Words, words, words mormorano i duellanti sul palco del Teatro Litta, prendendo vita tra lo stupore del pubblico in sala che li credeva manichini. La voluta rinuncia al tradizionale abbassamento delle luci che traghetta nello spettacolo disorienta e allo stesso tempo proietta in medias res, già dentro la tragedia. O forse, con maggiore sottigliezza, questa scelta sottolinea la prossimità tra la vicenda teatrale principale (la storia di Amleto, appunto) e la vita quotidiana di tutti noi, separando invece con un maggior distacco la seconda vicenda teatrale (il metateatro o “teatro nel teatro”, ovvero la recita della compagnia che arriva a corte). Come affronta il classico dei classici il regista Roberto Bacci nel suo Amleto – Nella carne il silenzio (con la drammaturgia di Stefano Geraci)?
Da una parte con l’originale espediente di annullare la ferrea divisione in ruoli, assegnando a rotazione a sei attori le parti e le battute dei vari personaggi, fissando soltanto quelle (parte e battute) del protagonista. Dall’altra sottolineando e giocando sullo stretto rapporto tra parole (words) e spade (swords). I sei duellanti rivolgono la parola ad Amleto sempre accompagnandola con una mossa del fioretto che impugnano. Così il principe di Danimarca è stretto in una trappola verbale e insieme minacciato dalle lame di chi dovrebbe volere il suo bene e invece ne trama la morte. Le maschere da scherma che i personaggi indossano servono per nasconderne i reali intenti. Nella scena della recita a palazzo, invece, gli attori portano delle maschere di animali per alludere apertamente (mi si conceda l’espressione ossimorica) ai vizi umani, come vuole una tradizione che va da Esopo a La Fontaine. A mio parere è questo il momento drammaticamente più intenso di uno spettacolo dai meccanismi ben oliati.
Saul Stucchi
Amleto
Nella carne il silenzio
di W. Shakespeare
Dal 24 febbraio al 7 marzo 2010
Drammaturgia: Stefano Geraci
Regia: Roberto Bacci
Collaborazione artistica e assistenza alla regia: Savino Paparella
Con: Tazio Torrini, Andrea Fiorentini, Serena Gatti, Debora Mattiello, Luigi Petrolini, Francesco Puleo, Alessandro Porcu
Scene e costumi: Marcio Medina
Realizzazione costumi: Patrizia Bonicoli
Assistente per i costumi: Silvana Marcondes
Luci: Marcello D’Agostino
Musiche: Ares Tavolazzi
Scenografia: Alessandro Lo Bue e Marco Viegi Dal Fiume
Direzione tecnica: Sergio Zagaglia
Allestimenti: Stefano Franzoni
Realizzazione scenografica: Sergio Seghettini
Maestro d’armi: Carlo Macchi
Produzione Fondazione Pontedera Teatro
Teatro Litta
Corso Magenta 24
Milano
Repliche: dal martedì al sabato alle 20.30
Domenica alle 16.30
Lunedì riposo
Biglietto: martedì/mercoledì/giovedì intero 12 €; ridotto 9 €
Venerdì/sabato/domenica intero 18 €; ridotti 9/12 €
Info e prenotazioni:
Tel. 02.86454545