“L’ALIBI della domenica” è dedicato questa settimana al “Questionario proustiano” sulla biblioteca di casa.
Forse è arrivato il momento di intraprendere le pulizie di primavera o almeno di programmarle. Io vorrei tanto mettere in ordine la mia biblioteca. Quasi ormai un anno fa – per la precisione il 7 giugno del 2020 – avevo dedicato un editoriale al libro di Roberto Calasso “Come ordinare una biblioteca”, pubblicato naturaliter da Adelphi. In esso scrivevo:
Voi che criterio seguite nella disposizione dei libri? Li disponete per autore, casa editrice, soggetto, colore del dorso (non ridete: ci sono persone che lo fanno), per data d’acquisto? Io non ho un criterio univoco e pago le conseguenze di questa mancanza. Ogni volta che cerco un libro che non appartenga alle più celebri collane il tentativo degenera in una caccia al tesoro.
Trovare il titolo desiderato in un insieme più o meno coerente e organizzato è un problema che a volte assomiglia alla proverbiale ricerca di un ago nel pagliaio. Ci vuole pazienza e metodo, ma senza la “botta di culo” (come credo già la chiamasse ai suoi tempi quel bibliofilo di Euripide) non se ne viene a capo.

Quello della disposizione dei volumi è soltanto il primo di una serie di quesiti che mi sono venuti in mente riguardo a una biblioteca privata, partendo ovviamente dalla mia personale. E siccome giusto recentemente un amico, vedendo la foto degli ultimi tre ingressi, mi ha chiesto “Ma quanti libri hai?!”, sono tornato a riflettere sul tema della biblioteca domestica.
Ne è risultato una sorta di “Questionario di Proust” ritagliato su questo argomento. In un altro editoriale dell’anno scorso – precisamente quello del 23 agosto – intitolato un po’ pomposamente “Alberto Manguel, Marcel Proust, Napoleone e… Saul Stucchi”, riportavo invece le mie risposte alla versione più tradizionale del Questionario. Qui invece limitiamoci ai nostri libri.
Questionario proustiano sui libri
- Quali sono i criteri che regolano la disposizione dei libri?
- Quanti libri abbiamo in formato cartaceo? E quanti in digitale?
- Qual è la percentuale dei libri non letti?
- Quanti, invece, sono i libri letti ma non posseduti?
- E quali sono i titoli più importanti che mancano?
- Quali sono le perdite più gravi? I prestiti mai restituiti, i titoli smarriti…
- Qual è il libro più prezioso che possediamo?
- In caso di incendio (horribile dictu!) quali sarebbero i 10 libri che cercheremmo di mettere in salvo ad ogni costo?
- Su quale libro è vergata la dedica a noi più cara?
- Che fine faranno i nostri libri?
L’ultima domanda è particolarmente angosciante. Ma credo che almeno una volta se la siano posta tutti quelli che amano i libri e ne posseggono un po’, diciamo da qualche decina in su… Anche le altre, a ben vedere, fanno riflettere. Io trovo difficile rispondere anche a una sola di esse così su due piedi, se non alla prima e alla numero 9.
Voglio quindi dedicare le prossime settimane – ma temo diventeranno mesi – a fare un po’ di ordine nella mia biblioteca. Che nel frattempo si arricchirà ulteriormente. Aspetto infatti (con impazienza!) un paio di corrieri già nei prossimi giorni.
La primavera appena iniziata porta con sé voglia di viaggiare ma al momento possiamo farlo solo attraverso la lettura. Io, per esempio, adesso sono nel nord della Grecia insieme a María Belmonte, grazie al suo “En tierra de Dioniso”, pubblicato da Acantilado.
Ma sto per partire per l’Ucraina in compagnia di Massimiliano Di Pasquale: domani, infatti, inizierò la lettura del secondo tomo del suo “Abbecedario Ucraino”, edito da Gaspari (qui trovate la recensione al primo volume “Abbecedario Ucraino”).
Se volete, inviatemi le risposte al “Questionario proustiano” sulla vostra biblioteca. Vi confesso di essere curioso…
Saul Stucchi