Voland pubblica Agnes (2023, traduzione di Letizia Kostner), il libro di esordio di Viktorie Hanišová, scrittrice e traduttrice ceca, di cui nel 2021 aveva già pubblicato l’intenso romanzo La cercatrice di funghi.
Julie, la protagonista, ha un lavoro importante, un compagno con cui condividere passioni comuni, una bella casa. All’improvviso sente l’esigenza di un figlio, di quella maternità che fino a un certo punto ha tenuto lontana; Julie ha combattuto questo desiderio per contrastare l’immagine che ha di sua madre, una donna incompleta e fredda, a cui manca qualcosa, che la maternità le ha tolto.
Ma quel desiderio all’improvviso risorge, forte e chiaro, fino a fare di lei una vittima del suo stesso corpo. Quando prende il sopravvento, Julie non può far altro che dedicarsi alla pianificazione (ossessiva) della propria maternità. Ne deriva una lotta col proprio corpo, il sesso perde d’interesse perché mero strumento riproduttivo, e l’amore per il suo compagno svanisce. Julie si trova così da sola e decide di adottare una piccola rom, di nome Agnes, che nessuno vuole e di cui nasconde le origini.
Julie costruisce una rete di bugie che finirà col soffocare lei stessa, Agnes e il loro rapporto. Intorno a questa donna e a sua figlia c’è solo una società incapace di andare oltre gli stereotipi e i pregiudizi.
Il libro di Viktorie Hanišová si rivela, fin da subito, un romanzo molto attento alla psicologia e al mondo femminile. Le tematiche che affronta non lo rendono meno interessante. Anzi, raccontare di una maternità non seguendo i canoni letterari, ma raccontandone i lati oscuri, fa di Viktorie Hanišová una scrittrice interessante, che merita di essere letta.
Gli uomini sono sempre sullo sfondo; si rivelano inconcludenti e un vero e proprio pretesto per mandare avanti parti di narrazione. Il racconto si snoda su due piani temporali: nel primo, più recente, Agnes è fuggita e a narrare è Julie; nel secondo si ricostruisce quanto ha preceduto la scomparsa e la voce di Julie interviene solo raramente. Il tono resta teso, invece, quando la scrittrice si ritrova a narrare di questioni forti e delicate.
La Hanišová racconta in modo molto diretto la distanza tra una maternità desiderata e voluta e una maternità vissuta dolorosamente. Agnes e Julie sono due personaggi interdipendenti; il loro rapporto non è semplice, mancano di spontaneità, manca loro un amore senza menzogne. Un amore incondizionato che lega, di solito, una madre a una figlia. È la verità taciuta della madre nei confronti della figlia Julie a dissolvere la madre e la figlia, loro identità, e la possibilità per entrambe di perdonarsi.
Julie rappresenta la sofferenza della maternità, il suo lato oscuro, che difficilmente si racconta, ma anche la solitudine, il bisogno amaro di non sentirsi giudicati o le sconfitte e le difficoltà di dedicarsi all’altro per seguirlo e farlo crescere intellettualmente ed emotivamente. Julie, che pure ha letteralmente fatto di tutto per avere Agnes, ha dubbi sul fatto di poter accettare del tutto Agnes che non è nata da lei.
Il fatto stesso che Agnes sia rom è più un problema per lei che non per gli altri. A poco a poco emerge anche il punto di vista di Agnes, una ragazzina che si stente estranea al mondo che la circonda e si vergogna senza sapere perché, come se fosse «un prodotto a poco prezzo e di bassa qualità». Agnes, come Julie, si sente in lotta con un avversario invisibile, che non può battere perché esiste solo nella testa di Julie.
Julie ha l’ossessione di plasmare Agnes a sua immagine, incapace com’è di vedere Agnes come una persona autonoma. La vorrebbe come una bambola: senza una volontà, senza un modo di pensare, senza alcuna possibilità di costruire la propria storia. La donna arriva a pensare che preferirebbe che quell’estranea non fosse più con lei a casa sua.
Julie ricomincerà a cercare Agnes quando l’avrà persa, ma questo si rivela l’ennesima espressione dell’unico amore di cui pare capace: più pensato che vissuto. Con l’illusione «che, potendo tornare indietro e cancellando un solo e unico episodio del proprio passato, il suo destino rientrerebbe nei binari prescritti».
Claudio Cherin
Viktorie Hanišová
Agnes
Traduzione di Letizia Kostner
Disegni di Martin T. Pecina
Voland
Collana Amazzoni
2023, 288 pagine
18 €