Resta poco meno di un mese per visitare la mostra Marina Abramović between breath and fire allestita allo spazio gres art 671 di Bergamo: chiuderà i battenti, infatti, il prossimo 16 febbraio.
Gres art 671 è il nuovo centro per l’arte e la cultura inaugurato nel 2023 in occasione del “gemellaggio” con Brescia come Capitale della Cultura. Sorge su un’area – proprietà del Gruppo Italmobiliare – un tempo destinata all’industria, di cui l’iniziativa in collaborazione con Fondazione Pesenti intende conservare memoria per le generazioni future.

Curata dalla storica dell’arte Karol Winiarczyk, l’esposizione presenta al pubblico trenta opere dell’artista serba naturalizzata statunitense. A tenerle insieme nel percorso espositivo sono i temi che richiamano, sui quali l’Abramović ha riflettuto nei decenni, ovvero il respiro, il corpo, la relazione con l’altro e la morte.
Il viatico lo offre la stessa protagonista con le parole che accolgono i visitatori, riprodotte su un pannello di sala: “Penso che prima di capire il concetto delle mie opere, si abbia una reazione emotiva ad esse. Per me è questa la giusta risposta all’arte. Deve emozionarti in un certo modo”.

Ben fatte sono le didascalie che non soltanto riportano le informazioni tecniche sulle opere, ma anche forniscono preziosi approfondimenti oltre a chiavi interpretative. Per esempio quella che accompagna The House with the Ocean View recita:
Il modello in scala 1 a 10 di ‘House with Ocean View’ ricrea meticolosamente la performance iconica di Marina Abramović in cui l’artista digiunò, per purificarsi, per 12 giorni consecutivi vivendo in tre stanze costruite all’interno di una galleria. Queste stanze erano totalmente visibili al pubblico ma isolate, senza nessuna possibilità di comunicazione o interazione fisica con esso. Questo modello, insieme a una proiezione, riflette l’esplorazione costante di Marina Abramović nel trovare nuovi mezzi per documentare, archiviare e rivivere la performance”.
Al concetto dell’altro è dedicata l’opera intitolata Imponderabilia, una delle performance che sono rimaste più impresse nell’immaginario collettivo. Nel 1977 Marina e Ulay (l’artista e fotografo tedesco è morto nel 2020) stavano in piedi, completamente nudi, l’una di fronte all’altro lasciando poco spazio tra loro in modo che i visitatori dovessero necessariamente sfiorarli per passare dall’altra parte. Qui in mostra è presentata in due versioni: come stampa in gelatina d’argento e come video.

Tra i momenti più intensi dell’intero percorso c’è senza dubbio la tappa nella saletta dedicata a Seven Deaths, un’esperienza cinematografica immersiva (di sette video, ciascuno di sette minuti, riprodotti in rotazione) con cui l’artista affronta il tema della morte ispirandosi ad altrettanti decessi messi in scena dall’opera lirica, cantati in altrettanti arie da Maria Callas, come Violetta ne La traviata per “Addio, del passato bei sogni ridenti” o Tosca per “Vissi d’arte”.
L’amore per la Callas le viene dall’adolescenza, quando ascoltava la radio mentre la nonna cucinava nella sua casa a Belgrado. Chissà che arte produrrà un giorno la musica che mandano oggi le radio…
Saul Stucchi
Didascalie:
- Veduta della mostra presso gres art 671, Bergamo
Photo credit Adicorbetta - Marina Abramović
Dozing Consciousness (1997/2002)
© Marina Abramović
Courtesy of Lisson Gallery and the Marina Abramović Archives - Marina Abramović
Seven Deaths (2021)
© Marina Abramović
Courtesy Lisson Gallery and The Marina Abramović Archives
Photography by Todd-White Art Photography
Marina Abramović between breath and fire
Informazioni sulla mostraDove
Spazio gres art 671Via S. Bernardino 141, Bergamo
Quando
Dal 14 settembre 2024 al 16 febbraio 2025Orari e prezzi
Orari: da mercoledì a domenica 10.00 – 20.00Biglietti: intero 13 €; ridotto 10 €