Si sa: non si giudica un libro dalla copertina (o almeno non si dovrebbe). Altrettanto noto è il potere d’attrazione delle copertine belle, così come respingenti sono quelle brutte: trasandate o, al contrario, eccessivamente elaborate. Il romanzo giallo Il detective Kindaichi di Yokomizo Seishi (come vuole la regola onomastica orientale, il cognome è premesso al nome di battesimo), pubblicato da Sellerio nella sua celebre collana La memoria con la traduzione dal giapponese di Francesco Vitucci, reca in copertina una splendida illustrazione realizzata nel 1927 da Kawase Hasui.

Mi è bastato soffermare lo sguardo sul volumetto sistemato su uno degli espositori della mia biblioteca per rimanere incantato. Il titolo mi ha incuriosito e così ho deciso di provare a leggerlo, pur avendo sulla scrivania e sul comodino (che in realtà non ho, ma passatemi la formula) una decina di libri che ho già iniziato o che attendono il proprio turno (giusto ieri me ne sono arrivati altri due).
Con una breve ricerca in rete ho scoperto che l’artista giapponese, noto in particolare per le sue silografie, in quest’opera ha raffigurato, sotto un’incipiente nevicata, lo Shitennō-ji, un complesso di templi buddhisti che si trova a Osaka. L’opera fa parte della terza serie dei suoi Ricordi di viaggio.
Omaggio al genere
Della trama del romanzo giallo non dirò pressoché nulla per non rovinare al lettore le sorprese disseminate tra le pagine. Mi limito a segnalare che si tratta di un tipico esempio di delitto in una camera chiusa (ovviamente dall’interno), o meglio ancora, di un omaggio al topos letterario, con tanto di riferimenti ai maestri del genere e alle loro opere più celebri.
A risolvere il mistero sarà il giovane detective del titolo, ovvero Kindaichi Kōsuke che compare quasi a metà del libro, nel capitolo 8 che gli è dedicato. Soffre di una leggera balbuzie e ha alle spalle un passato da tossicodipendente e da lavapiatti negli Stati Uniti. Da quella fase buia della sua vita è uscito grazie all’incontro con Kubo Ginzō. È proprio l’amico benefattore la persona che lo contatta per risolvere il mistero del tragico fatto di sangue che ha colpito la famiglia Ichiyanagi nel giorno delle nozze del figlio primogenito.
Kindaichi dovrà dare un senso ai fatti, individuare il colpevole e ricostruire la dinamica di quanto è successo nella camera chiusa. Riuscirà a farlo spiegando ai presenti radunati all’uopo – e ovviamente ai lettori – a cosa sono serviti tutti i reperti che erano stati squadernati sulla scrivania del commissario capo, ovvero:
- un bicchiere
- una spada
- un fodero di spada
- tre plettri
- un ponticello mobile di koto [1]
- un falcetto
[1] “strumento musicale a corda appartenente alla famiglia delle cetre”, per usare la definizione riportata nel glossario alla fine del libro.
Saul Stucchi
Yokomizo Seishi
Il detective Kindaichi
Sellerio
Collana La memoria
2019, 224 pagine
13 €