
All’interno della rassegna musicale Villa Celimontana Jazz, giunta alla quattordicesima edizione, martedì 17 luglio alle 22,30 Stefano Bollani e Massimo Altomare porteranno in concerto Gnòsi delle Fànfole. Il concerto sarà preceduto dalla presentazione del libro Gnòsi della Fànfole di Fosco Maraini, che ha ispirato il lavoro di Bollani e Altomare. Il volume, uscito per la prima volta nel 1994, è appena stato ripubblicato da Baldini Castoldi e Dalai editore con allegato un cd contenente le musiche di Massimo Altomare e Stefano Bollani che, da sempre tra i più convinti e fedeli amanti di questo libricino, hanno scritto nel 1998. Nel cd allegato al libro si trovano due brani inediti composti appositamente per questo progetto.
A partire dalle ore 22,00 Stefano Bollani e Massimo Altomare dialogheranno con Felice Liperi, giornalista della Repubblica e risponderanno alle domande del pubblico.
ORE 22.30 – CONCERTO
STEFANO BOLLANI – LA GNOSI DELLE FANFOLE
Stefano Bollani: piano e voce
Massimo Altomare: voce e chitarra
Mirko Guerrini: sassofono
Mirio Cosottini: tromba
Milko Ambrogini: contrabbasso
Walter Paoli: batteria
Biglietto: € 15
Villa Celimontana (Metro Colosseo)
via della Navicella
Roma
Fosco Maraini, etnologo, antropologo, ricercatore, autore di numerosi libri di successo quali Segreto Tibet e Ore giapponesi, un bel giorno si è inventato la poesia metasemantica, una poesia che invece di mirare ad avere un significato univoco appare come un gioco di rimandi, di scintille, di sensazioni. Un linguaggio che mira a coinvolgere il lettore, obbligandolo a dare un significato a vocaboli nuovi di zecca in base alle proprie personali esperienze. La parola come puro suono.
La strana coppia Altomare e Bollani, provenienti da esperienze diverse – il primo sulla scena cantautorale dagli anni ’70 prima in duo con Checco Loy, poi in veste di solista, l’altro giovane talento del jazz italiano, non poteva che lasciarsi affascinare dalle poesie di Maraini, decidendo di metterle in musica. Il risultato: un disco, uscito nel dicembre 1998 per il Consorzio Produttori Indipendenti, e questo spettacolo, suo naturale prolungamento, che vede sul palco anche altre giovani realtà della musica di qualità italiana. E’ un gioco, si nutre di ironia, di fantasia, di allegria, ma inaspettatamente indulge anche alla nostalgia, quasi come se il mondo evocato dalle liriche di Maraini fosse in fondo – in un tempo imprecisato – davvero esistito.