Presso il Teatro Angelo Musco di Catania, è stato presentato il libro La scelta di Sigfrido Ranucci, pubblicato da Bompiani. Il noto conduttore di Report, la più importante trasmissione d’inchiesta italiana, nel corso della serata ha parlato approfonditamente del libro, che racconta del suo percorso professionale e di vita.
Narra delle tante inchieste svolte e dell’intreccio che il suo lavoro ha avuto nella vita privata, il rapporto con i suoi genitori , sua moglie e i figli. Durante l’evento, tutto ciò è stato discusso con Giuseppe Lazzaro Danzuso e Mariachiara Papa, che hanno dialogato con il giornalista, che ha potuto così raccontare vari aneddoti e vicissitudini di vita.

Per esempio si è parlato del grande scoop mondiale di Falluja, fatto dal giornalista, dove il mondo è venuto a conoscenza dell’utilizzo, da parte dell’esercito americano, di armi chimiche contro i civili, durante la guerra in Iraq. Sigfrido Ranucci, in merito a questo scoop ha raccontato le varie peripezie che ha affrontato per pubblicare l’inchiesta all’interno del servizio pubblico, poiché ciò andava contro la versione ufficiale degli Stati Uniti che, ovviamente, negavano questo orrore.
Il giornalista con ciò ha voluto spiegare anche la grande paura che la maggior parte delle persone che fanno informazione, anche ad alti livelli, hanno nel far venire fuori notizie scottanti, che toccano grandi poteri che possono seriamente rovinarti. Durante la presentazione, si è parlato molto anche della casualità che ti può portare a scoprire delle cose, che altrimenti non avresti mai scoperto.
È il caso del recupero dei quadri illecitamente detenuti dal noto ex patron del Parma Calcio Calisto Tanzi, infatti tutto è partito da un tassista, che mentre accompagnava Ranucci, gli faceva notare che sul noto imprenditore non avevano scoperto tutto, nonostante le indagini già fatte, le sentenze ecc. Il tassista rivela una grande collezione di opere di Picasso, Matisse, e altri, poiché racconta di essere stato la guardia del corpo di Tanzi. Da lì ci sono stati vari sviluppi, e soprattutto colpi di scena, che hanno portato al recupero di questi grandi capolavori.
Nel corso della serata, si è raccontato anche di varie contaddizioni delle personalità politiche e non solo, di cui Ranucci si è occupato nel corso della sua carriera. È il caso per esempio del senatore Denis Verdini, condannato in via definitiva per vari reati, oppure di altri politici che nel corso degli anni si sono messi di traverso nelle inchieste fatte da Ranucci.

Ci sono stati anche vari interventi dal pubblico, moderati da Maurizio Loritto, di giovani giornalisti e di varie associazioni, che hanno rivolto domande e considerazioni a Ranucci. Il tema centrale della serata è stato comunque il giornalismo d’inchiesta e la libertà d’informazione, e in merito a ciò il pubblico ha partecipato in maniera molto forte. Questo ha portato a un dibattito molto acceso e stimolante, soprattutto sulle condizioni del giornalismo in Sicilia, che non versa in buone acque ormai da tanti anni.
Sigfrido Ranucci durante l’evento è stato molto disponibile con le persone, si è fermato concedendosi a foto, autografi e interviste, ha ricevuto tanti complimenti per il suo coraggio, e anche qualche consiglio su future inchieste di Report.
Al termine della serata, c’è stato un lungo firmacopie. Approfondendo un po’ la figura del giornalista: è nato a Roma nel 1961. Dopo gli studi in lettere alla Sapienza, inizia il suo percorso professionale al quotidiano Paese Sera, alla fine degli anni Ottanta entra al Tg3, occupandosi di varie cose.
Sul finire degli anni Novanta incomincia a collaborare con Rai News 24, Rai International e Tg3 Primo Piano. Ha fatto numerose inchieste sul traffico dei rifiuti, sulla criminalità organizzata e su Falluja, come detto prima, e durante una di queste inchieste di mafia, ha scoperto l’ultima grande intervista che poco tempo prima di morire, Paolo Borsellino ha rilasciato a due giornalisti francesi, in cui il giudice per la prima volta racconta dei rapporti di Silvio Berlusconi con la mafia, facendo i nomi di Marcello Dell’Utri e Vittorio Mangano, cose che più avanti verranno accertate anche dalla magistratura, con sentenze passate in giudicato.
Da inviato, ha seguito per esempio l’attentato dell’11 Settembre 2001 e lo tsunami dell’Oceano Indiano nel 2004. Dal 2006 è coautore di Report, che conduce dal 2017, con la storica autrice Milena Gabanelli, con cui ha scritto anche diversi libri. Inoltre scrive per il Corriere della Sera.
Nel corso della sua carriera, naturalmente, il giornalista ha ricevuto tante querele, minacce ecc, ma nonostante ciò è andato avanti, e questo coraggio ha cercato di trasmetterlo anche alle persone in sala, nella speranza che ognuno di noi possa fare la propria parte, anche piccola, per migliorare la società, perché non basta che ci siano solo quattro, o cinque Ranucci, ma ogni singola persona deve tentare di essere un’ po’ Ranucci . In fondo, potrebbe bastare poco.
Dario Salanitro
Sigfrido Ranucci
La scelta
Bompiani
Collana Overlook
2024, 324 pagine
20 €