Siamo agli sgoccioli di questo strano (e intenso) 2021. Dunque manca pochissimo – per me che scrivo queste righe – all’inizio di una nuova avventura a cui siete tutti invitati: la lettura in 100 giorni de I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij. In questo terzo viaggio in uno dei capolavori assoluti della letteratura mondiale (una delle sue cime più alte e impervie) non seguirò la classica traduzione di Alfredo Polledro, realizzata per l’editore Mursia e poi riproposta da Garzanti.
È stata nell’edizione de I grandi libri Garzanti la mia prima lettura dei Karamazov, ai tempi del liceo. Non fu però per assolvere un compito scolastico (il professore d’italiano del ginnasio ci aveva proposto un altro “mattone” – così pensavamo noi studentelli – dello scrittore russo: L’idiota). Fu invece per seguire le orme del fratello maggiore.
Basterebbe questa veloce nota autobiografica per rivelare uno dei motivi della mia passione per il capolavoro di Dostoevskij. Ma c’è molto di più che però vi risparmierò, almeno in questa sede.
Su quegli stessi volumi, dalle copertine ormai quasi illeggibili, ho riletto l’anno scorso (ai tempi del primo lockdown!) la storia di Dmitrij, Ivan e Aleksej (vi rimando all’editoriale Io, Saul Stucchi, ho letto “I fratelli Karamazov” al PS).

Nei primi cento giorni del 2022, invece, leggerò – al ritmo di 10 pagine al giorno – I fratelli Karamazov nella nuova traduzione di Claudia Zonghetti per la collana dei Supercoralli Einaudi.
Il primo volume finisce a pagina 446, mentre il secondo si arresta a pagina 600. Poco meno di 1050 pagine in totale, dunque. Ma togliendo quelle bianche la cifra effettiva dovrebbe avvicinarsi a 1000. Il primo gennaio leggerò fino a pagina 20, proseguendo poi a tappe forzate di 10 pagine quotidiane.
Tornerò a scrivere di questa nuova traduzione. Qui mi limito a riportare le versioni della citazione evangelica (Giovanni 12, 24, la mia preferita della Bibbia, insieme a un passo del Libro di Giona) posta in esergo da Dostoevskij, rispettivamente di Polledro e di Zonghetti:
- In verità, in verità, io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non morrà, rimarrà solo; ma se morirà, darà molto frutto.
- In verità, in verità vi dico: se il granello di frumento caduto nella terra non muore, rimane solo; ma se muore, porta molto frutto.
Siete pronti per l’avventura?
Saul Stucchi
Fëdor Dostoevskij
I fratelli Karamazov
Traduzione di Claudia Zonghetti
Einaudi
Collana Supercoralli
2021, 2 volumi, pagine 1080
32 €