Ultimi giorni per visitare al Museo del Louvre di Parigi la mostra Riscoprire Cimabue. Alle origini della pittura italiana. Chiuderà infatti i battenti il prossimo 12 maggio, dopo aver accolto i visitatori per quasi quattro mesi a fare data dal 22 gennaio.
Messa in scena in fondo alla Grande Galerie, presenta un allestimento sobrio di colore grigio scuro per far sì che risaltino gli ori e i colori delle opere di fine Duecento e inizio Trecento. Ma il primo “Cimabue” a entrare al Louvre fu in realtà un dipinto a tempera su tavola – Madonna con Bambino – oggi assegnato alla bottega o alla scuola del Botticelli, datato attorno al 1500, dunque di due secoli posteriore all’epoca di Cenni di Pepo detto Cimabue.
Il fatto è che all’inizio dell’Ottocento (per l’esattezza nel 1802), quanto l’opera entrò al Louvre, si sapeva ben poco dell’artista. Così per una quarantina d’anni la tavola fu esposta vicino alla Maestà senza che le evidenti differenze stilistiche facessero sorgere qualche dubbio. Dunque la prima parte del percorso serve per illustrare come la critica abbia posto a revisione negli anni la figura e l’opera di Cimabue, partendo dai pochi dati certi, tra cui la lode di Dante (Purgatorio, canto XI).

Le didascalie sono in francese e in inglese, ma i pannelli di sala sono tradotti anche in italiano, come segno di attenzione verso una buona parte del pubblico che visita la mostra, curata da Thomas Bohl, “conservateur” al Dipartimento di Pitture del Louvre, e come riconoscimento per gli importanti prestiti dal nostro Paese (in particolare da Siena e Pisa).
Due sono i nuclei attorno a cui ruota l’esposizione: la grande Maestà che è stata recentemente sottoposta a un importante restauro – di cui viene qui reso conto (e più dettagliatamente nel catalogo): è riemersa, per esempio, la pseudo-iscrizione in finti caratteri arabi che corre intorno alla cornice – e la Derisione di Cristo acquistata dal Louvre nel 2023, dopo essere stata riscoperta presso dei privati nel 2019 e in seguito classificata come “tesoro nazionale”.
In sala è esposta accanto alla Flagellazione prestata dalla Frick Collection di New York. La terza delle quattro tavole che componevano il pannello sinistro di un dittico è alla National Gallery di Londra. Le altre cinque tavole sono andate perdute.
Dal Museo Civico di Palazzo dei Consoli a Gubbio è arrivato il piccolo tabernacolo con i santi Abbondio e Crisanto, mentre dal Museo dell’Opera del Duomo di Siena sono giunti due pannelli provenienti dalla parte posteriore della Maestà di Duccio di Buoninsegna, raffiguranti rispettivamente La flagellazione e L’incoronazione di spine, e La derisione di Cristo e Cristo davanti a Caifa.
Sia detto tra parentesi a quell’opera appartiene la tavola con la scena di Pilato che si lava le mani, scelta come copertina (ma ribaltandone il senso a specchio) de Il procuratore della Giudea di Anatole France nella collana La memoria di Sellerio (un librino assai caro agli appassionati di Sciascia, autore della traduzione e della cura editoriale).
Interessante – non solo nel contesto della mostra, ma anche come utile promemoria per gli isolazionisti di ogni dove – il pannello dedicato all’Italia e al Mediterraneo nel corso del XIII secolo, con l’indicazione della provenienza di alcune opere qui esposte, come la dalmatica di Santo Stefano di Muret realizzata nel nord della Spagna o le ceramiche tunisine di inizio XI secolo murate nella facciata della basilica di San Piero a Grado a Pisa.
Ma naturalmente la maggior parte degli sguardi non faranno che andare avanti e indietro dalle due grandi opere – due capolavori – al fondo della sala: la Maestà di Cimabue e Le stigmate di San Francesco di Giotto.
Saul Stucchi
Didascalia:
Cenni di Pepo, detto Cimabue (Firenze, 1240 circa – Pisa, 1302)
La Vergine e il Bambino, in maestà attorniati da sei angeli (Maestà)
1280-1290
Tempera su fondo d’oro su legno
Musée du Louvre © C2RMF / Thomas Clot
Riscoprire Cimabue
Alle origini della pittura italiana
Informazioni sulla mostra
Dove
Museo del LouvreParigi
Quando
Dal 22 gennaio al 12 maggio 2025Orari e prezzi
Orari: tutti i giorni tranne il martedì 9.00-18.00Mercoledì e venerdì fino alle 21.00
Martedì chiuso
Biglietti: intero 22 €