Fino al 30 luglio si può visitare a Forma Meravigli a Milano la mostra “Istanti di luoghi” di Ferdinando Scianna, curata da Alessandra Mauro.
È un viaggio nella produzione del fotografo di Bagheria attraverso una cinquantina dei suoi scatti in bianco e nero dedicati al paesaggio, senza evidenti criteri negli accostamenti, così che il visitatore può ammirare in un solo colpo d’occhio immagini realizzate in luoghi e date anche molto distanti tra loro: per esempio una fotografia scattata giusto mezzo secolo fa (1967) alle Cinque Terre è esposta accanto a una foto di Paestum datata 1990, mentre una parete ospita quattro opere, le cui didascalie recitano rispettivamente Barcellona 1994, Emilia 2008, Los Angeles 1985 e Calabria 1973.
A inaugurare il percorso espositivo c’è questa citazione di Scianna:
Ho sempre pensato che io faccio fotografie perché il mondo è lì, non che il mondo è lì perché io ne faccia fotografie. Anche questi luoghi non mi sembra di averli cercati, li ho incontrati vivendo, e poi ho scelto alcune delle tante fotografie che in questi incontri mi sono state regalate per comporne un libro nel quale riconoscermi.
L’ombra del fotografo proiettata su una scogliera a Cabo de Gata, in Andalusia, ne restituisce un “autoritratto”. Per il resto in mostra Scianna è presente con un altro testo in cui si autodefinisce per negazione:
Non mi considero un fotografo paesaggista. Nemmeno un fotografo ritrattista, o un fotografo di moda. Nemmeno soltanto un fotogiornalista. Anche se a queste pratiche artigianali ho dedicato per cinquanta anni, e quasi altrettanti libri, il mestiere della mia vita. Meno che mai mi considero un fotografo artista. Ho cercato di essere un fotografo, un reporter, e spero che come tale mi si consideri.
Sono le sue fotografie a parlare per lui. Un posto particolare ha la sua Sicilia, ma senza le didascalie sarebbe difficile riconoscere i luoghi, se non per la piramide a gradoni di Saqqara e (mi pare) la Valle dei Re in Egitto in cui ha immortalato alcuni cani spaparanzati al sole.
La presenza umana è rara e sfuggente: due beduini in una tormenta di sabbia (Douz, Tunisia, 1969); un gruppo di persone nella campagna di Alcamo è lasciato letteralmente ai margini per dare spazio ai filari di vite; alcuni uomini si riposano su un prato a Nuova Delhi…
Dalla Bolivia alla Russia, dalla Costa d’Avorio all’India, dallo Yemen alla Liguria passando per gli Stati Uniti, Scianna ha girato il mondo per raccontarlo attraverso le lenti delle sue macchine fotografiche.
Una piccola sezione della mostra, intitolata “Ritratto di un fotografo in 15 libri pubblicati e 5 mai usciti”, è dedicata alla sua produzione libraria. Alcune teche custodiscono copie di questi volumi, come “Feste religiose in Sicilia” e “La moda”. Anche qui sono riprodotti alcuni pensieri del fotografo. In particolare mi ha colpito questo:
Succede che viaggiando dentro i labirinti del mio archivio incontri un tema, una storia, una piccola ossessione formale, che ho voglia di fissare, ricordare, dargli forma. Allora mi costruisco un librino, in una sola copia, soltanto per me.
Non so voi, ma personalmente trovo fantastica questa idea di un librino in un’unica copia personale. Un pensiero tentatore, un seme di mille potenziali progetti…
Intanto, per continuare il viaggio, sono uscito dalla mostra con il volume “Ore di Spagna” di Leonardo Sciascia, con le fotografie, naturalmente, di Ferdinando Scianna (Contrasto).
Saul Stucchi
Didascalie:
- Ferdinando Scianna
Bolivia 1986
© Ferdinando Scianna/MagnumPhotos/Contrasto - Ferdinando Scianna
Roccamena, Palermo 1963
© Ferdinando Scianna/MagnumPhotos/Contrasto - Ferdinando Scianna
Nuova Delhi 1972
© Ferdinando Scianna/MagnumPhotos/Contrasto
Istanti di luoghi
Fotografie di Ferdinando Scianna
Fino al 30 luglio 2017
Orari: da mercoledì a domenica 11.00 – 20.00
Lunedì e martedì chiuso
Biglietti: intero 8 €; ridotto 6 €
Forma Meravigli
Via Meravigli 5
Milano
Informazioni:
Tel. 02.58118067