Non so voi, ma io sono lontano dal mio museo preferito da più di un anno e ne sento terribilmente la mancanza. L’ultima volta che ho messo piede al Louvre di Parigi è stata nel dicembre del 2019, in occasione della visita della mostra di Leonardo da Vinci.
In attesa di poterci tornare – chissà quando e come… – resto in qualche modo in contatto con il “mio” Museo. Ho appena scoperto, per esempio, che la Société des Amis du Louvre (al quale sono associato da anni) ha caricato sul proprio canale YouTube il primo episodio della serie “Si le Louvre m’était conté…”. È dedicato al celebre “Fregio degli arcieri”, una delle tappe obbligate nella visita del Louvre.

Lo si trova nella Sala 307 dell’Ala Sully, al piano terra, nel Dipartimento delle Antichità Orientali. Il fregio adornava il palazzo di Dario I a Susa ed è datato al 510 a.C. circa. Venne asportato durante la campagna archeologica guidata da Marcel-Auguste Dieulafoy nel 1885-1886.
Capolavori del Louvre
Il breve video – dura circa 4 minuti – è introdotto da squillanti note di tromba di un brano di Vivaldi. Come lo spettatore intuisce subito, non si tratta di un video recente: risale infatti ai primi anni Settanta.
Nel 1973 il regista televisivo André Flédérick realizzò una serie intitolata “Capolavori del Louvre”. Ogni sera il telegiornale dell’emittente Antenne 2 era anticipato da un filmato in cui un curatore del Louvre presentava un’opera del museo.
A presentare il Fregio degli arcieri fu chiamato Pierre Amiet, Capo Conservatore del Dipartimento delle Antichità Orientali. Il video è stato montato da Jean-Claude Figenwald e Marcus Barboza per gli “Amici del Louvre”.
A questo primo episodio ne seguiranno molti altri, con cadenza settimanale. La protagonista del prossimo appuntamento sarà la “regina” dell’egittologia francese, Christiane Desroches-Noblecourt (1913-2011). A lei fu affidato il compito di raccontare il faraone Amenofi IV, più noto con il successivo nome di Akhenaton.
Saul Stucchi