Si moltiplicano le iniziative di musei e istituzioni culturali pensate per tenere vivi i legami tra le sedi di raccolte, collezioni e archivi e i loro visitatori, abituali o nuovi (quelli cioè che ne scoprono l’esistenza e la ricchezza proprio in questi tempi di reclusione forzata per l’emergenza Coronavirus). Giusto ieri ho raccontato le iniziative della Pinacoteca di Brera.
Tra le ultime segnalazioni che ho ricevuto vorrei qui parlare della ricerca “Uccelli di città” promossa dal Museo di Storia Naturale di Venezia intitolato a Giancarlo Ligabue alla fine del 2019 e dall’Associazione Venezia Birdwatching.

In cosa consiste questa iniziativa? È un invito, rivolto ai cittadini di Venezia e ai birdwatcher, di segnalare gli uccelli selvatici presenti nell’area urbana, sia in laguna che in terraferma, indicandone anche – se possibile – i comportamenti. Il periodo della ricerca si estende fino all’estate del 2021. Lo scopo della ricerca è l’aggiornamento dell’atlante ornitologico urbano di Venezia, frutto a sua volta dell’indagine “Uccelli di laguna e di città” condotta dal Museo di Storia Naturale di Venezia tra il 2006 e il 2011, i cui risultati sono stati raccolti in un volume dallo stesso titolo.
Non solo piccioni e gabbiani
Al comune turista vengono subito alla mente i piccioni di piazza San Marco e i gabbiani che planano sul Palazzo Ducale. Ma gli uccelli “veneziani” sono molto più numerosi e le loro specie sono molto variate negli ultimi anni. Lo sanno bene i cittadini. In particolare a loro è indirizzato l’invito a partecipare a questa attività di “citizen science” di raccolta dati che poi verranno elaborati dagli studiosi.
In queste settimane non è naturalmente il caso di aggirarsi per calli e campielli a osservare uccelli. Ma chi abita in città, se gode di un punto d’osservazione privilegiato da terrazze e finestre, può prendere appunti, fotografare e videoregistrare i volatili che passano nella sua area.
La prima fase dell’indagine è consistita nel monitoraggio degli uccelli svernanti nel periodo compreso tra l’inizio di dicembre 2019 e la fine di gennaio 2020. Questa ricerca ha consentito di censire oltre 100 diverse specie di volatili.
Il bestiario di Venezia
A me è venuto alla mente il bel libro (ormai praticamente introvabile) “Venezia. Il bestiario” di Jan Morris (nata James), pubblicato da Edizioni L’Altra Riva nel 1988. Sono proprio gli uccelli i primi animali del bestiario messo insieme dalla scrittrice britannica.

Cito il paragrafo iniziale del capitolo a loro dedicato, “Volo d’uccelli – Flight of Birds”:
Furono gli uccelli ad attrarre per primi la fantasia dei Veneziani, liberi com’erano di muoversi in tre dei quattro elementi (la fenice dominava il quarto e avrebbe dato pertanto il nome al teatro d’opera veneziano). Essi ebbero un ruolo importante negli antichi miti veneziani: non solo guidarono quei pochi coloni alla loro meta (nella fondazione della città, ndr), ma più di una volta, mostrarono ai Veneziani dov’era meglio costruire le loro chiese isolane – «dove si riunirà un gruppo d’uccelli», o «dove dodici gru staranno assieme». Senza dubbio questa gente s’identificava con gli uccelli lagunari, con cui l’aveva già associata Cassiodoro, perché si annidava tra canne e barene e si spostava tra terra, mare e aria con una facilità maggiore di gran parte dell’umanità”.
La possibilità di contribuire alla ricerca è aperta a tutti: basta semplicemente inviare le proprie osservazioni via mail a mauro.bon [AT] fmcvenezia.it con le indicazioni della specie osservata e del luogo di osservazione, meglio se arricchite da una foto o da un video.
Saul Stucchi
La foto della ghiandaia è di Emanuele Stival
La foto del caffè con il libro di Jan Morris è di Saul Stucchi
Fondazione Musei Civici di Venezia
Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue
Santa Croce 1730
Venezia
Tel. 041.2750206