È una mostra didattica, ma nel senso migliore del termine. Al Museo Teatrale della Scala si apre oggi, 4 dicembre, l’esposizione “La Magnifica Babbrica” che racconta i 240 anni del teatro scaligero, fiore all’occhiello di Milano. A renderla possibile la collaborazione con Intesa Sanpaolo e il supporto dei partner Edison e Mapei.
Curata da Fulvio Irace e Pierluigi Panza e allestita su disegno di Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto, è ospitata nelle sale della Biblioteca Livia Simoni, al piano superiore del Museo. Nel Ridotto dei Palchi trova invece posto la maquette realizzata da Ivan Kunz in scala 1:75.
I visitatori qui possono utilizzare dei tablet che permettono di effettuare una visita interattiva all’interno degli spazi del teatro grazie alla realtà aumentata. Scopriranno così come è cambiata in oltre due secoli la Scala, per esempio nelle dimensioni della sala e nella pendenza del palcoscenico.
Fenice e camaleonte
Durante la presentazione alla stampa la Scala è stata definita dal curatore Irace “fenice” e “camaleonte”. Fenice perché è rinata dalle proprie ceneri. Fu infatti fondata nella sede attuale dopo che il Regio Ducal Teatro era bruciato per la terza volta. E dopo la seconda guerra mondiale riprese vita, senza arrendersi alla devastazione dei bombardamenti aerei del 1943.
Camaleonte perché ha sempre cambiato aspetto. La definiamo ancora oggi la Scala del Piermarini, anche se della struttura originaria dell’architetto folignate, scelto dopo il rifiuto di Luigi Vanvitelli, rimane ben poco. Sarebbe quindi più corretto chiamarla la Scala di Piermarini, Sanquirico, Secchi e Botta.
I pannelli della mostra raccontano tutte le tappe della storia, dalla fondazione agli ultimi interventi di Mario Botta che in conferenza si è soffermato sul tema del territorio della memoria che circonda i teatri europei e in particolare la Scala. La memoria, tessuto connettivo di una comunità, fa in modo che un teatro europeo non sia una scatola vuota, un edificio senza anima, ma al contrario un cuore pulsante, un luogo in cui compartecipare a un evento.
Tutte le tappe della storia
La carrellata storica si apre con i committenti, ovvero i nobili palchettisti guidati dal conte Luigi Trotti, e poi esplora la struttura del teatro soffermandosi sulle sue componenti, valica nell’Ottocento per illustrare i cambiamenti effettuati da Alessandro Sanquirico, racconta aneddoti e curiosità: nel corso del secolo si tennero nella Sala Grande non solo feste da ballo e carnevali, ma anche tornei a cavallo!
Nel frattempo cambiava radicalmente anche l’area davanti al teatro, come testimoniano stampe e fotografie.
A “movimentare” i testi dei pannelli ci sono le citazioni di viaggiatori, uomini e donne di cultura, musicisti e direttori d’orchestra (i testi e il ricco apparato iconografico si ritrovano nel bel catalogo edito da Treccani).
Esco ora dalla Scala […]. È per me il primo teatro del mondo, perché è quello che procura dalla musica i maggiori piaceri […]. Quanto all’architettura, è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo.
sono le parole incantate che Stendhal scrisse nel diario di viaggio “Roma, Napoli e Firenze” alla data del 26 settembre 1816.
A oltre un secolo di distanza la Scala è ancora “nuova” e ancora di più lo sarà quando sarà realizzata la seconda torre di Mario Botta, dopo quella scenica del 2004. La nuova torre, che dovrebbe essere pronta per la seconda parte del 2022, ospiterà la sala prove per l’orchestra, una sala prove per il ballo e spazi per l’archivio storico documentale. Ma consentirà anche di aumentare la profondità del palcoscenico, portandola alla misura record di 70 metri!
Saul Stucchi
Foto di Andrea Martiradonna
La Magnifica Fabbrica
240 anni del Teatro alla Scala da Piermarini a Botta
Museo Teatrale alla Scala
Teatro alla Scala
Largo Ghiringhelli 1
Piazza Scala
Milano
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