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Voi siete qui: Teatro & Cinema » “Il fu Mattia Pascal” al Teatro Litta di Milano

15 Gennaio 2019

“Il fu Mattia Pascal” al Teatro Litta di Milano

Al Teatro Litta di Milano è in cartellone fino al 20 gennaio 2019 lo spettacolo “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello, nell’adattamento drammaturgico di Alberto Oliva (che ne cura la regia) e Mino Manni che invece ne interpreta il protagonista. Non è il loro primo Pirandello: ricordo un intenso “Enrico IV” di qualche anno fa.

Alessandro Castellucci, Mino Manni e Letizia Bravi nello spettacolo “Il fu Mattia Pascal”.

Con Manni sul palcoscenico recitano Marco Balbi nel ruolo di Anselmo Paleari, Letizia Bravi in quello della figlia Adriana, Alessandro Castellucci come Terenzio Papiano e Gianna Coletti nella parte della signorina Caporale. Il gruppo è ben affiatato e i singoli brillano nei rispettivi ruoli (il pubblico ha particolarmente apprezzato la prova di Gianna Coletti).

Meritano una segnalazione anche i bei costumi e la scenografia di Maria Paola Di Francesco. Quest’ultima consiste in una sorta di camera magica che funziona da teatrino delle ombre per riassumere la prima parte della fabula. Ma fa anche da cornice per le successive scene, compresa quella – forse la più riuscita – della seduta spiritica.

Mino Manni e Gianna Coletti nello spettacolo “Il fu Mattia Pascal”.

Il resto (tanta roba!) lo fa il testo di Pirandello che si articola in profonde riflessioni sulla vita e sulla libertà, e – come sempre nell’opera dello scrittore siciliano – sul tema dell’identità. Mattia Pascal ha la possibilità di giocarsi una seconda occasione. La sfrutta in principio per girare il mondo e dire addio a moglie, suocera, debiti e frustrazioni.

Vuol farsi, finalmente, artefice del proprio destino. Ma presto le cose prendono una piega inaspettata, dimostrando che la realtà è ben più complessa e complicata di quanto non immaginasse il protagonista. I dubbi sorgono già sulla scelta del domicilio e si ripresenta l’eterno dilemma tra città e campagna (già noto ai topi di Esopo).

Mino Manni e Marco Balbi nello spettacolo “Il fu Mattia Pascal”.

Poi ci pensa un Anselmo socratico a impartire al povero Pascal – Meis una lezione filosofica sulla natura dell’anima, sulla distanza che separa l’uomo dal verme. Saranno anche solo cinque gradini nella scala evolutiva, ma in migliaia di anni la natura avrà fatto qualche progresso! Come pensare, dunque, che la materia con cui è fatto il nostro naso sia la stessa con cui è fatta l’anima?!

Davvero un fine pensatore, quest’Anselmo! E s’intende anche di teatro! Lo dimostra spiegando allo scombussolato Pascal – Meis, più a suo agio con avvenenti fanciulle che con la filosofia del teatro, la differenza tra la tragedia antica e quella moderna, tra Sofocle e Shakespeare. Basterebbe uno strappo nel “cielo di carta del teatrino” delle marionette per trasformare Oreste in Amleto (lo stesso cielo che soggioga il principe Andrej in “Guerra e pace”…). Vittima dello sconcerto,

Oreste sentirebbe ancora gl’impulsi della vendetta, vorrebbe seguirli con smaniosa passione, ma gli occhi, sul punto, gli andrebbero lì a quello strappo, donde ora ogni sorta di mali influssi penetrerebbero nella scena, e si sentirebbe cader le braccia. Oreste, insomma, diventerebbe Amleto. Tutta la differenza, signor Meis, fra la tragedia antica e la moderna consiste in ciò, creda pure: in un buco nel cielo di carta.

E Pascal – Meis, a modo suo, è un Amleto in cerca di se stesso. L’occhio nuovo che gli regala una costosa operazione non gli cambia, come sperava, la vita. La girandola di colori non fa sparire il disagio che prova nell’intimo.

E se è vero che è stato “L’uomo che visse due volte”, per citare il titolo del celebre film di Hitchcock che Oliva e Manni hanno avuto in mente nell’elaborazione della drammaturgia, è anche l’uomo che è morto due volte. Prima come Pascal e poi come Meis. Solo per scoprirsi Nessuno e trovarsi immerso ancora più di prima nella palude dell’identità.
Saul Stucchi

Dal 10 al 20 gennaio 2019

Il fu Mattia Pascal

di Luigi Pirandello
Drammaturgia Alberto Oliva, Mino Manni
Regia Alberto Oliva
Interpreti Mino Manni, Marco Balbi, Letizia Bravi, Alessandro Castellucci, Gianna Coletti
Scenografia e costumi Maria Paola Di Francesco
Assistenti alla regia Cristina Garavaglia, Michela Tosi
In collaborazione con Compagnia I Demoni, Teatro alle Vigne, teatro in-folio Residenza Carte Vive – produzione Teatro de Gli Incamminati

Orari: da martedì a sabato 20:30; domenica 16:30
Durata: 90 minuti
Biglietti: intero 25 €; ridotti 16 / 12 €

Teatro Litta
Corso Magenta 24
Milano

Informazioni:www.mtmteatro.it

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