Resta poco meno di un mese per visitare la mostra “1821. Prima e dopo” allestita nel nuovo edificio “Pireo 138” (è l’indirizzo ad Atene) del Museo Benaki. Già per l’architettura il nuovo centro, dotato di una libreria e di una bella caffetteria, merita una visita.
L’esposizione rimarrà aperta fino al prossimo 7 novembre. Organizzata in collaborazione con la Banca di Grecia, la Banca Nazionale e la Banca Alpha, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, signora Katerina Sakellaropoulou, è una delle numerose iniziative per la celebrazione del bicentenario della Rivoluzione del 1821 che ha portato all’indipendenza della Grecia.

La mostra e il ricco catalogo che l’accompagna (disponibile anche in inglese) sono dedicati a Marinos Geroulanos e Angelos Delivorrias: il primo (1867 – 1960) fu un celebre chirurgo e professore universitario, il secondo (1937 – 2018) un archeologo, nonché direttore del Museo Benaki per oltre 40 anni.
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo occupa 2.500 metri quadrati divisi in tre piani (si inizia dal terzo per poi scendere), nei quali sono presentati ben 1200 oggetti che raccontano più di un secolo di storia ellenica, compresa tra il 1770 e il 1870 (e oltre).
Tre sono le sezioni in cui si articola:
- Ellenismo e dominio ottomano (1770 – 1821)
- Rivoluzione ed eroi (1821 – 1831)
- I Greci e lo Stato (1832 – 1880)
Ciascuna è introdotta da un bel video in inglese che si può vedere anche online, sul sito del Museo Benaki o sul suo canale YouTube. Il visitatore italiano che abbia poca dimestichezza con la storia moderna della Grecia si troverà in principio un poco spaesato. Il mio consiglio è quello di lasciarsi guidare dalla curiosità, soffermandosi sugli oggetti che più attirano l’attenzione. Impossibile, infatti, pretendere di comprendere il significato storico e il contesto di tutto quello che è disposto nelle teche e sulle pareti.
Tra parentesi: alcune didascalie – anch’esse in greco e in inglese – risultano di non facile lettura perché posizionate sulle pareti dietro le teche stesse. Bisogna letteralmente inginocchiarsi per vedere quella posta sotto una fonte battesimale in lega di rame martellata, tornita e stagnata con l’iscrizione “Questa fonte battesimale è nella Chiesa di Elia, Febbraio 1781”.
Prima di arrivarci si incontrano i documenti (libri e disegni) dei viaggiatori europei nelle terre greche all’inizio del Filellenismo e le sottosezioni dedicate al commercio, all’educazione e all’editoria. E poi, appunto, eccoci al ruolo – fondamentale – della chiesa ortodossa, custode della cultura e delle tradizioni elleniche durante i lunghi secoli del dominio ottomano.
Il dominio ottomano
Quasi tutto il materiale esposto proviene dalle collezioni dello stesso Benaki, per una gran parte composto da donazioni, come quella di Emmanouil Benakis, mercante e politico (fu eletto sindaco di Atene nel 1914), padre di Antonis, il collezionista d’arte che ha creato il Museo.

Alle spalle della statua in bronzo raffigurante Adamantios Korais che ebbe un ruolo chiave nell’Illuminismo greco (studiò medicina prima di dedicarsi alle lettere classiche) è collocata una libreria in legno. Curiosando tra i libri che vi sono esposti ho notato l’edizione francese in tredici volumi della “Storia della decadenza e caduta dell’impero romano” del Gibbon, oltre a opere di Plutarco, Tucidide, Pausania, Platone, tutte in francese.
C’è anche un po’ d’Italia, qua e là. Per esempio una coppia di pistole italiane fatte per il mercato ottomano, il dipinto a olio su tela “La fuga dei Greci da Parga” di Carlo Belgiojoso e il tomo ottavo della “Storia della guerra presente tra la Russia e la Porta Ottomana” di Domenico Caminer, pubblicato a Venezia nel 1770 “a spese di Antonio Graziosi”.
Il libro è aperto sul frontespizio dell’opera, accanto al quale campeggia il ritratto del generale e ammiraglio russo Aleksej Grigor’evič Orlov-Česmenskij, la cui spedizione (la celebre “Rivolta Orlov” del 1770) spinse la Grecia a ribellarsi agli Ottomani, senza però successo. Una bella litografia mostra l’assedio russo a Corone (Koroni), sulla punta del “dito” più occidentale del Peloponneso. La ritorsione (αντίποινα) fu particolarmente dura nel Mani e a Creta.
Gli eroi della Grecia
Il secondo piano, quello dedicato alla Rivoluzione e ai suoi eroi, è probabilmente quello emotivamente più intenso. Devo però confessare che non sono riuscito a vedere l’esposizione al primo piano perché il giorno della mia visita c’è stato un blackout, causato dagli incendi che questa estate hanno colpito la Grecia, compresa una zona a nord della capitale.
Il periodo cruciale della Rivoluzione è rievocato cronologicamente anno per anno, con precisione e cura e raccontato attraverso, documenti, libri, proclami, mappe, oggetti, armi, memorabilia, come un frammento della tenda in seta di Mahmud Dramali Pascià, trofeo della vittoria greca a Dervenakia, donato al Benaki da Andriani Kolokotroni. Ma anche quadri, come due piccole opere di Eugène Delacroix: “Due studi di abito suliota” (olio su cartone) e “Studio di babbucce” (olio su tela).

Un angolo è tutto dedicato – non poteva certo mancare! – a Lord Byron, di cui sono esposte anche un paio di pistole. Ci sono poi ritratti e documenti dei numerosi protagonisti: Andreas Londos, Alexandros Ipsilantis, Theodoros Kolokotronis, Laskarina Bouboulina, Dionysios Solomos, solo per citarne alcuni. Molti fecero una brutta fine, non sempre per mano dei nemici stranieri.
La Bouboulina rimase vittima di una faida familiare nel 1825. Londos si suicidò nella sua casa di Atene nel 1845, prostrato dal fallimento politico e dai problemi finanziari. Il primo presidente della Grecia libera, Giovanni Capodistria (Ioánnis Kapodístrias) – di cui in mostra è presente la copia digitale dell’intenso ritratto dipinto da Thomas Lawrence – venne assassinato a Nauplia dai parenti del principe maniota Petros Mavromichalis che aveva fatto arrestare. Non era arrivato a metà del mandato settennale conferitogli nel 1828.
Come vedete, la storia greca moderna è ricca di luci e ombre, a prescindere dai blackout elettrici.
Saul Stucchi
Didascalie:
- Artista anonimo
Il giuramento di Lord Byron a Missolungi
Copia dell’opera di Ludovico Lipparini (1802–1856)
Olio su tela, 16×19 cm
Museo Benaki - Una sala della mostra
- L’angolo dedicato a Lord Byron
1821. Prima e dopo
Informazioni sulla mostraDove
Museo Benaki Pireos 138Pireos 138, Atene (Grecia)
Quando
Dal 3 marzo al 7 novembre 2021Orari e prezzi
Orari: martedì, mercoledì, giovedì e domenica 10.00 – 18.00venerdì e sabato 10.00 – 22.00
Biglietti: intero 15 €; ridotto 12 €