Ultime settimane per visitare alla Fondazione Prada di Milano la splendida mostra Recycling Beauty: per la precisione fino a lunedì 27 febbraio 2023. Ne firmano la curatela Salvatore Settis e Anna Anguissola con Denise La Monica, mentre il progetto dell’allestimento è di Rem Koolhaas/OMA.

La bellezza “riciclata” – o meglio, riutilizzata – a cui si riferisce il titolo è quella delle antichità greche e romane nei secoli successivi alla caduta dell’impero romano, dal medioevo fino al Barocco. A raccontarla sono una sessantina di opere tra sculture in bronzo, marmi, gemme, avori e disegni, alcune delle quali autentici capolavori, come la Tazza Farnese prestata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (dove un cartello segnala che il pezzo – il più grande cammeo in pietra dura giunto fino a noi dall’antichità, datato al II-I secolo a.C. – sarà poi esposto nella mostra Dai Medici ai Rothschild. Mecenati, collezionisti, filantropi alle Gallerie d’Italia di Milano, nel corso del mese di marzo. Vedremo) o il Dittico consolare di Manlio Boezio, datato al 487 d.C., concesso dal Museo di Santa Giulia di Brescia.
Ritratto di famiglia
Sfiorano i vertici di bellezza di questi due manufatti altri pezzi, come la Coperta dell’Evangeliario di Ada, arrivata da Treviri. La coperta in sé, realizzata in legno di quercia, argento con doratura parziale e incrostazioni di gemme, data al 1499. La impreziosisce un cammeo – una sardonica a tre strati – che risale a prima del 326 d.C., anno della morte di Fausta, seconda moglie di Costantino, e della sua damnatio memoriae (dopo quella data l’imperatrice non sarebbe stata raffigurata nel ritratto di famiglia in cui compare con il marito, la madre di lui, Elena, il figlio Costanzo II e il figliastro Crispo). O come la Protome di cavallo in bronzo (cosiddetta Testa Carafa), realizzata da Donatello dopo il 1454, talmente bella da essere considerata un bronzo antico, di epoca greco-romana.

Tutte le opere, comunque, vanno assaporate per la bellezza che le contraddistingue e per la curiosa storia che accompagna ciascuna di loro. Le sei lastre marmoree con decorazione cosmatesca del secondo quarto del XIII secolo, giunte a Milano dal Museo della Cattedrale di Anagni, hanno decorazioni che a prima vista sembrano perfettamente simmetriche e invece “nascondono” numerose eccezioni alla regola. Il visitatore appassionato d’antichità gusterà il piacere di individuarle, senza però perdere di vista lo splendore dell’insieme (e l’abilità degli artigiani/artisti che le hanno prodotte).
Sedetevi e ammirate
Diversi pezzi sono collocati su “postazioni di lavoro” ma – per quello che ho constatato durante le mie due visite (a cui spero di poter aggiungere presto una terza occasione) – pochi sono i visitatori che osano sedersi per instaurare un rapporto diretto con le opere. C’è probabilmente il timore di infrangere qualche regola, mentre le poltroncine sono sistemate davanti alle scrivanie proprio per invitare le persone a “studiare” le opere, a guardarle con altri occhi.

Credetemi: è impagabile il privilegio di avviare un intenso tête-à-tête con le sette teste antiche che in un certo momento della Storia (e della loro storia) vennero interpretate come “Sette età dell’uomo” e come tali finirono sulla facciata di Palazzo Trinci a Foligno che oggi ospita la Civica Raccolta Archeologica Comunale, da cui provengono. Chi ha almeno un’infarinatura di ritrattistica imperiale romana riconoscerà a colpo d’occhio i ritratti di Marco Aurelio e Adriano.
Il colosso
Straordinario esempio di nobilitazione è il caso della sedia termale (latrina) in marmo rosso di età adrianea che venne utilizzata per secoli nelle incoronazioni papali!
Nella didascalia che accompagna il pezzo si legge:
Originariamente utilizzato come latrina, nel Medioevo questo sedile di marmo rosso fu ritenuto di porfido – pietra simbolo del potere – e perciò impiegato nelle cerimonie di insediamento dei papi (si credeva anche che l’apertura nel sedile servisse ad accertare il sesso maschile del nuovo pontefice)”.
Eccezionale anche la ricostruzione in scala 1:1 della statua colossale di Costantino, ricomposta in una sala della Cisterna. L’impresa si deve alla collaborazione tra i Musei Capitolini, Fondazione Prada e Factum Foundation, con la supervisione scientifica di Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali.
Ascoltate il mio consiglio: non perdetevi la mostra Recycling Beauty alla Fondazione Prada di Milano!
Saul Stucchi
Didascalie:
- Immagine della mostra “Recycling Beauty” Fondazione Prada, Milano
Foto: Roberto Marossi
Courtesy: Fondazione Prada
In primo piano: Pavone, età adrianea (130–140 d.C.)
Città del Vaticano, Musei Vaticani, Braccio Nuovo - Immagine della mostra “Recycling Beauty” Fondazione Prada, Milano
Foto: Roberto Marossi
Courtesy: Fondazione Prada
Gruppo di un leone che divora un cavallo
IV secolo a.C.
Roma, Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori - Immagine della mostra “Recycling Beauty” Fondazione Prada, Milano
Foto: Roberto Marossi
Courtesy: Fondazione Prada
In primo piano: Teste antiche interpretate come “Sette età dell’uomo”
Foligno, Museo della Città, Palazzo Trinci, Civica Raccolta Archeologica Comunale
Recycling Beauty
Informazioni sulla mostraDove
Fondazione PradaLargo Isarco 2, Milan
Quando
Dal 17 novembre 2022 al 27 febbraio 2023Orari e prezzi
Orari: da lunedì a domenica 10.00 – 19.00Martedì chiuso
Biglietti: intero 15 €; ridotto 12 €