Ieri, giovedì 17 ottobre, è stata presentata la mostra Il Rinascimento a Brescia. Moretto Romanino Savoldo. 1512 – 1552 che si potrà visitare al Museo di Santa Giulia da oggi fino al 16 febbraio 2025.
Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei, ha detto che la cultura è stata il motore che ha consentito la ripresa dopo il trauma del Covid. Come secondo passaggio importante c’è stato l’anno di Brescia Capitale italiana della cultura (insieme a Bergamo, nel 2023).
E proprio con la cultura Brescia si rialzò da quella catastrofe assoluta che fu il sacco della città per opera delle truppe francesi a inizio Cinquecento. Dopo quella tragedia Brescia ripartì con una delle sue stagioni più ricche, quella del Rinascimento. In effetti la mostra – di cui riparleremo a breve – è un grande omaggio a una città che sa riprendersi e guardare avanti. Allo stesso tempo è stata un’occasione per restaurare molte opere esposte nelle sale.
Stefano Karadjov, direttore Fondazione Brescia Musei e regista della presentazione, ha speso belle parole per il catalogo che accompagna la mostra, edito da Skira, definendolo “un volume di cultura, non solo un catalogo”.
Alberico Guerzoni, direttore delle partnership culturali e dei progetti speciali di Skira Arte (la casa editrice è coproduttrice dell’esposizione) ha detto che “la mostra farà scuola”, sottolineando la commistione dei saperi messi in campo per organizzarla. A corredo sono stati pensati itinerari d’autunno che collegano quanto esposto in Santa Giulia al territorio bresciano.
Roberta D’Adda – che firma la curatela della mostra insieme a Filippo Piazza ed Enrico Valseriati – ha raccontato che il progetto è nato dalla domanda: “Si può ancora dire qualcosa di nuovo sul Rinascimento bresciano?”. Il percorso espositivo è la risposta al quesito, attraverso opere di tre grandi maestri, tre artisti molto diversi tra loro per stile e biografia.
Il sacco del 1512, in risposta al tentativo di Brescia di tornare sotto la Repubblica di Venezia, testimonia l’importanza strategica della città, riconosciuta da tutte le potenze del tempo.
La mostra mette in luce la religiosità concreta dei bresciani (una caratteristica della città) e la forte presenza delle arti, dalla musica alla poesia e alle arti decorative; non solo pittura, dunque. Brescia era allora una capitale pur senza esserlo, non ospitando una corte. Le sue famiglie nobiliari, infatti, avevano stretti legami con le corti soprattutto dell’Italia settentrionale. La mostra è anche l’occasione per soffermarsi sull’emergere di quattro grandi personalità, ovvero Fortunato Martinengo, Angela Merici, Veronica Gambara e Agostino Gallo.
Le quaranta opere presenti sono state selezionate per la loro qualità. È una mostra d’arte, non di storia, ha tenuto a sottolineare la dottoressa D’Adda, commuovendosi al momento dei ringraziamenti.
Come sempre è ricchissimo il programma di iniziative abbinate alla mostra, passate in rassegna al volo dal direttore Karadjov. Qui menzioniamo soltanto l’evento Veronica Gambara e le altre: donne di governo, donne di poesia nel Rinascimento, di e con il narratore Luca Scarlini, previsto per sabato 19 e domenica 20 ottobre, sempre alle 18.00, al Museo di Santa Giulia.
A chiudere la presentazione la sindaca Laura Castelletti che ha parlato di questa grande mostra come di un’importante occasione per la città per consolidare la rete di rapporti con altre realtà, ricordando che a Brescia le persone fanno la differenza e che “cultura per noi è multicultura”.
Sarebbero d’accordo tutti quanti hanno segnato il Rinascimento a Brescia.
Saul Stucchi
Il Rinascimento a Brescia
Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552
Informazioni sulla mostra
Dove
Museo di Santa Giuliavia dei Musei 81 b, Brescia
Quando
Dal 18 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025Orari e prezzi
Orari: da martedì a domenica 09.00 – 18.00ultimo ingresso 17.15
chiuso il lunedì non festivo
aperto il pomeriggio di Natale
Biglietti: intero 14 €; ridotti 12/8 €