Ha ragione la signora Carla: “Siamo tutti pliniani”. Al termine del percorso espositivo della mostra Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura non si può che concordare con quanto scritto dalla visitatrice nel libro dei commenti. Sono gli ultimissimi giorni di apertura perché la mostra, allestita nelle due sedi della ex Chiesa di San Pietro in Atrio in Via Odescalchi e di Palazzo del Broletto in Piazza del Duomo a Como chiuderà i battenti sabato 31 agosto.
Organizzata dalla Fondazione Alessandro Volta per celebrare uno dei cittadini più celebri della città lariana – di certo quello più celebre dell’antichità – nel bimillenario della nascita, avvenuta a Como nel 23 d.C., l’esposizione rievoca la vita e l’opera di Gaio Plinio Secondo, detto il Vecchio per distinguerlo dal nipote – e figlio adottivo – Gaio Cecilio detto il Giovane.
La curatela è firmata da Gianfranco Adornato, professore di Archeologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, con il coordinamento artistico del Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio.
Palazzo del Broletto
Le sale del Broletto ospitano opere di artisti contemporanei ispirate alla Naturalis Historia di Plinio. Ci sono fotografie di Luigi Spina tratte dal suo progetto intitolato Interno Pompeiano, splendide immagini di domus come la Casa dei Vettii e la Casa di Menandro. E poi tre serie di Cy Twombly, artista statunitense che – tra le altre cose – ha dipinto il soffitto di una sala del Museo del Louvre a Parigi. Qui sono esposte Natural History, Part II: Some Trees of Italy; Six Latin Writers and Poets; Five Greek Poets and a Philosopher.
Per le strade del centro, a cominciare dalla stessa Piazza del Duomo, sono disposte alcune sculture di Fabio Viale, riconoscibilissimi capolavori dell’antichità “sovrascritti” dall’artista con un processo di “tatuatura”. La brochure della mostra consente di scovarle tutte e cinque. Il Laocoonte, per esempio, è piazzato in Largo Miglio, con alle spalle la scenografica Porta Torre.
L’altra metà della mostra (in realtà c’è anche una terza parte nel nuovo spazio multimediale Vis
Comensis, dedicata ai quattro più illustri cittadini di Como: ai due Plinii si aggiungono Paolo Giovio e Alessandro Volta) riunisce pezzi antichi e opere moderne.
Busti preziosi
Ai busti dei primi imperatori romani, a cominciare dalla testa di Giulio Cesare prestata dalla Primaziale Pisana fino al Domiziano degli Uffizi, passando per il Nerone del Museo Palatino di Roma (già Museo Nazionale Romano). Prestiti importanti sono stati concessi anche dai Musei Vaticani e dal Museo Archeologico di Firenze, mentre la Biblioteca Palatina di Parma ha prestato un manoscritto della Naturalis Historia datato agli inizi del XV secolo.
Da ammirare uno per uno i mirabili e preziosissimi piccoli busti disposti in una teca, realizzati con i materiali più vari, come l’alabastro, il cristallo di rocca, l’argento, il calcedonio e la corniola. Su un pannello di sala si legge:
“Perché nulla manchi al piano della mia opera, restano ora le gemme: la maestà della natura vi si concentra in uno spazio ristretto, e molti ritengono che in nessun altro aspetto essa sia più degna di ammirazione”: con queste parole Plinio comincia il libro 37, l’ultimo della Naturalis Historia. Non sembra casuale la scelta di completare l’opera con una trattazione sulle gemme, che racchiudono nella loro dimensione ridotta tutta la bellezza e la potenza della Natura. La gemma diventa così quintessenza della Natura stessa, in evidente opposizione e antinomia con la parola incipitaria dell’intera opera pliniana: Mundus.
Su questo tema non posso che rimandare al recente lavoro della professoressa Gemma Sena Chiesa, Gemme antiche. Arte, lusso e potere nella Roma dei Cesari, pubblicato da Carocci. Altri libri mi sono venuti in mente mentre visitavo la mostra e non poteva essere altrimenti, essendo Plinio il Vecchio il capostipite degli enciclopedisti. Per esempio Vita di Plinio. Ovvero l’arte della meraviglia di Luca Canali (Ponte alle Grazie) e Plinio il Vecchio. L’eredità di un illustre comasco scrittore, naturalista, ammiraglio di Luigi Picchi (Nodo Libri).
Ma soprattutto All’ombra del Vesuvio. Vita di Plinio di Daisy Dunn (Solferino). Impossibile non pensarci: in copertina ha la serigrafia Vesuvius II.365 di Andy Warhol (1985), l’opera che chiude il percorso espositivo della mostra comasca. Non perdetevela.
Saul Stucchi
Foto di Carlo Pozzoni
Il catalogo del mondo:
Plinio il Vecchio e la Storia della Natura
Informazioni sulla mostra
Dove
Ex Chiesa di San Pietro in Atrio, Palazzo del Broletto, VIS ComensisComo
Quando
Dal 3 maggio al 31 agosto 2024Orari e prezzi
Orari Ex Chiesa di San Pietro in atrio:da martedì a venerdì 14.00 – 20.00
sabato e domenica 10.00 – 20.00
lunedì chiuso
Orari Palazzo del Broletto:
da martedì a venerdì 14.00 – 18.00
sabato e domenica 10.00 – 18.00
lunedì chiuso
Orari VIS Comensis:
da venerdì a domenica 14.00 – 20.00
Biglietti: intero 10 €; ridotto 5 €