L’ippopotamo è tornato a Pavia. Detta così, suona senz’altro come una dichiarazione enigmatica. È il caso, dunque, di chiarirne il significato. Lo scorso ottobre è stata restituita al Museo Kosmos della città sul Ticino (anticamente chiamata, appunto, Ticinum) la curiosa tassidermia (ovvero impagliatura per la conservazione) di ippopotamo che aveva arricchito la mostra Naturalia e Mirabilia. Scienze alla corte dei Gonzaga, allestita nella Galleria delle Metamorfosi del Palazzo Ducale di Mantova.

A presentare l’animale c’era un pannello in cui si leggeva una sintesi della sua storia, altrettanto – se non ancora di più – curiosa. Era stato probabilmente Vincenzo I Gonzaga ad acquistare l’ippopotamo, uno dei due esemplari portati in Italia (già impagliati!) dal naturalista Federico Zerenghi.
Il duca aveva ordinato che fosse esposto nell’ambiente in cui è tornato in occasione della mostra, ma allora con un’installazione macabra che, per fortuna, non è stata ripetuta. A cavallo dell’ippopotamo, infatti, era stata sistemata la mummia di Rinaldo Bonacolsi, detto Passerino, sconfitto e ucciso il 16 agosto 1328! Questo lugubre abbinamento (e scempio delle spoglie mortali di un rivale dei Gonzaga) aveva fatto sì che la Galleria delle Metamorfosi fosse chiamata anche Galleria di Passerino.
Se l’ippopotamo è tornato a Pavia, rimangono però tanti altri tesori da ammirare: un dente di narvalo, un rostro di pesce sega, un coccodrillo nilotico, fossili e lapislazzuli… Oggi, 14 marzo 2023, riapre al pubblico la Camera delle Meraviglie dei Gonzaga.
Questa sezione del percorso espositivo del Palazzo si può visitare con il biglietto del museo da 9 € (anche senza la Camera degli Sposi, ma sarebbe un delitto tralasciarla!): tutte le mattine dal martedì al sabato.
Dice il direttore di Palazzo Ducale Stefano L’Occaso:
Il percorso rimane in potenziale crescita anche grazie alla duttilità dei sistemi espositivi, conferita all’allestimento dal progetto di Massimo Ferrari e dei suoi collaboratori. Questa sezione del Museo è pensata per destare curiosità e innescare una riflessione sulla cultura del Rinascimento e sui gusti dell’epoca, quando un bezoar aveva un valore pari o superiore a un importante dipinto di Tiziano o di Caravaggio: un rapporto gerarchico che oggi può stupire, ma che era giustificato dalla estrema rarità dei reperti che, raccolti dalle più diverse parti del mondo, giungevano a Mantova per dare lustro ai Gonzaga”.
Saul Stucchi
Palazzo Ducale
Piazza Sordello 40
Mantova
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