Il cartellone del Teatro Elfo Puccini di Milano propone, nella sua Sala Fassbinder, Love-Lies-Bleeding di Don DeLillo: da ieri, martedì 11, fino a domenica 16 marzo. Definire in un termine lo spettacolo di Phoebe Zeitgeist non è facile, ma per nostra fortuna (e soprattutto degli spettatori) non è necessario. Commedia noir, dramma esistenziale, tragedia annunciata… sì, tutto insieme peraltro.
In breve la trama: “annullato” da due ictus – di cui il secondo particolarmente devastante – l’artista Alex, già avanti con l’età, è accudito dalla giovane moglie Lia, l’ultima di una serie piuttosto nutrita. Ne fa parte anche Toinette, venuta a trovarlo nella sua casa nel deserto del sud-ovest degli Stati Uniti. Lì c’è già il figliastro Sean, avuto da Alex con un’altra moglie ancora, tradita con Toinette mentre era in dolce attesa.

Per quale motivo i due sono convenuti lì? Per porre fine alle sofferenze di Alex, cioè alla sua vita. Ecco gli elementi del dramma. Come vengono presentati, analizzati e mescolati è opera del testo di Don DeLillo (del 2005) e del lavoro di rielaborazione compiuto dalla compagnia Phoebe Zeitgeist, in particolare da parte di Giuseppe Isgrò che ne firma la regia.
L’unico personaggio sempre in scena è il manichino che “impersona” Alex, ormai ridotto alle sue funzioni vegetali. All’inizio vediamo il suo doppio, ovvero la sua persona “viva”, alle prese con un dialogo con la giovane moglie. Il tema è il ricordo di un evento in qualche modo traumatico – e insieme predittivo – ovvero la vista di un uomo morto da parte di Alex bambino, mentre viaggiava in metropolitana in compagnia del padre.
Com’è possibile che gli altri passeggeri non si fossero accorti del cadavere? Cosa distingue una persona viva da una morta? Sono soltanto due delle domande che l’autore – e di conseguenza il regista – e poi ogni singolo spettatore si pongono durante lo svolgimento della trama.

La tensione è data dal fatto che i tre personaggi “vivi” hanno punti di vista, convinzioni, speranze e timori differenti da quelli degli altri. Non si trovano d’accordo su nulla, neppure sull’interpretazione dei fatti del passato (“chi” sa “cosa” di quanto è successo nella vita di Alex?). Tantomeno su quale debba essere il suo futuro: spegnersi progressivamente, forse in uno stato di assoluta apatia o invece in un inferno di dolore, oppure vedersi accorciata la vita, con l’intervento volontario da parte di uno dei suoi familiari?
Per procedere con l’eutanasia ci vuole il consenso esplicito della moglie in carica, ma tanto Sean quanto Toinette sono consapevoli che Lia non lo darà. Lei se ne prende cura da tempo ed è convinta che lui continui in qualche modo a vivere.
Il manichino è una sorta di convitato di pietra che assiste ai dialoghi, alle scaramucce, alle contrapposizioni e ai tentativi di persuasione che i tre personaggi tessono tra loro. Non è senza significato che lo stesso attore – Daniele Fedeli – interpreti sia il figlio Sean sia il padre Alex quando è “attivo”, indossando peraltro una maschera che pare riprodurre i tratti del regista Isgrò. Francesca Frigoli recita invece la parte di Toinette, mentre Liliana Benini è nei panni di Lia, vedova in potenza, rimasta con la responsabilità più grande, lei che per la giovane età ha ancora le spalle strette.

Quello rappresentato sul palcoscenico è un triangolo di difficile decifrazione perché i lati sono in continuo movimento. Ma a ben guardare, si tratta in realtà di un quadrilatero, con un lato – quello di Alex – reso “invisibile” dalla miopia degli altri.
Love-Lies-Bleeding (il titolo rimanda alla pianta dell’amaranto e ne viene spiegato il motivo durante lo spettacolo) è una sorta di resa dei conti tra i personaggi, gravati da sensi di colpa e da ansie nell’attesa che si compia l’inevitabile.
È un intrico di tanti temi, come l’assenza e la presenza, il rapporto – o la mancanza di rapporto – tra padre e figlio, il diritto alla vita e quello alla morte, la responsabilità di decidere per sé e per gli altri. È sapientemente giocato su un bilanciamento (mai statico, ma sempre dinamico) di poteri e di forze, di ragioni e di torti.
Un pizzico d’ironia serve per smorzare la tensione che altrimenti porterebbe al parossismo, la musica (usata con abbondanza forse un po’ eccessiva) ha il compito di incorniciare le scene, gli spostamenti degli arredi di scena e degli stessi personaggi ne rappresentano i movimenti sulla scacchiera della vita. Messo all’angolo, c’è il re sotto scacco.
Sean e Toinette sfiorano soltanto Alex, lo prendono in giro, parlano come se non ci fosse. O meglio, per loro c’è, ma non esiste. Soltanto verso la fine verrà instaurato un contatto fisico, con una mano posata sulla sua. Ciascuno di noi potrebbe essere quell’uomo in metropolitana o lo stesso Alex.
Saul Stucchi
Foto di Luca Del Pia
Love-Lies-Bleeding
di Don DeLillouno spettacolo di Phoebe Zeitgeist
regia Giuseppe Isgrò
assistente alla regia Giulia Dalle Rive
con Francesca Frigoli, Daniele Fedeli, Liliana Benini
scena e costumi Giovanni De Francesco
disegno e architettura del suono Stefano K Testa con la consulenza di Shari DeLorian
visuals Luca Intermite
dramaturg Matteo Colombo
cura del progetto Francesca Marianna Consonni
produzione Teatro E (Trento)
con il sostegno di Silent Art Explorer
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Teatro Elfo PucciniCorso Buenos Aires 33, Milano
Quando
Dall’11 al 16 marzo 2025Orari e prezzi
Orari:Martedì 11 marzo 20:30
Mercoledì 12 marzo 20:00
Giovedì 13 marzo 20:00
Venerdì 14 marzo 20:30
Sabato 15 marzo 19:30
Domenica 16 marzo 16:30
Durata: 2 ore compreso l’intervallo
Biglietti: intero 34 €; ridotti 18/15 €; online da 16,50 €