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Voi siete qui: Europa » Il Museo della guerra di Grafenwöhr e il centro di Norimberga

27 Gennaio 2021 Scritto da Laura Baldo

Il Museo della guerra di Grafenwöhr e il centro di Norimberga

Terza puntata del reportage di Laura Baldo sui campi di concentramento della Baviera.

Dopo le tappe a Monaco, Dachau e Flossenbürg, mi fermo un altro giorno a Weiden per fare una gita nella vicina Grafenwöhr. Pur essendo una cittadina piuttosto anonima, a me interessa perché compariva nel mio romanzo come piccola e sperduta località di campagna.

Il municipio di Grafenwöhr

Questo prima di scoprire che ospita una delle basi militari più grandi di tutta la Germania, già in funzione ai primi del Novecento. Con la fine della Seconda guerra mondiale la base fu usata dagli Americani, e lo è tuttora, anche se è divenuta più internazionale.

Il Museo della guerra

Già che sono qui, comunque, voglio visitare il suo Museo della guerra. È un martedì, il tempo è sempre freddo e nuvoloso e sono l’unica visitatrice. Il custode, un signore attempato molto simpatico, mi chiede da dove vengo, ed è sorpreso quando capisce che sono italiana. Comunichiamo in un inglese basilare, ma quando gli dico timidamente che mi sto documentando per un romanzo sembra felice, e sono felice anch’io di avergli dato un po’ di soddisfazione. Non si devono vedere molti turisti qui.

Il Museo sembra piccolo, nascosto in una vecchia casa, ma si sviluppa su tre piani ed è più interessante di quel che credevo. Ci sono tanti dettagli della vita di quell’epoca, nella prima metà del Novecento, e nonostante qui non si siano visti grossi combattimenti (a parte due bombardamenti nell’aprile ’45, che hanno causato danni al centro storico e diversi morti) c’è un intero inventario sulla guerra e su come la vivevano le persone comuni: buoni del razionamento, cartoline con l’annuncio della morte di qualche soldato, sistemi rudimentali antincendio — secchi dotati di pompe e sacchi di sabbia — kit di primo soccorso, dizionari inglese-tedesco, radio, armi, comunicati ufficiali, foto d’epoca, e molto altro.

Il Museo della Guerra di Grafenwöhr

Ai piani superiori c’è una jeep americana originale ed equipaggiata, e nell’angolo c’è un manichino di Elvis al pianoforte (pare che durante il servizio militare sia stato qui e abbia tenuto dei concerti, e pare anche che gli abitanti ne vadano molto fieri). Appena entro nella stanza parte in automatico anche una sua canzone, facendomi prendere un colpo, nel silenzio assoluto del Museo.

Giù nel cortile c’è un campionario di bombe inesplose, e più oltre si accede a una sala con le mappe storiche, da cui si può farsi un’idea dei cambiamenti avvenuti negli anni. Da lì, salendo per una scala, si trovano molte grandi teche con le divise originali della guerra, soprattutto tedesche ma anche americane: dagli aviatori, agli ufficiali della Wehrmacht fino alla milizia popolare o alla Hitlerjugend. Tutte in ottimo stato e molto interessanti da osservare dal vivo, corredate di berretti, cinture, armi, attrezzatura, ecc.

C’è anche la ricostruzione della stanza di un soldato, dove si può vedere la branda, l’armadietto, i giochi da tavolo, o i libri tenuti accanto ai cambi di vestiario. Molto interessante. Appesa a una parete c’è una bacheca che raccoglie tutte le medaglie militari e civili della Prima guerra e del Terzo Reich. Mi sento un po’ come una bambina in un negozio di caramelle, perché sono tutti dettagli che potrebbero servirmi, e che in ogni caso mi piace molto conoscere.

Insomma, sembrava un museo piccolo e trascurato, ma alla fine ci ho passato volentieri più di due ore, e ne sono uscita soddisfatta. Mentre attendo il pullman (non passa tanto spesso) faccio anche un giro della zona, per curiosità. Siamo vicini a Pasqua e quasi tutte le case con giardino hanno un alberello adornato di uova colorate e altri addobbi in forma di pulcino o lepre, così come le fontane o altri luoghi pubblici. Da noi si usa poco, ma sono molto belli e allegri da vedere.

Tappa a Norimberga

Il giorno seguente riprendo il treno da Weiden per Norimberga, l’ultima tappa.

Norimberga, come Monaco, ha un’infinità di cose da vedere: è ricca di fascino nordico e di storia, è piena di musei e luoghi d’arte. Io però mi concentro (quasi) solo su quelli che riguardano l’epoca nazista: era infatti la città prescelta per i raduni negli anni Trenta, e Hitler sognava di farne un luogo simbolico, dando il via a cambiamenti e costruzioni grandiose, rimaste per lo più incompiute.

Dal momento però che sono incapace di programmare un viaggio senza che mi venga voglia di vedere tutto, visiterò molto altro. Il pomeriggio dell’arrivo riesco a fare un salto al Museo Nazionale, considerato il più ricco museo storico-culturale della Germania — bellissimo ma immenso, servirebbe mezza giornata per vedere tutte le sue infinite sale, con reperti che vanno dalla preistoria fino ai giorni nostri.

Norimberga: una sala del Museo Nazionale

Sono esposti armi e armature di tutte le epoche, arazzi, strumenti musicali, gioielli, ceramiche, costumi, mappamondi (tra cui il più antico in assoluto), sculture, dipinti (come quelli di Dürer, che è nato qui). L’ultimo piano è dedicato alle invenzioni più recenti: telefoni, macchine da scrivere, radio, ecc. e all’arte tedesca del Novecento. È quasi come voler visitare il Louvre in due ore (cosa che tra parentesi ho fatto davvero).

Il centro storico

Dopo la chiusura del museo c’è tempo per un giro nel centro storico, che è molto bello e tranquillo da percorrere a piedi senza paura di perdersi, perché tutto racchiuso nelle antiche mura, anch’esse un monumento, insieme alle torri e alle molte fontane in ferro lavorato.

Norimberga: case e ponti sul fiume Pegnitz

Poi ci sono gli scenografici ponti sul fiume Pegnitz, che divide il centro in due zone, alta e bassa, le splendide chiese evangeliche di S. Lorenzo e di S. Sebaldo, con le loro guglie gemelle svettanti nel cielo.

Norimberga: la chiesa gotica evangelica di San Lorenzo

In quella di S. Lorenzo riesco a entrare, e dentro è ancora più bella — anche se intimidisce un po’ per la vastità, l’altezza delle sue arcate e l’aspetto cupo da vera chiesa gotica — tra pannelli lignei dipinti, baldacchini scolpiti, vetrate istoriate, organi antichi.

La piazza del mercato

La tappa successiva è la piazza del mercato, con la cattolica Frauenkirche e la Schöner Brunnen — o fontana bella — che si innalza come una guglia dorata al centro della piazza.

La Schöner Brunnen a Norimberga

Alla base della spettacolare fontana — considerata tra le più belle d’Europa — c’è un anello di metallo che, secondo la leggenda, se si gira tre volte avvera un desiderio. Dal momento che anche altri turisti lo stanno facendo, mi sento un po’ meno in imbarazzo a provare. Potete non crederci, ma nemmeno due ore dopo ho ricevuto una telefonata inattesa con una splendida notizia — non quella che avevo chiesto, ma quasi altrettanto buona (non si può pretendere troppo da una fontana).

A me piacciono molto questo tipo di leggende locali, quindi provo sempre. È soprattutto divertente, ma in ben due occasioni ha funzionato davvero (sorprendendo me per prima).

In questi giorni nella grande piazza c’è il mercato di Pasqua e, di nuovo, è impossibile non dare un’occhiata. Ma ho poco tempo e non vedo niente che mi attiri particolarmente, oltre a un sacco di decorazioni pasquali, conigli di cioccolata, e tutto quel che si trova in qualunque mercato: vestiti, scarpe, borse, pentole. Il mercatino di Natale che si tiene qui è molto più famoso, e conto prima o poi di tornare per vederlo.

Tramonto sul fiume Pegnitz a Norimberga

Oramai è notte, quindi mi affretto a cenare — qui vanno molto i Rostbratwurst, piccole salsicce rosolate messe nel panino, e se ne trovano diverse bancarelle, specie intorno alla chiesa di S. Lorenzo o al mercato — e rientrare nel monolocale che ho affittato.

Ho altri due giorni da passare qui, ma saranno entrambi molto pieni, senza contare che la temperatura intorno allo 0° scoraggia dal rimanere a spasso.

Laura Baldo

Terza puntata – segue.

Didascalie:

  • Grafenwöhr, il municipio, con davanti la statua della Madonna dedicata ai caduti delle due guerre
  • Il Museo della guerra: la sala dedicata in parte a Elvis
  • Il Museo Nazionale di Norimberga: la sala delle armi e armature antiche
  • Scorcio di case e ponti sul fiume Pegnitz
  • La chiesa gotica evangelica di San Lorenzo
  • La Schöner Brunnen
  • Tramonto sul fiume Pegnitz
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