A riportarla in luce, quasi un secolo fa, fu l’archeologo tedesco Ludwig Borchardt. Era il 1912 e da allora il busto di Nefertiti non ha mai smesso di affascinare i visitatori dell’Altes Museum di Berlino che lo custodisce gelosamente, negandone il prestito anche in occasione di mostre di altissimo livello come quella attualmente in corso a Palazzo Bricherasio a Torino.
Nefertiti fu la moglie principale del faraone della XVIII dinastia Akhenaton e compare spesso in sua compagnia in opere rinvenute ad Akhetaton, la nuova capitale fatta costruire dal suo sposo per accogliere la corte e il culto unico del Sole. Proprio da Akhetaton, l’odierno villaggio di Tell El Amarna, proviene il busto sotto le splendide forme del quale, ora, degli studiosi hanno scoperto sembianze meno perfette e forse più rispondenti al reale aspetto della regina. Sotto il volto realizzato in stucco, infatti, si “nasconde” quello originale in pietra, caratterizzato da zigomi meno pronunciati e da una piccola gibbosità sul naso, mentre alcune leggere rughe solcano i lati della bocca e le guance.
I risultati delle analisi vengono illustrati sulla rivista Radiology da Alexander Huppertz, direttore dell’Imaging Science Institute di Berlino. Il prossimo ottobre il busto di Nefertiti verrà trasferito nel Neues Museum della capitale tedesca.