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Voi siete qui: Italia » La Strage degli Innocenti secondo Matteo di Giovanni

19 Gennaio 2022

La Strage degli Innocenti secondo Matteo di Giovanni

Ammiriamo a bocca aperta le magnifiche tarsie marmoree policrome che compongo quel capolavoro unico al mondo che è il pavimento del Duomo di Siena, in particolare quelle in cui vengono rappresentate le Sibille e quella che illustra, in esecuzione del cartone preparatorio disegnato da Matteo di Giovanni, detto anche Matteo da Siena, la Strage degli Innocenti.

Di questo soggetto che ossessionava l’epoca in seguito ad alcuni recenti eccidi, su tutti quello di Otranto, compiuti dalle truppe ottomane ma evidentemente anche l’immaginazione dell’artista, Matteo di Giovanni realizzò pure almeno tre grandi dipinti, a tempera su tavola. Una delle versioni, forse la più riuscita, è offerta agli sguardi dei visitatori proprio nella città del Palio e delle contrade e vogliamo vederla.

Matteo di Giovanni, Strage degli innocenti (particolare del pavimento del Duomo di Siena)

L’Ospedale di Santa Maria della Scala, di fronte al Duomo, è uno stratificato e inestimabile tesoro. Edificato a partire dall’XI secolo e sviluppatosi in un intrico di ambienti tra loro parecchio diversi, a volte angusti e a volte di ampiezza monumentale, è oggi un complesso museale che ospita un gran numero di opere pregevoli, una collezione archeologica, una raccolta di xilografie cinesi e un delizioso museo d’arte interattivo per bambini ma ha conservato pienamente le tracce del suo essere stato per secoli un ospedale (peraltro fino a pochi decenni fa), un luogo di accoglienza per i pellegrini e anche un’istituzione per l’accudimento dei bambini abbandonati, orfani, indigenti.

Nel Pellegrinaio

La sintesi di tutto questo la si può trovare nel Pellegrinaio, ampia e lunga sala dalla volta a crociera adibita nel tempo a svariate funzioni, in ultimo, fino alla metà degli anni Novanta, a corsia ospedaliera. Dunque i degenti, dai loro letti, potevano contemplare i mirabili affreschi che sulle pareti raccontano, con dovizia di particolari, la missione dell’Ospedale, uno dei più significativi cicli pittorici senesi. Può darsi che a tanti non importasse poi molto, che fossero addirittura infastiditi da questo permanere di bellezza mentre i corpi li tradivano nel manifestarsi di un’impudica e oltraggiosa miseria ma personalmente questa magnanimità della cura, l’elargizione ai malati di una misura umana che trascende enormemente la semplice somministrazione di un farmaco, oltre a stupirmi, mi commuove.

Altrettanto commovente è l’affresco di Domenico Di Bartolo intitolato Accoglienza, educazione e matrimonio di una figlia dello Spedale. La pietra scartata è stata raccolta e accompagnata sino a farla diventare una gemma, alla bambina abbandonata non è stato offerto soltanto il corpo della balia per tenerla biologicamente in vita bensì anche la magia dei giochi, un’adeguata istruzione e infine un matrimonio la cui eleganza ha poco da invidiare a uno sposalizio di corte.

La Cappella della Madonna

Per osservare il dipinto che stiamo cercando, dobbiamo spostarci nella Cappella della Madonna. In questa tavola i bambini sono già cadaveri calpestati dalla folla o ancora per poco piccoli e inermi fagotti che le madri terrorizzate stanno cercando di sottrarre alla strage. Uno di loro, in primo piano sulla destra, viene trafitto nel presente della scena da una spada che gli si infila nella bocca, colpito tra le braccia della donna che ha tentato invano di proteggerlo.

Matteo di Giovanni, Strage degli innocenti (particolare), Siena

Il pittore non fa sconti. I colori, soprattutto i blu, sono saturi, squillanti; molto marcati i tratti con cui sono delineate le figure; la deliberata assenza di prospettiva rende l’immagine congestionata. È un quadro davvero potente e inquietante. Gli assassini mostrano ghigni demoniaci oppure volti ottusi in preda a una sorta di trance. Osservano il massacro un Erode assiso in trono e abbigliato da sultano, dal contorto viso diabolico e sadico, due dignitari la cui espressione fa trasparire essenzialmente indifferenza e alcuni spettatori, tre giovani donne e due ragazzini, affacciati sulla carneficina da un’elegante architettura rinascimentale e che non nascondono il loro divertimento. Questi ultimi cinque personaggi finiscono per attirare un’attenzione sgomenta e prolungata; probabilmente perché il voyeur dell’orrore è senza tempo e dunque appartiene pienamente anche al nostro e si annida almeno ipoteticamente in ciascuno di noi.

Appena pochi metri separano il Pellegrinaio da questo terribile dipinto. È come se dentro queste mura, tanto più simboliche perché appartenenti a un luogo di cura, venissero compresi, quasi accostati, gli estremi tra i quali oscilla ciò che uomini e donne possono fare della propria e dell’altrui esistenza. Come se venisse rappresentato un bivio dal quale si dipartono due strade che procedono distanziandosi infinitamente. Siamo in un luogo senza censure, come le antiche cattedrali nella cui pietra convivono mostri e madonne, angeli e diavoli ma per me immaginare un misterioso disegno che alla fine redimerà tutto è francamente impossibile.

Quando usciamo il cielo è di un azzurro immacolato, il pomeriggio assolato quanto ventilato e la storia con la S maiuscola sembra più incomprensibile che in altri giorni.

Giovanni Granatelli

Santa Maria della Scala

Piazza del Duomo 1
Siena

Informazioni:

www.santamariadellascala.com

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