Tostadas con tomate e zumo de naranja per colazione e poi via, a cominciare la terza tappa del viaggio lungo il fiume Ebro: da Logroño a Saragozza.
Impostiamo il navigatore su Lodosa, ma quello che cerchiamo lo vediamo fuori dai finestrini prima ancora di arrivarci: sono i resti del Puentes de los Moros, in realtà di un acquedotto di epoca romana che aveva il compito di rifornire la città di Calagurris, l’attuale Calahorra. Il fiume è a pochi passi, sorvegliato da una centrale elettrica.
La sosta successiva è proprio a Calahorra, per visitare il Museo della Romanizzazione. Non vanta pezzi clamorosi, ma il materiale che possiede è ben disposto su tre piani, suddiviso in aree tematiche che raccontano le varie fasi del processo di conquista da parte dei Romani, la vita quotidiana, i commerci e i piaceri, i giochi e i culti. Una pinzetta in bronzo per la depilazione, vasi e utensili, lapidi e frammenti di statue (come la piccola testa della “Dama di Calahorra”, una Minerva pacifica), un amuleto fallico esposto in una teca a un passo da quella che contiene i resti della Calahorra paleocristiana.
In una rotatoria in centro una statua rende omaggio a Fabio Massimo Quintiliano, il figlio più illustre della città.
Pranziamo a Tudela, nella Plaza de los Fueros che anche al figliolo dodicenne richiama alla memoria la Plaza Mayor di Madrid. Purtroppo il portale del Giudizio Universale della vicina Cattedrale è coperto da un ponteggio per dei lavori di restauro. Riusciamo a scorgere solo qualche scultura: enigmatica come tutte quelle romaniche…
Riprendiamo l’auto e saliamo sulla collina che ospita il monumento dedicato al Corazón de Jesús. Da lì si gode una vista spettacolare sulla valle dell’Ebro. Ma quello che mi colpisce maggiormente è il profumo: per la prima volta riconosco l’amato profumo del Mediterraneo, un misto di terra riarsa, erba secca e macchia del Mare Nostrum.
Chiudendo gli occhi posso immaginarmi ad Atene o a Corinto. Peccato per i rifiuti sparsi qua e là, quasi a sfregio degli Amigos del Corazón de Jesús che hanno predisposto i cartelli delle stazioni della Via Crucis.
Ripreso il viaggio, facciamo una breve deviazione verso il deserto delle Bardenas Reales de Navarra. La temperatura è ben sopra i 30 gradi e il paesaggio mi ricorda quello del centro della Sicilia.
Giusto 100 chilometri ci separano da Saragozza, buona parte dei quali percorsi sulla prima strada a pagamento incontrata in questo viaggio. Quando scorgiamo il Ponte del Terzo Millennio (uno dei simboli dell’Expo 2008), sappiamo di essere arrivati. Sullo sfondo, infatti, si erge l’altrettanto spettacolare Hotel Hiberus…
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Saul Stucchi