• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Luoghi
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • A letto con ALIBI
  • Mostre
    • Arte
    • Fotografia
    • Storia
  • Spettacoli
    • Teatro & Cinema
    • Musica & Danza
  • Biblioteca
  • Interviste
  • Egitti

Alibi Online

Voi siete qui: Biblioteca » “Lettere a Camondo” di Edmund de Waal

22 Novembre 2021 Scritto da Saul Stucchi

“Lettere a Camondo” di Edmund de Waal

Caro lettore,
ti invito a considerare questa recensione come il primo pannello di un dittico che troverà completamento con un articolo dedicato alla mostra “Edmund de Waal. Lettres à Camondo”, allestita al Musée Nissim de Camondo di Parigi fino al 15 maggio del 2022.

Conto di visitarla a breve. Ancora prima di metterci piede, so già che rinnoverà l’emozione (anzi, la commozione) che mi ha dato la lettura di “Lettere a Comondo”, il nuovo libro di Edmund de Waal, pubblicato in Italia da Bollati Boringhieri con la traduzione di Carlo Prosperi. Editore e traduttore sono gli stessi del primo, fortunatissimo, libro del ceramista inglese (dico “inglese” per brevità), “Un’eredità di avorio e ambra”, come del secondo, “La strada bianca”.

Davvero sunt lacrimae rerum, per usare l’emistichio virgiliano (Eneide I, 462) che l’autore appone in esergo.

Edmund de Waal, Lettere a Camondo, Bollati Boringhieri

Come porcellana

Caro lettore, se anche non avrai la possibilità di visitare la mostra, ti consiglio caldamente quest’opera: delicata e forte come una porcellana. Racconta la storia della famiglia de Camondo, da Costantinopoli a Parigi, e di un edificio in rue de Monceau (“è una via di conversazioni, una via di inizi, è questo a renderla così spciale”), un hôtel particulier, ideato come scrigno di ricercate preziosità e dimora dinastica, ma divenuto infine museo per la tragica morte dell’erede a cui era destinato.

Caro lettore, forse troverai un poco curioso questo mio modo di parlare del libro rivolgendomi direttamente a te. Meriti una spiegazione. Ho scelto di seguire l’esempio di de Waal. “Lettere a Camondo” è infatti una raccolta di cinquantotto missive, di varia lunghezza, che l’autore indirizza idealmente al conte Moïse de Camondo, banchiere e collezionista d’arte.

È lui che ha commissionato all’architetto René Sergent un edificio che fosse ispirato al Petit Trianon di Versailles, da costruirsi al posto di quello che il padre aveva acquistato e fatto sistemare in rue de Monceau al n. 63.

Edmund de Waal, muet, II- IV. Installation view Musée Nissim de Camondo, 2021 - © MAD, Paris / Christophe Dellière Courtesy of the artist and of Musée des Arts Décoratifs, Paris

Il padre si chiamava Nissim, che in ebraico significa “miracolo”. Lo stesso nome che Moïse darà al figlio. Quando questi morirà nel 1917 durante una missione aerea sul fronte occidentale, tutto cambierà per Moïse: “Questa sciagura mi ha distrutto e ha cambiato tutti i miei progetti”. L’appartamento del giovane diventerà un santuario e l’intero edificio un museo, donato alla Francia.

La tragedia è un evento drammatico nella storia della famiglia. Ma allargando lo sguardo la vicenda della famiglia Camondo, con gli addentellati di amicizie e parentele (tra cui quelle con la famiglia Ephrussi, al cui albero genealogico appartiene l’autore), s’intreccia con la Storia con la maiuscola, la terribile Storia dell’antisemitismo in Europa e dei prodromi della Seconda guerra mondiale.

Ricostruire un affresco

De Waal penetra nel labirinto della memoria, utilizzando come filo d’Arianna gli archivi della casa, in cui sono conservati “inventari, copie carbone, cataloghi d’asta” e ogni altro tipo di carte: dalle istruzioni per la custodia delle pellicce, ai documenti di deportazione della figlia Béatrice e di altri congiunti. Con pazienza, sensibilità, amore e orrore, ricostruisce un intero mondo in cui tu, caro lettore, potrai accedere anche grazie al ricco apparato iconografico che completa il libro. Ci sono le foto dei protagonisti, le immagini delle sale della casa ora Museo, libri e documenti.

Quanta e che vita scorre in queste pagine! A 31 anni Moïse sposa Clara Elise Irène Cahen d’Anvers, diciannovenne: è la “Petite Irène” dipinta da Renoir nel 1880. Il magnifico ritratto ora è esposto nella Fondazione E. G. Bührle di Zurigo. D’ora in poi, caro lettore, non potrai più guardarlo con gli stessi occhi di prima.

Di lettera in lettera de Waal dà conto del suo scavo nell’archivio per recuperare i frammenti di un affresco finito in frantumi. La passione per i cavalli della famiglia Camondo, fidanzamenti e matrimoni e divorzi (che scandalo la fuga di Irène con il conte Sampieri, suo istruttore di equitazione!), nascite e morti, l’affaire Dreyfus che spacca in due la Francia, l’abominio delle leggi razziali e dei treni speciali.

Lettere allo specchio

In qualche modo de Waal le scrive allo specchio queste lettere. Imparando a conoscere Moïse, ci si identifica. Così ai dettagli della vita di Camondo mescola qua e là particolari della propria: il rumore della via in cui abita a Londra, l’atelier, il cane Isla…

Ma soprattutto riconosce una similitudine tra gli oggetti collezionati nella casa museo e le proprie opere in porcellana e poi, implicitamente, con le parole di scrittore. “Sono colpito dal risultato che avete raggiunto. Più tempo trascorro in queste stanze insieme a voi e più mi convinco della sensibilità eccezionale con cui siete riuscito a far funzionare insieme tutta questa casa”.

Una casa progettata come “complessa scatola meccanica” perché fosse un palcoscenico per la civiltà della conversazione che Camondo considerava il vertice della cultura europea. “La vostra casa è un luogo dove ogni cosa è qualcos’altro. Una risposta barocca contro la fedeltà ai materiali; qui un materiale si tramuta in un altro, la vostra mano tocca l’oro sul bracciolo della poltrona su cui siete seduto. I mobili hanno inserti di porcellana. È come una rappresentazione teatrale, della quale siete protagonista anche voi, quando vi vedete riflesso negli specchi”.

Ma soprattutto, caro lettore, la Casa Museo Nissim de Camondo è una scommessa sul futuro, un’arca di Noè approntata mentre si gonfiavano nere nuvole cariche di tempesta.

Saul Stucchi

IL LIBRO

Edmund de Waal
Lettere a Camondo
Traduzione di Carlo Prosperi
Bollati Boringhieri
Collana Varianti
2021, 192 pagine
16 €

La mostra

EDMUND DE WAAL
LETTRES À CAMONDO

Dal 7 ottobre al 2021 al 15 maggio 2022

Musée Nissim de Camondo
63, rue de Monceau
Parigi

Informazioni:

https://madparis.fr/Musee-Nissim-de-Camondo-125

Didascalia:

Edmund de Waal
muet, II- IV
Installation view Musée Nissim de Camondo, 2021
© MAD, Paris / Christophe Dellière Courtesy of the artist and of Musée des Arts Décoratifs, Paris

Tweet
Pin
Share
0 Condivisioni

Archiviato in:Biblioteca

Barra laterale primaria

Boitani a Vimercate


Articoli recenti

  • La Collezione Thomas Walther in mostra a Torino
  • A Vimercate è l’ora della “Festa del Libro e degli Autori”
  • “I Luoghi dell’Adda”: programma dell’edizione 2022
  • Recensione di “Biglietto blu” di Sophie Mackintosh
  • A Milano: “I Marmi Torlonia. Collezionare Capolavori”

Footer

Informazioni

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Informativa privacy & Cookie

La rivista online

ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

Copyright © 2022 · ALIBI Online - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano; reg. n° 213 8 maggio 2009
Direttore Responsabile Saul Stucchi