In questi giorni si sta svolgendo la decima edizione del Milano Flamenco Festival. Così mercoledì sera, prima che si aprisse il sipario su “Reversible”, è comparsa sul palcoscenico la direttrice artistica della manifestazione Maria Rosaria Mottola che la produce per PuntoFlamenco.
[codice-adsense-float]“Sono voluta uscire allo scoperto per quest’occasione”, ha detto un po’ emozionata, ringraziando il pubblico presente per la stima, l’affetto e la passione per il flamenco. Ha ricordato che questo è il settimo anno di presenza al Piccolo Teatro di Milano, di cui ha elogiato lo staff magnifico, altamente professionale. E ha concluso il suo breve intervento ringraziando tutte le istituzioni coinvolte, dal Comune di Milano che ha concesso il patrocinio, all’Instituto Cervantes, passando per l’Ente del Turismo Spagnolo, l’Ambasciata di Spagna a Roma e il Consolato a Milano.
Poi la scena se l’è presa Manuel Liñán con la sua compagnia, per tenersela stretta per la successiva ora e mezza, durante la quale il pubblico ha tenuto il fiato sospeso, in ammirazione, salvo esplodere in applausi da stadio alla fine di ogni “quadro”.
Con lui hanno ballato Lucia Álvarez “La Piñona” e José Maldonado, sulle note delle chitarre di Francisco Vinuesa e Pino Losada e al ritmo delle percussioni di Miguel “El Cheyenne”, mentre al canto si sono esibiti Miguel Ortega e David Carpio.
Come si vede, la compagnia è composta quasi esclusivamente da uomini, ma lo spettacolo è tutt’altro che un’espressione di machismo. Tanto è vero che Liñán si presenta con una lunghissima gonna a ruota con volant e un amplissimo scialle con cui compie evoluzioni che noi umani neanche riusciamo a sognarci, come un derviscio rotante dell’Andalusia (Liñán è nato a Granada nel 1980).
Già durante la prima coreografia l’artista suda abbondantemente e le goccioline che partono dalla testa disegnano traiettorie in armonia con i suoi movimenti.
Il titolo “Reversible” non è di immediata comprensione. La spiegazione la fornisce un breve testo pubblicato sul sito dello stesso artista. Tradotto recita più o meno così:
“Reversible” è uno spettacolo incorniciato in una serie di coreografie ispirate dai giochi dei bambini, che conducono l’interprete a un percorso per recuperare i suoi primi impulsi.
Un viaggio emozionale nella memoria dei primi ricordi. Una fermata al centro di se stessi, dove risiede l’essenza di chi siamo.
La sinossi si chiude con una citazione di Nietzsche:
Maturità dell’uomo: significa aver ritrovato la serietà che da bambini si metteva nei giochi.
E la serietà con cui Liñán e i suoi compagni si concentrano nel gioco è ammirevole. Nell’epoca dell’approssimazione è bello vedere che in questo spettacolo tutto è calibrato al secondo e al millimetro, dalla coreografia dei movimenti alle note musicali (ah, gli assoli di chitarra!) e al disegno delle luci (che belli quei garofani illuminati in primo piano da una lama di luce! Verrebbe da parafrasare il celebre verso di Gertrude Stein aggiornandolo in “Un garofano è un garofano è un garofano”).
Cosa non riescono a fare Liñán e Maldonado con una corda (e chissà quante ore di esercizi e di prove!) e una corda più lunga disegna il quadrato di un ring in cui i ballerini si confrontano, scambiandosi i ruoli di uomo e donna… Che spettacolo!
La tre giorni del flamenco al Piccolo Teatro, dopo gli spettacoli “Reversible” della Compagnia Manuel Liñán e “La espina que quiso ser flor o la flor che quiso ser bailaora” della Compagnia Olga Pericet, si concluderà sabato 1 luglio con “Caida del cielo!” della Compagnia Rocio Molina.
Saul Stucchi
Mercoledì 28 giugno 2017 – Ore 21
Reversible
- Compagnia Manuel Liñán
- ballo Manuel Liñán
- artisti ospiti Lucia Álvarez “La Piñona” e José Maldonado
- collaborazione speciale “El Torombo”
- canto Miguel Ortega e David Carpio
- chitarra Francisco Vinuesa e Pino Losada
- percussioni Miguel “El Cheyenne”
- Organizzazione e direzione artistica Maria Rosaria Mottola per Punto Flamenco
Piccolo Teatro Strehler
Largo Greppi 2
Milano
Informazioni e prenotazioni:
Tel. 02.42411889
www.piccoloteatro.org