Ultimissimi giorni per visitare la mostra dedicata a Georges Prosper Remi, in arte Hergé, al Museo Gulbenkian di Lisbona. Chiuderà infatti i battenti il 10 gennaio, dopo oltre cinque mesi di apertura (dal primo di agosto del 2021). Organizzata in collaborazione con il Museo Hergé di Louvain-la-Neuve, è allestita nella galleria principale dell’Edifício Sede, dunque non nel corpo del Museo che ospita la straordinaria collezione del magnate del petrolio, di origini armene (qui su ALIBI trovate una selezione di 10 opere da non perdere al Museo Gulbenkian).

A indicare l’ingresso c’è una vera e propria icona: il razzo lunare di Tintin. In mostra la navicella ha una sotto-sezione tutta per sé, con tanto di riproduzione della canzone Space Oddity di David Bowie.
Le sezioni della mostra
Nelle sale in cui si dipana il percorso espositivo realtà e fantasia si intersecano tanto da confondersi. I lettori che amano le storie di Tintin e del fido cagnolino Milù si immergono in un universo in gran parte noto, ma non mancano nemmeno per loro le sorprese. Per chi come me, invece, conosce soltanto di fama l’eroe di Hergé, la mostra è una miniera inesauribile di scoperte.
Queste sono le sezioni:
- Grandezza di un’arte minore
- Hergé, l’amante dell’arte
- Il romanziere dell’immagine
- Il successo e la tempesta
- Una famiglia di carta
- Hergé e la rivista “Coeurs Vaillants”
- l’arte della pubblicità
- la lezione dall’Oriente
- La nascita di un mito
Una delle prime sorprese o scoperte è la passione di Hergé per l’arte, non soltanto come artista, ma anche come collezionista. Su una parete sono esposte alcune opere provenienti dalla sua collezione, tra cui Concetto spaziale di Lucio Fontana. C’è poi un suo ritratto realizzato – impossibile non riconoscerlo al volo – da Andy Warhol: è una serigrafia del 1977. Di qualche anno successivo (1981) è il busto in bronzo scolpito da Chang Chong-Chen in occasione di un incontro con Hergé.

Protagoniste sono ovviamente le tavole di Tintin, con i disegni e gli schizzi. Una teca è dedicata al processo di realizzazione dei fumetti, fase per fase: quando ancora tutto si faceva a mano, prima dell’avvento del computer e del digitale.
Un orologiaio benedettino
In un’intervista allo scrittore francese Numa Sadoul, cinquant’anni fa (nel 1971) Hergé così descrisse il suo lavoro: “Non puoi nemmeno iniziare a immaginare che compito lungo e arduo sia. In realtà è un lavoro manuale! Faticoso come il lavoro di un orologiaio, davvero. Un orologiaio o un monaco benedettino. O un orologiaio benedettino…”.
Questa è soltanto una delle tante citazioni riprodotte sulle pareti, brani significativi utili a farsi un’idea più precisa del lavoro di Hergé, ma anche del suo modo di intendere il mondo, la storia (e le storie), il rapporto con i personaggi che ha inventato.
Non vengono nascoste le ombre nella carriera di Hergé, come gli anni della Seconda guerra mondiale e la sua posizione sul colonialismo. A questo proposito c’è una teca dedicata alla storia Tintin in Congo, con tanto di cappello coloniale e una foto della scultura L’Homme-Léopard di Paul Wissaert, commissionata all’artista dal Ministro delle Colonie (ne riparlerò nel resoconto della lectio magistralis di Neil McGregor al Museo del Louvre a cui ho assistito lo scorso novembre). La statua è rimasta esposta al Museo Reale dell’Africa Centrale di Bruxelles fino al 2013.

Forse la parte che mi ha colpito di più è stata la sezione dedicata all’influenza dell’Oriente sull’arte di Hergé. Qui sono esposti diversi pezzi interessanti, come il diario del viaggio in Europa di Chang (in una copia facsimile), aperto sulla giornata del primo maggio 1934, quando incontrò Hergé nella sua casa di Rue Kapnen a Bruxelles.
Successivi incontri domenicali diedero origine alla loro amicizia e collaborazione per la realizzazione della storia Il loto blu, il quinto albo delle avventure di Tintin. L’allora studente di belle arti regalò a Hergé alcuni pennelli per calligrafia. L’illustrazione per la copertina del volume, realizzata a gouache su carta, è davvero un’opera d’arte. Come molti altri disegni di Hergé esposti in mostra.
Saul Stucchi
Foto © Pedro Pina
La foto del razzo lunare è di Saul Stucchi
Hergé
Informazioni sulla mostraDove
Museo GulbenkianAv. de Berna 45A, Lisbona (Portogallo)
Quando
Dal 1° agosto 2021 al 10 gennaio 2022Orari e prezzi
Orari: da martedì a domenica 10.00 – 19.00Biglietti: intero 5 €