Solo aggettivi elogiativi per la mostra “L’oro dei faraoni” che si è aperta sabato 7 luglio al Grimaldi Forum nel Principato di Monaco: magnifica, superba, imperdibile, spettacolare…
Curata dalla professoressa Christiane Ziegler, Conservatrice e Direttrice Emerita del Dipartimento delle Antichità Egizie del Museo del Louvre, l’esposizione è destinata ad attirare come un magnete appassionati di egittologia da tutto il continente. I gioielli nelle vetrine delle boutique monegasche non possono competere con quelli esposti in mostra!
Le teche dell’allestimento sono quelle di una gioielleria e altrettanto raffinata è l’illuminazione che esalta i pezzi selezionati, in gran parte provenienti dal Museo Egizio del Cairo che ha prestato ben 150 oggetti, uno più bello dell’altro. A corredo di questo tesoro sono arrivati pezzi da quattro musei francesi tra cui il Louvre di Parigi, dal Museo Egizio di Torino, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna e dai Musées royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles.
Il percorso si divide in due parti. Nella prima vengono raccontati il tema dell’Eldorado egizio, le tecniche di lavorazione orafa e il saccheggio delle tombe. La seconda parte, invece, procede in ordine cronologico. La storia dell’Egitto viene ricapitolata (per sommi capi, naturalmente!) nello scorrere dei secoli e dei millenni nelle grandi partizioni epocali in cui viene tradizionalmente suddivisa: il Periodo Tinita, l’antico Regno, il Medio Regno, il Nuovo Regno. Una sezione è dedicata al Terzo Periodo Intermedio e quella successiva, nonché finale, ai Tesori di Tanis.
Non ci sono “cali di tensione” durante il percorso: a meraviglia segue meraviglia, a gioiello incredibilmente raffinato viene dietro un altro reperto da ammirare con stupore (e un pizzico d’invidia per gli allestitori che hanno potuto tenerli tra le mani. Non parliamo poi di quella nei confronti dei fortunati possessori egizi di tremila anni fa!).
Il blu delle pareti richiama il colore del prezioso lapislazzuli importato dalle montagne delle regioni che ora formano l’Afghanistan. Le teche sono ben distanziate tra loro, consentendo una fruizione ottimale dei pezzi, ma non illudetevi: non avrete lo stesso privilegio che il ritardo del treno ha regalato a me, ovvero quello di visitare la mostra tutto solo…
Discreta la presenza dei pannelli didattici, ridotta alle introduzioni delle varie sezioni, con testi in francese, inglese e italiano, mentre le didascalie sono riportate – in francese – su piccoli display digitali.
Considerata la quantità dei pezzi e soprattutto la loro bellezza vanno messe in conto almeno un paio di ore per la visita. Ore di puro godimento! Quelli esposti, infatti, sono manufatti presenti sui libri di egittologia e di storia dell’arte antica. E non mi riferisco soltanto ai gioielli, ma comprendo anche le statue come il gruppo che raffigura il faraone Micerino affiancato dalla dea Hathor e dalla provincia di Tebe, rinvenuto dall’egittologo americano George Reisner nel 1908 a Giza, nei pressi della piramide più piccola della piana (supera comunque i 60 metri d’altezza!).
O come la sedia in legno dorato, stuccato e placcato d’argento appartenuta alla regina Sitamon, figlia primogenita del faraone Amenofi III e della Grande Sposa Reale Tiy. Fu ritrovata nella tomba di Yuya e Tuia, i genitori della regina Tiy (ovvero i suoceri di Amenofi III).
Al tesoro della tomba (nota con la sigla KV46, dove le lettere stanno a indicare Valley of the Kings, la Valle dei Re a Tebe) è dedicato uno spazio nella sezione del Nuovo Regno: qui sono esposti infatti il sarcofago esterno di Tuia in legno stuccato, dorato e incrostato e altri tesori, come il vaso in alabastro con i nomi di Amenofi III e di Tiy raffigurati nei cartigli e un ushabti di Yuya.
Si merita una teca tutta per sé l’ushabti di Tutankhamon in legno placcato in oro, mentre un suo anello condivide un’altra teca con uno scarabeo d’oro di epoca tarda e un elemento di stampo bivalve in pietra nera.
Accanto, un altro scrigno custodisce cinque gioielli spettacolari: un braccialetto con l’occhio di Horus (udjat) al nome di Sheshonq I (faraone della XXII dinastia), un amuleto di Psusennes I, un pettorale pendente rinvenuto nella tomba di Hatiay, un braccialetto di Ramses II e un orecchino di Ramses XI. Questi pezzi sono stati selezionati per illustrare le varie tecniche dell’oreficeria egiziana: la cesellatura, la filigrana e la granulazione, la doratura con sottilissime foglie d’oro e la tecnica cloisonné…
Di sala in sala cresce lo stupore. Gli occhi non sanno dove soffermarsi prima e più a lungo: sulla statua in granito rosa della regina Hatschepsut o sul rilievo che raffigura Akhenaton mentre rende onore al dio Aton, seguito dalla moglie Nefertiti e da due figlie (si notino le tracce ancora visibili della quadrettatura)? Questo reperto fa accelerare il battito del cuore a tutti gli appassionati del periodo armaniano (che non hanno dimenticato la bella mostra su Akhenaton a Ginevra del 2008)…
Degni di ammirazione sono anche il cofanetto in legno, avorio ed ebano di Amenofi III e la coppa o patera del generale Undjebundjed, al cui centro compare una raffinata scena con quattro nuotatrici che si svagano tra pesci, uccelli d’acqua e ninfee.
E ancora: sarcofagi, maschere funerarie, steli, corone e pettorali, vasi canopi… e un paio di sandali del faraone Psusennes I. Naturalmente in oro. Nessuno ne sfoggia di più eleganti sulla spiaggia di Monte Carlo!
Saul Stucchi
Didascalie:
- Maschera funeraria del re Psusennes I
Terzo Periodo Intermedio, XXI dinastia, 1000 a.C. circa
Oro e pietre semipreziose
Tanis, Tomba III, sepoltura di Psusennes I
Il Cairo, Museo Egizio, inv. JE 85913
© Egyptian Museum, Cairo - Bracciale decorato con uno scarabeo alato e i cartigli di Psusennes I
Oro, lapislazzuli e pasta di vetro
Terzo Periodo Intermedio, XXI dinastia, regno di Psusennes I – Tanis
Il Cairo, Museo Egizio, inv. SR 1/8727, JE86027
© Egyptian Museum, Cairo - Sarcofago di Tuya
Legno, oro, argento
Valle dei Re, tomba di Yuya e Tuya
XVIII dinastia, regno di Amenofi III
Il Cairo, Museo Egizio, JE 68965, JE 95233
© Laboratoriorosso Srl - Patera delle nuotatrici
Oro, argento
Tanis, cripta di Undjebundjed XXI dinastia, regno di Psusennes I
Il Cairo, Museo Egizio, JE 87742
© Laboratoriorosso Srl
L’Oro dei Faraoni
2500 anni di oreficeria nell’Antico Egitto
Dal 7 luglio al 9 settembre 2018
- Orari: tutti i giorni 10.00 – 20.00 (il giovedì fino alle 22.00)
- Biglietti: intero 11 €; ridotto 9 €
Grimaldi Forum Monaco
Espace Ravel
10, avenue Princesse Grace
Monaco
Informazioni: