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Voi siete qui: Storia » “Racconti cuneiformi” ai Musei Reali di Torino

9 Febbraio 2025

“Racconti cuneiformi” ai Musei Reali di Torino

“Perché non parli?” è il titolo di un libro che l’editore Johan & Levi ha appena mandato in libreria. L’ha scritto Giovanni Carrada che lo dedica “alle persone che scelgono di entrare e visitare” e che spiega in dodici capitoli “come raccontare il patrimonio culturale”. Ne riparlerò prossimamente, in occasione della recensione, mentre ora mi limito a osservare che il tema della comunicazione del proprio patrimonio diventa per un museo una missione sempre più importante e inderogabile. Non basta più, infatti, conservare e custodire.

Numerose – ma ancora, purtroppo, limitate per quantità e qualità – sono le iniziative messe in campo dai musei italiani, che siano pubblici o privati, statali, regionali o comunali.

L'attore Giovanni Calcagno ai Musei Reali di Torino per "Racconti cuneiformi"

Recentemente, ovvero lo scorso 31 gennaio, ho partecipato a un interessante esempio nella Galleria Archeologica dei Musei Reali di Torino. “Racconti cuneiformi” è il titolo di un ciclo di visite teatralizzate organizzato grazie alla collaborazione tra l’istituzione, l’Università di Milano Oriente Antico Unimi e l’associazione La casa dei santi, un gruppo artistico nato nel 2003 dall’incontro tra la regista Alessandra Pescetta e l’attore Giovanni Calcagno (che ho conosciuto due anni fa grazie allo spettacolo “Gilgamesh. L’epopea di colui che tutto vide” visto al Teatro Carcano).

È proprio Calcagno il protagonista della visita teatralizzata. A lui è affidato il compito di accompagnare i visitatori che abbiano prenotato – l’evento è incluso nel biglietto d’ingresso – in un viaggio nel tempo e nello spazio, pur senza muoversi dalla Sala Mesopotamica. È una delle mie preferite tra le dieci che compongono il percorso museale di questa parte del Museo di Antichità.

Il suo grande fascino è dovuto ai reperti esposti, a cominciare dal frammento in calcare alabastrino con la raffigurazione del re Sargon II, proveniente dal suo palazzo a Khorsabad. E infatti giganteggia sulla locandina dell’iniziativa, posto di fronte all’attore Calcagno che sembra dedicargli un inno al suono del suo tamburello. E poi le tavolette in argilla disposte in un espositore degno di una gioielleria!

È questo archivio ad attrarmi come un magnete ogni volta che metto piede nel museo. Non conoscendo la lingua espressa in questi segni cuneiformi, mi limito a leggere le didascalie (ben fatte) e a osservare i piccoli pezzi su cui qualcuno, migliaia di anni fa, si è preso la briga di registrare contratti, lettere, affari e faccende private.

La locandina dell'iniziativa "Racconti cuneiformi" con l'attore Giovanni Calcagno ai Musei Reali di Torino

“Cerchiamo di far parlare queste pietre”, ha detto un archeologo dei Musei Reali, presentando il progetto, mentre Calcagno ha confessato che le storie che avrebbe raccontato di lì a breve “infiammano il mio cuore quando le ascolto”.

Aveva alle spalle proprio l’archivio di tavolette e servendosi “solo” della sua voce, del tamburello e di un flauto a vento africano ci ha catapultati indietro di millenni. E io ripensavo all’incipit della tetralogia Giuseppe e i suoi fratelli di Thomas Mann, “Profondo è il pozzo del passato..”, ma anche allo spettacolo “Memory of Mankind” di Markus Lindeen, incentrato proprio sul tema dell’archiviazione su tavole – in questo caso di ceramica – della memoria del genere umano, dalla Teoria del Big Bang alla ricetta per una torta al limone.

Ed è iniziato il racconto di Calcagno:

Prima che l’uomo fosse creato, nel mondo c’erano solo gli dei e gli stessi dei erano divisi in due caste: gli Annunaku, i capi, imponevano infatti un pesante lavoro e una fatica infinita agli Igigu, gli dei minori”.

Gli dei di “serie B” non erano per nulla contenti di lavorare giorno e notte per gli dei superiori e le cose si sarebbero messe male se non si fosse trovata una soluzione, di cui avremmo fatto le spese proprio noi!

Di dei e di rivolte, di una nuova genia di esseri (quella degli uomini), di araldi che recitavano i loro messaggi perché fossero più convincenti, della città di Uruk e della dea Inanna, della “stanza dei destini” e degli stampi per creare uomini e donne, e di tanto altro ha raccontato col suo talento Giovanni Calcagno. Con il risultato che i visitatori hanno iniziato a osservare con uno sguardo nuovo i reperti presenti nella sala, come il mattone di Sennacherib da Ninive o il frammento di calcare con vittime in un fiume.

“Racconti cuneiformi” tornerà sabato 1° marzo e venerdì 21 marzo, sempre in tre turni, con inizio rispettivamente alle ore 17.00, 17.30 e 18.00. Ricordo che la prenotazione è obbligatoria. Va effettuata scrivendo una mail all’indirizzo mr-to.eventi@cultura.gov.it.

Saul Stucchi

Musei Reali

Piazzetta Reale 1
Torino

Informazioni:
https://museireali.beniculturali.it

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