“L’ALIBI della domenica” di questa settimana è dedicato a un sabato speciale.
Che non sarebbe stato un sabato qualunque, l’avevano preannunciato i radi fiocchi di neve caduti di prima mattina. Non erano la timida avanguardia di una nevicata da cartolina, ma sono bastati a strappare un sorriso a chi li guardava. Un segno benaugurante per il resto della giornata che aveva per programma soltanto piacevolezze (hoc erat in votis).
La prima, a cui avevamo dovuto rinunciare per lunghissimo tempo, è stata il pranzo al ristorante, in zona Brera a Milano. Pur con tutte le precauzioni del caso, mangiare e intanto conversare in un locale pubblico ci ha fatto tornare indietro a “prima”. L’avete capito: a prima che il Covid-19 e le misure prese per contrastarlo modificassero così radicalmente le nostre abitudini, in un modo e per una durata che mai avremmo immaginato.

Doppiamente abbiamo assaporato e gustato gli antipasti e condiviso i tortelloni di zucca e amaretti con salsa di taleggio e le linguine con i gamberi, mentre per le vie del centro era inarrestabile il viavai di persone. Mai, neppure per un istante, ci siamo dimenticati della situazione che stiamo vivendo. Né incoscienza né sottovalutazione dei rischi. Anzi, gran parte dei discorsi che abbiamo intrecciato tra una portata e l’altra – sorseggiando io un bicchiere di Chianti e la mia editora uno di Falanghina – avevano per tema il virus e le sue conseguenze.
Io le parlavo dei saggi di Harper (“Il destino di Roma”) e di Quammen (“Spillover”), lei mi raccontava aneddoti e storie di medici e pazienti. “Tutto bene” era la risposta che davamo al cameriere a ogni sostituzione del coperto: peccato non poter estenderla alla situazione generale! Il tempo passato con le gambe sotto il tavolo è volato in fretta e alle tre eravamo, puntuali, alla Galleria Nuages.
Passi silenziosi nel bosco
A causa delle restrizioni imposte nei mesi scorsi non mi era stato possibile partecipare al vernissage della mostra “Passi silenziosi nel bosco”, il 10 dicembre. Avevo dovuto aspettare un paio di settimane per riuscire a visitarla, poco prima di Natale. Giusto in tempo perché l’omonimo volume, con i disegni di Hugo Pratt e Nicola Magrin e testi di Marco Steiner, diventasse uno dei regali sotto l’albero.
Ma avevo intenzione di renderlo ancora più prezioso e così non potevo farmi sfuggire il finissage, fissato proprio per il pomeriggio di sabato 13 febbraio (la mostra si potrà visitare fino al 13 marzo).

Ho ammirato di nuovo le tavole di Pratt e gli acquerelli di Magrin, litigando con mascherina e occhiali. Mi sono soffermato in particolare davanti alle betulle del giovane artista e su una pagina di “Wheeling”: non tanto (non solo!) per il disegno, ma per il testo che correva nella didascalia. Lo riporto qui sotto:
“Durante la notte a Boonesborough nevicò. Al mattino, i bambini del forte gridarono di felicità, i vecchi cominciarono a lamentarsi. Criss si sentiva ancora bambino. Era nel forte, ascoltava i racconti dei veterani. Aveva una piacevole legna resinosa nel camino e il sorriso di Jessi… La neve è stupenda, pensò…”.
Mi ha ricordato una celebre ode di Orazio… Proprio di “lettering”, ma anche di gin, di Divina Commedia, di Emanuele Luzzati e di Elfo chiacchieravo con Cristina Taverna, mentre Nicola Magrin, con la generosa cortesia che lo contraddistingue, disegnava con rapidi tratti sulla pagina di rispetto del volume un indiano che imbraccia il fucile sotto una falce di luna.
Peccato che un guasto alla linea di alimentazione elettrica nel nodo di Milano abbia causato un forte ritardo al treno con cui arrivava Marco Steiner. Il tempo di un saluto e già lui si metteva con Magrin ad autografare le copie di “Passi silenziosi nel bosco” per i lettori presenti in Galleria. Recupereremo alla prossima occasione la nostra chiacchierata: è la promessa con cui ricambio la citazione del brano iniziale del primo dei suoi testi:
“Per vivere il bosco bisogna essere
bosco
non entrare, passare, guardare, raccogliere, cacciare, bere, riposare,
uscire.
No,
non è così,
l’inizio del viaggio è immersione completa”…
Inno ad Aten
Alle piacevolezze della giornata si aggiungeva la tazza di caffè monorogine del Perù, preferito questa volta – per ragioni affettive – all’Etiopia su cui solitamente ricade la mia scelta (le poche volte che mi è concesso scegliere, purtroppo).
A casa, invece, mi aspettava la trasmissione in streaming dell’Akhnaten di Philip Glass sul sito della Metropolitan Opera grazie al generoso contributo della Neubauer Family Foundation. Era la replica della rappresentazione trasmessa lo scorso novembre (non mi ero persa neppure quella!).

È stato emozionante risentire di sera dalla voce del controtenore Anthony Roth Costanzo, nella parte del faraone Akhenaton, le parole dell’Inno ad Aten che di mattina avevo letto nelle mie “cinque pagine quotidiane” di “Giuseppe il Nutritore” di Thomas Mann. Musica, parole, allestimento da brividi (divino – davvero – il duetto tra Costanzo e il mezzosoprano J’Nai Bridges nel ruolo di Nefertiti).
Thou dost appear beautiful
On the horizon of heaven
Oh, living Aten
He who was the first to live
When thou hast risen on the Eastern Horizon.
Ma la giornata, per una volta davvero generosa, aveva ancora tanto da offrire, anche dopo il tramonto del disco solare. Ho assaporato le prime pagine de “La fattoria del Coupe de Vague”, appena pubblicato da Adelphi nella traduzione di Simona Mambrini, nel giorno del compleanno di Georges Simenon, nato a Liegi il 13 febbraio del 1903.
E mentre accompagnavo il figliolo a mangiare la pizza a casa di un amico, ho ascoltato alla radio l’Inno alla gioia di Schiller che corona la Nona Sinfonia di Beethoven, mentre sul parabrezza dell’auto era stampata una falce di luna che sembrava quella disegnata da Magrin.
Ma a dire il vero, per tutto il giorno, mi risuonava in testa una celebre canzone di Sergio Caputo: “E sembra un sabato qualunque un sabato italiano / Il peggio sembra essere passato”.
Saul Stucchi
La seconda foto è della Galleria Nuages
Hugo Pratt, Nicola Magrin, Marco Steiner
Passi silenziosi nel bosco
Introduzione di Cristina Taverna
Progetto grafico di Guido Scarabottolo
Edizioni Nuages
2020, 72 pagine
37 €
Passi silenziosi nel bosco
Informazioni sulla mostraDove
Galleria NuagesVia del Lauro 10, Milano
Quando
Dal 10 dicembre 2020 al 13 marzo 2021Orari e prezzi
Orari:da martedì a venerdì 14.00 – 19.00
sabato 10.00 – 13.00; 14.00 – 19.00
Chiuso lunedì e festivi
Biglietti: ingresso libero