiere, caratterizzate da approssimazione nel migliore dei casi. Qui invece possiamo legittimamente riconoscere e provare un poco d’orgoglio (indispensabile comunque mantenere un sano atteggiamento di understatement) per un’impresa “all’italiana” fatta come si deve, a regola d’arte. E col cuore. Parlo dell’Albergo Etico che ha per claim “un albergo, una scuola, una casa, un futuro”.
Ma è sul presente che voglio qui soffermarmi, o almeno su una sua porzione, quella che ho potuto vivere e toccare con mano grazie all’ospitalità dell’Hotel Comtes de Challant di Fénis, sì, proprio la località famosa per il castello medievale. Che infatti si erge su una dolcissima altura giusto davanti all’hotel. Così gli ospiti che hanno la camera e il balcone su quel lato della valle possono ammirare il castello cui fanno da sfondo le montagne.
Ed è appunto la visita del castello il motivo principale per cui gli ospiti approdano – dall’Italia e dal resto del mondo – in quest’angolo della Valle d’Aosta. Poi, non sarebbe neanche il caso di dirlo, c’è la natura in tutte le sue declinazioni e attrazioni. Soltanto una piccola, eppure significativa, percentuale di ospiti arriva all’Hotel Comtes de Challant perché conosce già o ha sentito parlare dell’Albergo Etico e vuole verificare di persona.
Hotel Comtes de Challant
Visto da fuori l’hotel colpisce per le ampie vetrate del piano terra (sono quelle del bar e del ristorante), per i balconi che corrono lungo tutta la facciata e per le fioriere che decorano l’insieme. Già queste ultime sono un biglietto da visita che dice la cura del servizio. In qualche modo hanno la stessa funzione degli affreschi dipinti sulle pareti del cortile interno del castello: accogliere con la bellezza gli ospiti.
Bello l’edificio, pulite e spaziose le camere, curato il servizio. Ma non sono queste le caratteristiche a rendere l’Hotel Comtes de Challant un Albergo Etico. Sono lo spirito che lo anima e la filosofia che ne motiva le scelte. Per capire questi due fattori – che sono in realtà i pilastri di sostegno – bisogna fare un passo indietro di una quindicina d’anni. Risale infatti al 2006 la nascita di Albergo Etico, avvenuta con un incontro, quello tra i fratelli Antonio ed Egidio De Benedetto, gestori del Ristorante Tacabanda di Asti, e Niccolò, un ragazzo con sindrome di Down coinvolto in uno stage presso il loro ristorante.
La ricetta segreta
Da allora è cresciuta e si è via via articolata l’esperienza “di inclusione lavorativa”, coinvolgendo sempre più persone. Quasi dieci anni dopo, nel 2015, è arrivato Alex Toselli con il bagaglio di una lunga esperienza nel settore finanziario. A questo punto è stato aperto il primo Albergo Etico, gestito dalla Cooperativa Download ad Asti.
Impresa sociale e accoglienza turistica s’incontrano e raggiungono un equilibrio: non statico, bensì intensamente dinamico, pronto a modificarsi in ogni occasione. In una parola: su misura. Gli ospiti si sentono a casa, ma – è qui il segreto, apertamente svelato, di Albergo Etico – così si sentono anche le persone che ci lavorano, tutto il personale, a prescindere dalle caratteristiche, dalle provenienze e dalle eventuali difficoltà.
Non ci sono soltanto persone con sindrome di Down, ma anche con disabilità di vario grado. Un punto lo voglio però chiarire: non c’è mai nessun momento di imbarazzo, né da parte degli ospiti, né da parte del personale. Lo dico perché è la remora che – confesso – avevo io stesso prima di arrivare all’Hotel Comtes de Challant. Temevo di ritrovarmi in un contesto di buona volontà in cui avrei dovuto “fingere” di sentirmi a mio agio. E invece non ne ho avuto bisogno: lo ero realmente. In nessun momento mi sono sentito in imbarazzo o a disagio. Il servizio al ristorante è stato impeccabile in tutte le occasioni: colazione, pranzo e cena.
A tavola
Tra i piatti che ho gustato segnalo almeno lo sformatino di zucca con fonduta, le crespelle alla valdostana, la carbonada con polenta, le tegole con la crema di Cogne (dove la carbonada è un piatto a base di carne di manzo e le tegole, invece, sono dei biscotti).
Scambiare più di due chiacchiere con lo stesso Toselli, con il proprietario dell’hotel e con altre persone coinvolte nel progetto (da declinare al plurale) mi ha permesso di approfondire la storia e lo sviluppo di Albergo Etico. Per il resto ero un ospite come gli altri: quelli che vengono conoscendo la particolarità (l’eccezionalità, diciamo) di Albergo Etico e quelli che arrivano per dormire e mangiare a seicento metri dal Castello di Fénis e rimangono sorpresi. Più che positivamente.
In realtà non ho scambiato soltanto un po’ di piacevoli e interessanti chiacchiere con Toselli e gli altri: sono anche entrato in cucina per vedere da vicino “cosa bolle in pentola”. E ho messo le mani in pasta, letteralmente. Ho infatti partecipato alla preparazione dei biscotti che mi sono stati regalati alla fine del soggiorno.
Cucina con vista
Poiché mi piace ragionare ed esprimermi per metafore, vi scodellerò quella a cui ho pensato mentre ero ospite dell’Hotel Comtes de Challant. La sala ristorante comunica con la cucina attraverso una porta a battenti con un oblò che consente al personale in ingresso e in uscita di vedere se il passaggio è libero. Niente d’eccezionale, se non addirittura la norma (dovrei chiedere al mio figliolo che studia in un istituto alberghiero e ha già fatto le prime esperienze di stage come aiuto cuoco).
Fuori dal comune è invece l’ampia vetrata che si apre sul fondo della cucina e permette di ammirare l’ambiente naturale che si stende davanti. Ecco: questa doppia apertura sulla realtà là fuori mi sembra una calzante metafora di Albergo Etico: non un mondo chiuso, per quanto protetto e confortevole, bensì uno spazio aperto, sempre in comunicazione con la realtà di tutti i giorni.
È per questo che il tema dell’autonomia è fondamentale, ancora più di quello del legame con il territorio (a cominciare dai prodotti tipici). Porta il nome di “Accademia dell’Indipendenza” il percorso di tre anni di formazione/lavoro nell’Albergo Etico. Frequentandola i ragazzi imparano a vivere e a lavorare “là fuori” (come dovrebbe fare sempre la scuola). Non a parole, ma nei fatti, nelle cose concrete: a puntare la sveglia, a raggiungere autonomamente il luogo di lavoro, a gestirsi.
Anche in cucina bisogna sapersi muovere e organizzare. Un cartello sul frigorifero invita a tenere in ordine il prezioso contenuto e a controllare le scadenze dei dolci. Se siete curiosi, sappiate che le salse trovano posto al primo ripiano, mentre le marmellate della “nostra produzione” sono al terzo e le mele cotte sono disposte sul quarto ripiano.
Ecco: tenere in ordine le cose e prendersene cura. Anche questa è una metafora.
Saul Stucchi
Hotel Comtes de Challant
Località Chez Sapin 95
Fénis (Aosta)
Informazioni:
Albergo Etico
Informazioni: