• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Luoghi
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • A letto con ALIBI
  • Mostre
    • Arte
    • Fotografia
    • Storia
  • Spettacoli
    • Teatro & Cinema
    • Musica & Danza
  • Biblioteca
  • Interviste
  • Egitti

Alibi Online

Voi siete qui: Biblioteca » Marco Steiner ci porta “Nella musica del vento”

10 Giugno 2021 Scritto da Saul Stucchi

Marco Steiner ci porta “Nella musica del vento”

“Quando Iddio ama un uomo, lo spinge per il vasto mondo”, lessi una volta su un giornale. Se non ricordo male, l’autore dell’articolo – era il mio professore di greco dell’università – attribuiva il detto ai mistici tedeschi. A prescindere da chi abbia effettivamente elaborato la massima, essa mi colpì profondamente e da allora la porto con me come compagna di viaggio, anche negli spostamenti di pochi chilometri, quando vado in città.

Ho spesso ripensato a questo adagio mentre leggevo “Nella musica del vento”, il nuovo romanzo di Marco Steiner che l’editore Salani ha da poco pubblicato nella collana “Le Stanze”. Lo impreziosisce una splendida copertina che unisce i talenti di Hugo Pratt (per il disegno a china) e di Nicola Magrin (per l’acquerello). Le strade di Steiner e Magrin si erano già incrociate sotto il segno del grande Pratt: nel raffinato volume “Passi silenziosi nel bosco” pubblicato da Nuages l’anno scorso.

Marco Steiner, Nella musica del vento, Salani

Per una volta la copertina è una finestra fedele che lascia intravedere almeno una parte di quello che il lettore troverà nelle pagine del libro che ha tra le mani. Immagino che anche voi abbiate notato, magari con disappunto, che spesso le copertine, pur belle e intriganti, sono “confezioni” fuori contesto. Qui non succede. La donna di spalle richiama la protagonista, mentre l’imbarcazione sullo sfondo rimanda a un’importante scena del romanzo (ma non dirò nulla del “veliero fantasma”).

Un libro d’avventure

“Nella musica del vento” è un’avvincente storia di avventure, intessuta di leggende e di rimandi ai grandi classici. Menziono qui soltanto Stevenson e Melville. Ciascun lettore, in base al proprio bagaglio culturale, saprà cogliere i debiti di Steiner verso la storia e la letteratura. Compaiono, ma solo quasi come nomi che restano ai margini della trama, Butch Cassidy, il Mucchio Selvaggio e la rivoluzione messicana. Quello che interessa all’autore è seguire i suoi personaggi nella ricerca della liberazione prima e della libertà poi. Da cosa ciascuno di loro debba liberarsi e cosa ciascuno intenda per libertà non posso naturalmente svelarlo qui.

Anche a limitarsi ai due protagonisti, quel gran bastardo di Morgan Jones, bandito di mestiere, e la non meno irrequieta e sfrontata Maria Leibowitz, di professione prostituta, risulterà evidente che i loro concetti di liberazione e di libertà non coincidono. Eppure i due faranno molta strada insieme, condividendo pericoli, paure e speranze. Morgan e Maria si alternano come voci narranti, soluzione che conferisce al romanzo un raddoppio delle prospettive da cui il lettore può assistere allo svolgimento dell’azione.

Attorno a loro – e spesso contro di loro – si muovono altri personaggi con molto pelo sullo stomaco, ma senza peli sulla lingua (il linguaggio con cui comunicano farebbe arrossire quelle che un tempo si chiamavano educande). Gli scagnozzi di Cassidy hanno idee chiare e appetiti basilari: “esatto, lui ci conosce e sa quello di cui abbiamo bisogno: vendetta, oro e libertà. E magari qualche femmina”.

Un viaggiatore lettore

Steiner è bravo a orchestrarne ingressi e uscite, ma la sua penna è felice soprattutto nelle descrizioni dei luoghi. Si vede che molto ha viaggiato per il vasto mondo e insieme allo stupore che ha riportato da ciascun viaggio, accresciuto invece che diminuito dalla nuova esperienza (penso di poter dire), ha accumulato immagini e suoni e incontri con le persone più varie, ma ha anche sperimentato la riflessione in solitudine. Da lettore e viaggiatore sa che ogni uomo ha dentro di sé l’intero universo.

Come l’Ulisse di Omero, di Dante e di Kavafis, Steiner è ricco di esperienze e le condivide con i suoi personaggi prima ancora che con noi lettori. Prendiamo per esempio il tedesco Kremer che, “quando scoppiò la rivoluzione messicana […] si trovò invischiato su tutti i fronti. Conobbe anarchici, ruffiani, puttane, pervertiti, imprenditori e faccendieri di ogni nazionalità. Sguazzava in quella giostra di compromessi, violenze e ricatti, era il mondo che preferiva”.

Ma lasciamo un attimo la parola a Morgan Jones.

Era arrivato il momento di andare anche per me.
Iniziai a vagare senza meta e senza idee, svuotato, debole e intontito dopo tanta immobilità. Avevo bisogno di tempo per recuperare le forze, o forse per accettare tutto quello che era successo.
Quella specie di viaggio all’inferno mi aveva incrinato seminando schegge di luci, memorie di voci e di visioni che mi esplodevano in testa nei momenti più inaspettati.
Avrei dovuto ricominciare ma sapevo che avrei potuto farlo solo vagando come avevo sempre fatto, lottando contro i miei fantasmi, sfamandomi e dissetandomi come la prima volta.
Dovevo ripartire dal nulla e mi trovavo nella condizione perfetta.
Quando non si ha più niente, non si ha più niente da perdere”.

Sempre in fuga

Schegge, memorie e visioni ritornano in più punti del racconto. Sono espedienti con cui l’autore esprime il disorientamento dei protagonisti. È un disorientamento soprattutto psicologico, visto che i personaggi sanno muoversi con abilità e destrezza nelle condizioni climatiche e negli ambienti naturali più diversi e avversi.

Tutti loro, però, sono accomunati dalla consapevolezza di non trovarsi nel posto giusto. O, meglio ancora, sanno che qualsiasi posto smette di essere quello giusto non appena ci si fermano. A questo proposito la similitudine del comportamento del serpente è illuminante: per togliersi di dosso la vecchia pelle, il rettile deve muoversi e infilarsi tra i rovi…

Così “Nella musica del vento” è anche un romanzo di formazione, con i personaggi che non soltanto si muovono per viaggiare fino alla Terra del Fuoco (ovvero, quasi sempre, per fuggire), ma anche imparano a modificare l’ambiente che li circonda, ricco di risorse anche quando a prima vista appare soltanto ostile. Per non parlare del consorzio umano! Sangue e violenza – su singoli come su intere popolazioni – macchiano molte pagine, ma non mancano le descrizioni liriche di paesaggi incontaminati e le pulsioni idealistiche. Anzi, anarchia e cosmopolitismo sono due ingredienti fondamentali della storia.

Nell’augurarvi buona lettura vi lascio con il sibillino auspicio che risuona in più di un’occasione: “Alla volpe di domani”!

Saul Stucchi

Marco Steiner
Nella musica del vento
Salani
Collana Le Stanze
2021, 320 pagine
16,90 €

Tweet
Pin
Share
0 Condivisioni

Archiviato in:Biblioteca

Barra laterale primaria

Boitani a Vimercate


Articoli recenti

  • A Milano: “I Marmi Torlonia. Collezionare Capolavori”
  • “Crazy Breath”: concerto di Brianza Classica a Seregno
  • Riscritture delle Scritture: tocca a Dostoevskij e Bulgakov
  • Luciano Canfora al Salone del Libro di Torino 2022
  • “Non si sa come” di Pirandello al PACTA Salone di Milano

Footer

Informazioni

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Informativa privacy & Cookie

La rivista online

ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

Copyright © 2022 · ALIBI Online - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano; reg. n° 213 8 maggio 2009
Direttore Responsabile Saul Stucchi