Uno degli ultimi capitoli del bellissimo libro di viaggio Il lago di Kapka Kassabova s’intitola L’urlo ed è dedicato alla regione macedone della Pelagonia. La scrittrice bulgara sarà ospite del Festivaletteratura di Mantova, nelle giornate conclusive del 7 e 8 settembre: ne approfitterà per presentare l’uscita, sempre da Crocetti, del suo nuovo libro Anima. Una pastorale selvaggia.
Fin dall’inizio della lettura de Il lago mi sono segnato i brani più interessanti o gli spunti che vorrei approfondire, servendomi di una matita verde (con mina nera), souvenir del Museo Ritberg di Zurigo, dove fino allo scorso 21 luglio è stata esposta la mostra Più che oro. Lustro e visione del mondo nella Colombia indigena.
Nel capitolo citato l’autrice rievoca la spartizione dell’area balcanica tra Unione Sovietica e Alleati, conclusa grazie a un accordo siglato a Mosca nell’ottobre del 1944. Churchill, che poi avrebbe raccontato l’episodio, scrisse su un tovagliolo i nomi dei paesi balcanici con le rispettive percentuali di influenza dei due blocchi e lo passò a Stalin che intanto ascoltava la traduzione grazie a un interprete. Stalin accettò la proposta vergando un segno di spunta con la sua matita blu.
“E così ecco il destino della mia famiglia, di quella di Pavle, di Nick [le due persone con le quali l’autrice sta al momento parlando] e di dieci milioni di persone, scribacchiato su quel tovagliolo“.
Nove anni dopo, nell’ottobre del 1953 (l’anno in cui ricevette il Nobel per la letteratura), Churchill raccontò, durante una cerimonia per il ricevimento dell’onorificenza Freedom of Leeds, che una volta aveva donato a Stalin una penna stilografica – consegnata dalle mani di Mrs Churchill – per sentirsi rispondere dal Segretario generale del Pcus che egli usava solo matite blu (ho pescato l’aneddoto nella “macchina del tempo” del New York Times).
Il “pizzino” del Percentages agreement (l’accordo sulle percentuali, definito dallo stesso Churchill “naughty document”, cioè il documento sconveniente, cattivo) è stato esposto nel 2019 nella mostra Protect and Survive: Britain’s Cold War Revealed organizzata dai National Archives a Richmond.
Direttore dittatore
Nello stesso giorno in cui ho letto il brano nel libro della Kassabova ho visto (finalmente!) su una piattaforma di streaming il film Tár diretto da Todd Field, in cui una strepitosa Cate Blanchett interpreta una volitiva – se non tirannica – direttrice d’orchestra.
In una scena nella prima parte del film, mentre pranza al ristorante con un collega, dice che il suo assistente Sebastian – che poi rimpiazzerà – “è pieno di feticci”, tra cui la mania di collezionare “matite fuori produzione che ha visto in mano a von Karajan in qualche foto”.
Lei stessa, poco più avanti, utilizza una matita bicolore rossa e blu per tentare un anagramma del nome Krista Taylor, una giovane musicista con cui ha avuto una storia, finita tragicamente.
In un’altra scena è la figlia, la piccola Petra, a voler affidare a ciascuna delle sue bambole con cui ha composto un’orchestra una matita che faccia da bacchetta. Ma la madre le spiega che tutti non possono dirigere: l’orchestra non è una democrazia. Stalin avrebbe sottoscritto con una spunta blu.
Saul Stucchi
Kapka Kassabova
Il lago
Ritorno nei Balcani in pace e in guerra
Traduzione di Anna Lovisolo
Crocetti
2022, 376 pagine
20 €