Rimaniamo in ambito stradale e passiamo dalla California di “Duel” all’Italia de “Il sorpasso” di Dino Risi (1962).
Devo dire che ho riflettuto a lungo prima di scrivere qualcosa su questo film. Ho riflettuto perché ero combattuto se parlarne in modo asettico oppure tirare fuori i ricordi di quando ero piccolo e vivevo in un’Italia simile a quella raccontata da Risi.
Così mi rendo conto che lo spaccone interpretato da Vittorio Gassman non era tanto diverso da mio padre e dai miei zii e cugini. Sicuramente il modo sofferto in cui ho passato la mia adolescenza in quel mondo, mi porta a giudicarlo con severità; tuttavia per me (che somigliavo nel comportamento e nell’atteggiamento più allo studente Trintignant), l’essere furbi, la capacità di imporsi su qualsiasi situazione, ha avuto l’effetto di farmi chiudere ancor più e di farmi sentire inadeguato di fronte alla vita.
Io dico sempre che mi sono salvato scappando via: ora mi rendo conto che non era solo una questione di mentalità o di modus vivendi: era una vera e propria visione del mondo, con i capaci al comando e gli idealisti sotto.
“Non fumi, non bevi, non sai neppure guida’ a machina. Che te godi della vita?” dice Gassman a Trintignant. Già. “Che te godi della vita?”. Sono stato ossessionato da questi valori (che, per inciso, mi sembra siano tornati di moda negli ultimi tempi). La mia timidezza, il desiderio di coltivare le virtù dell’anima, venivano presi per debolezza. Ricordo bene quante volte mi abbiano tacciato di dedicarmi a passioni da femminuccia, di non mostrare l’aggressività del maschio dominante. Quello che conta veramente è il piacere, inteso naturalmente nel senso più concreto del termine.
Un viaggio cinematografico
Meglio tornare al film di Risi. “Il sorpasso” è un viaggio cinematografico, a tratti antropologico, attraverso l’Italia del boom economico e del miraggio del benessere. Anche se, in larga parte, rientra nella cosiddetta “commedia all’italiana”, presenta diversi piani di lettura che contribuiscono a renderlo uno degli affreschi più interessanti della nostra società di quel periodo. Così ci sono squarci quasi documentaristici e storici, una precisa critica sociale (pur tra le pieghe comiche e divertenti), una chiara visione politica,in grado di anticipare quello che sarebbe diventata la nostra patria in mano a personaggi come Bruno Cortona, cioè furbi, individualisti e amorali.
“Il sorpasso” viene considerato da alcuni il capostipite dei road movies. All’uscita del film negli Stati Uniti (con il titolo di “The Easy Life”) divenne un fenomeno di culto al punto che Dennis Hopper per il suo “Easy Rider” ammise di essersene ispirato.
La sceneggiatura viene scritta a più mani, quelle di Dino Risi, Ettore Scola e Ruggero Maccari, anche se agli attori (in special modo a Gassman) è lasciata molta libertà di improvvisare.
Le musiche, i suoni e i rumori sono fondamentali per questo film: dal clacson della Lancia Aurelia B24S alle canzonette del periodo che rendono ancora maggiore l’effetto di verosimiglianza e portano rapidamente entro l’atmosfera dei jukebox e dei loro quarantacinque giri.
I successi di Dino Risi
Solo per sfoggio di erudizione, posso sottolineare anche come i due protagonisti rappresentino fedelmente la dicotomia nicciana fra l’apollineo e il dionisiaco: Roberto (Trintignant) legato alla ragione; Bruno (Gassman) legato al puro istinto.
Poche parole (ma solo perché mi è restato poco spazio) su Dino Risi. Nasce a Milano nel 1916 e muore a Roma (in modo non troppo chiaro) nel 2008. Molto amato dal pubblico, inanella una serie di successi al botteghino, da “Poveri ma belli” (1956), a “Operazione San Gennaro (1966), a “Straziami, ma di baci saziami” (1968) e altri.
Del suo “Profumo di donna” (1974) viene girato nel 1992 un remake hollywoodiano “Scent of a Woman” che fa vincere l’oscar ad Al Pacino come miglior attore protagonista. Nel 2002 riceve a Venezia il Leone d’oro alla carriera.
Note e curiosità
Mario Cecchi Gori, il produttore del film, aveva pensato a un finale diverso: secondo lui ci sarebbe voluto un lieto fine, nel quale la Lancia Aurelia B24S Spider sfrecciava felice lungo i tornanti del lungomare. Si racconta che a decidere come terminasse la pellicola, sia stata una scommessa: se il giorno seguente all’ultima ripresa ci fosse stato il sole, avrebbero girato il finale voluto dal regista; in caso contrario, sarebbe restato quello di Cecchi Gori.
Una delle due turiste tedesche che vengono inseguite fin dentro il cimitero militare di Pomezia è la danese Annette Strøyberg, attrice con la quale Gassman avrà una seria relazione sentimentale. Nella partita a ping pong in spiaggia, appaiono come spettatori Vittorio Cecchi Gori (figlio di Mario e futuro produttore) e Giancarlo Magalli, allora entrambi giovanissimi.
A proposito di Vittorio Gassman (1922-2000), oltreché ricordarlo come uno dei nostri maggiori attori di teatro e di cinema (soprannominato “il mattatore” da una trasmissione con lo stesso titolo andata in onda in televisione nel 1959), lasciando da parte la sua sterminata produzione artistica, mi soffermo sulla continuità familiare: il figlio Alessandro ne ha ripercorso in gran parte le orme e nel festival di Sanremo testé concluso il di lui figlio Leonardo ha vinto nella categoria “nuove proposte”.
Anche Dino Risi ha visto il figlio Marco intraprendere la sua carriera. Marco ha firmato pellicole di impegno e di denuncia (“Mary per sempre”, “Soldati – 365 giorni all’alba”, “Fortàpasc” e altri).
Chiudo le rassegne familiari con Jean Louis Trintignant (classe 1930) e con un ricordo personale. Qualche anno fa, mentre mi trovavo in visita al cimitero Père-Lachaise di Parigi, tra le varie tombe, rimasi colpito da quella di Marie Trintignant, non perché fosse particolare, ma perché emanava tristezza, come se la cura con cui fosse tenuta facesse trasparire un senso di angoscia. Marie era l’amata figlia di Jean Louis, aveva intrapreso la stessa carriera del padre, ma ha trovato la morte in un modo spaventoso: è deceduta in seguito alle percosse del suo compagno Bertrand Cantat, leader del gruppo musicale dei Noir Désir.
Nel 2012 Gloria De Antoni (con la collaborazione di Oreste De Fornari) ha girato il documentario “L’estate di Bruno Cortona. Castiglioncello nell’anno del Sorpasso”. In questo lavoro, realizzato nei luoghi del film, sono presenti interviste ad attori, comparse e testimoni del set del 1962.
Due Post Scriptum
In questa occasione ho dedicato poco spazio al film in sé, ma rimedierò già con il prossimo, prometto.
Ho ancora dubbi riguardo quello che ho scritto all’inizio. Forse ho davvero sbagliato io a non ricercare il piacere ed a non fare come tutti gli altri. Mah…
L S D
Le immagini sono prese da Wikipedia
Il sorpasso
Regia: Dino Risi
Interpreti: Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant, Catherine Spaak, Luciana Angiolillo, Claudio Gora, Luigi Zerbinati