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Voi siete qui: Teatro & Cinema » Al Parenti “La Monaca di Monza” di Testori: da vedere

22 Febbraio 2019

Al Parenti “La Monaca di Monza” di Testori: da vedere

Al Teatro Franco Parenti di Milano sarà in cartellone fino al 3 marzo “La Monaca di Monza” di Giovanni Testori, con adattamento per tre voci di Valter Malosti che ne cura anche la regia.

Vincenzo Giordano, Giulia Mazzarino e Federica Fracassi ne "La Monaca di Monza" di Testori. Foto di Noemi Ardesi

Uno spettacolo da vedere, per diversi motivi, ciascuno dei quali basterebbe da solo, ma sommati ne rendono imperdibile la visione (e, in effetti, proprio “visione” è il termine più adatto a definire questa messa in scena testoriana). L’intensità drammatica del testo viene esaltata dall’attenta regia, da un disegno delle luci superbo – opera di Nicolas Bovey che ha curato anche le scene – e dalla recitazione di tre attori perfetti per le rispettive parti.

Su tutti, naturalmente, lei: Federica Fracassi, interprete che sa cogliere con estrema sensibilità tutte le sfumature del teatro di Testori (ricordiamo ancora la sua conturbante Erodiàs). L’affiancano Vincenzo Giordano come spiritato seduttore e Giulia Mazzarino, bambolina disarticolata che ha voluto partecipare a un gioco più grande di lei. Infine, ma non ultimi, vanno menzionati i bei costumi di Gianluca Sbicca.

Vincenzo Giordano, Giulia Mazzarino e Federica Fracassi ne "La Monaca di Monza" di Testori. Foto di Noemi Ardesi

Il palcoscenico è trasformato in un trittico in grisaille, costituito da tre pannelli i cui protagonisti appaiono e scompaiono a seconda dell’illuminazione (a me sono venuti in mente i pannelli del “Dittico dell’Annunciazione” di Jan van Eyck, ora al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid).

Cade la pioggia su Monza, incessante, ma non lava via intrighi e complotti. Il modesto e maltratto Lambro (sempre pronto a ingrossarsi ed esondare per ripicca), scorre come un infernale Acheronte nei pressi del monastero. Al suo interno succede di tutto. E non nei toni allegri e scanzonati delle novelle boccaccesche.

Qui dominano l’atmosfera cupa, la natura demoniaca, gli impulsi ferini. L’anelito alla vita, represso dalla reclusione tra le mura del monastero – concretizzazione fisica della prigione mentale imposta (d)alla società – esplode e si trasforma in anelito alla morte. Morte che deve essere il definitivo nulla, specchio del temporaneo nulla che è la vita.

“Niente” è la parola più ripetuta, la nota ritornante, martellante nello spartito del testo. È il “Niente” testoriano, il “nigot” di Cleopatràs (rimandiamo alle recensioni delle versioni interpretate rispettivamente da Arianna Scommegna e da Marta Ossoli).

S’intreccia con altri termini chiave, primo tra tutti: bestemmia. È la volontà di rinnegare, di maledire, di infettare a muovere Gian Paolo Osio, mentre Marianna-Virginia s’alimenta di un amore malato che l’avvelena mentre la nutre, un fuoco inestinguibile che la consuma (“l’anima mia brucia ancora”). Bestemmia come amore quello di lui, amore come bestemmia quello di lei.

Federica Fracassi ne "La Monaca di Monza" di Testori. Foto di Noemi Ardesi

E poi torna e ritorna la parola “carne”, quella del Verbo che si è fatto Uomo, quella anelata e posseduta, quella massacrata e vilipesa, quella abortita, quella patita e ancora rimpianta (“carne, carne e basta”. “Un grumo, nient’altro”). La Regola viene violata e ripudiata, le colpe dei padri ricadono sui figli e dov’è Dio? Domanda delle domande…

Più che seicentesca, la cornice è medievale e gotica, se non dark. Il continuo sgocciolio che allude all’umidità della prigione e il ronzio delle mosche che volteggiano sulla carne marcescente si alternano alle lugubri note di una musica d’organo da chiesa e a quelle dionisiache dell’organo Hammond dei Doors (?), con Suor Virginia Maria proto-cubista (“Suora senza fede”, ma con senso del ritmo, evidentemente!).

“La Monaca di Monza” è uno spettacolo che torce le budella. Per fortuna degli spettatori, che non lo dimenticheranno.

Saul Stucchi
Foto di Noemi Ardesi

Dal 12 Febbraio al 3 Marzo 2019

LA MONACA DI MONZA

di Giovanni Testori
Adattamento per tre voci e regia Valter Malosti
Con Federica Fracassi e Vincenzo Giordano, Giulia Mazzarino
Scene e luci Nicolas Bovey
Costumi Gianluca Sbicca
Cura del movimento Marco Angelilli
Progetto sonoro Valter Malosti
Suono e programmazione luci Fabio Cinicola
Produzione Teatro Franco Parenti / TPE Teatro Piemonte Europa / CTB Centro Teatrale Bresciano / Teatro di Dioniso
Con il sostegno dell’Associazione Giovanni Testori

Orari:

  • martedì 20:30
  • mercoledì 19:15
  • giovedì 20:00
  • venerdì 20:30
  • sabato 21:00
  • domenica 15:45

Biglietti:

  • Platea intero 23,50 € + prev.; ridotto 15 € + prev.
  • Galleria intero 18 € + prev.; ridotto 15 € + prev.

Durata: 1 ora e 30 minuti circa

Teatro Franco Parenti 
Via Pier Lombardo 14
Milano

Informazioni:

www.teatrofrancoparenti.it

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