Estate 2016. La strada della vacanza che dalla Brianza porta in Puglia passa per Pesaro. Ma anche per l’Europa dell’Est. Merito di Massimiliano Di Pasquale, fotogiornalista e scrittore, uno dei più preparati studiosi dei paesi dell’Europa orientale.
Chiuso il bar dove avevamo fatto colazione nel 2012, questa volta per la piacevole chiacchierata mi porta in una piazzetta del centro città, dove ci accomodiamo a un tavolino all’aperto. Durante l’intervista lo sposteremo seguendo l’ombra disegnata sul selciato davanti a Palazzo Mosca, sede dei Musei Civici.
Se vincesse Trump…
Dopo i convenevoli, gli racconto che sull’autostrada adriatica ho notato un pullman turistico proveniente da Leopoli. “Cosa ci faceva?” gli chiedo. Sono cambiate le rotte del turismo, risponde. Ora sono dirette verso zone che prima erano snobbate, come le località montane e quelle termali (che in realtà sono sempre state piuttosto apprezzate dagli Ucraini).
L’idea dei viaggi lunghissimi non spaventa i cittadini dell’Est, del resto. Mette paura a noi, non a loro. Arriva il cameriere quando Di Pasquale ha appena iniziato a parlare della guerra, che si era intensificata proprio l’estate scorsa. Quando riprende dopo l’ordinazione, Massimiliano ci tiene a ribadire che non si tratta di una guerra civile (come riporta la stampa italiana, almeno quella che si occupa del conflitto), ma di un’invasione russa.
Chissà come andrà a finire, soprattutto se alle presidenziali americane dovesse imporsi Donald Trump, che è un amico di Putin… (Beh, adesso sappiamo come siano andate quelle elezioni, ma ci resta ancora da capire che effetto avranno sulla media e sulla lunga durata, ndr).
La Russia è ai ferri corti con l’Europa dal 2005, prosegue Massimiliano, impegnata in una vasta campagna di disinformazione, a cui vanno aggiunti i ritardi dell’intelligence occidentale.
Mi colpisce l’agilità con cui il mio interlocutore passa in rassegna lo scenario europeo, dalla Francia che considera l’Ucraina come appendice della Russia, alla Germania motore dell’Unione. La sua visione geopolitica è sempre ancorata a una solida base storica. Risulta evidente, per esempio, quando mi parla delle motivazioni storiche della propaganda russa in Italia.
Al diavolo la par condicio
Ci tiene inoltre a distinguere tra posizione politica e indipendenza dei media. Mentre in Germania questo distinguo è possibile, in Italia non lo è, sostiene convinto. Da noi prevale la logica assurda della par condicio. Massimiliano deve aver appreso la lezione che lo storico March Bloch faceva ai suoi liceali di Amiens e che io conosco grazie al professor Luciano Canfora che la menziona spesso, per esempio nel suo libro “Augusto figlio di dio” (Laterza), da cui la cito:
Non pensiate che se un vostro compagno di banco dice che 2 + 2 fa 4, mentre un altro dice che fa 5, la verità sia che 2 + 2 fa 4 1/2. E aggiungeva: “Quando due notizie si contraddicono, la cosa più sicura, fino a prova contraria, è presumere che almeno una delle due sia erronea”.
Persistono poi in Italia (ma non solo) la confusione e l’identificazione tra URSS e Russia. Per non parlare del fascino del totalitarismo, della figura dell’uomo forte, ancora molto diffuso in Russia e in Italia. Nell’analisi di Di Pasquale contano anche la forte componente anti-americana e anti-occidentale e la pigrizia intellettuale dei nostri politici, ma anche degli uomini di cultura.
La Russia: forte o debole?
“Poi parliamo anche di Riga”, dice sorridendo, ansioso di parlare della sua nuova opera. Gli chiedo ancora un po’ di pazienza: vorrei proseguire il discorso sulla Russia. Risuonano le campane di una chiesa vicina quando gli ricordo che siamo ormai vicini al trentennale dell’Ottantanove, ovvero della caduta del Muro di Berlino e del suo effetto domino.
Chiedo a Massimiliano se i muscoli che mostra la Russia siano più un segno di forza o di paura. La Russia è estremamente debole, risponde Massimiliano. La forza di un paese, mi spiega, è fatta anche dalla solidità delle sue istituzioni, dalla qualità della sanità e da molti altri parametri. La Russia preferisce puntare sulla corsa agli armamenti piuttosto che risolvere i suoi problemi secolari.
Putin unisce in sé tre tradizioni: quella zarista, la stalinista e l’ortodossa. Impossibile comprendere la sua politica senza tener conto di questa triplice natura. Massimiliano vede nella sua azione più continuità che rottura rispetto alla tradizione sovietica. L’obiettivo di Putin è infatti quello di ricostruire l’URSS, la cui dissoluzione è stata per lui una delle più grandi tragedie del Novecento. Per raggiungere l’obiettivo il presidente russo non esita a fare leva sui nostalgici zaristi.
Di Pasquale fa una breve incursione nel tema, molto complesso e spinoso, della dissidenza. Solženicyn, dice, sosteneva Putin anche se lui personalmente era contro l’URSS. Lo scrittore dissidente non era un democratico: era contro l’Europa, contro lo stato di diritto…
L’errore dell’Ucraina
Ignara della delicatezza del passaggio, ma gentilissima, la signora del bar ci sposta il tavolino all’ombra. Qualche minuto prima, entrando nel locale per fare una nuova ordinazione, mia moglie le ha detto che stavo facendo un’intervista molto importante… “Allora devo stare in silenzio?” le ha chiesto la signora…
Intanto Massimiliano mi parla delle letture fuorvianti e semplicistiche sull’URSS e della cattiva fede di politici, politologi e giornalisti. In Italia l’indipendenza dell’Ucraina nel 1991 è passata quasi inosservata, mentre la richiesta di aiuto militare da parte dei Paesi Baltici è rimasta inascoltata da parte dell’Europa. Da parte sua l’Ucraina ha commesso l’errore strategico di voler puntare prima all’ingresso nell’Unione Europea che nella Nato.
Riga magica
Arriviamo a Riga, finalmente! Chiedo a Di Pasquale se il titolo del suo nuovo libro, “Riga magica. Cronache dal Baltico” (Il Sirente), sia un omaggio al classico di Angelo Maria Ripellino, “Praga magica”. Massimiliano racconta la genesi del titolo. Ne voleva uno sintetico, mentre per la monografia sull’Ucraina ne aveva scelto uno lungo (“Ucraina terra di confine: Viaggi nell’Europa sconosciuta”, sempre dall’editore Il Sirente).
Massimiliano si è domandato quale termine potesse unire i tanti aspetti di Riga e si è risposto che “magica” era la parola giusta.
“C’è molta architettura”, osservo. “Sì, è un po’ la mia passione”, risponde, rievocando il grande sviluppo vissuto dalla città nei primi del Novecento. Nel libro, che può essere utilizzato anche come preziosa guida, oltre che letto come intrigante reportage, sono citati numerosi palazzi.
L’autore ripercorre le storie di personaggi legati a quegli edifici, come Michail Osipovič Ėjzenštejn, padre del regista Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. Ėjzenštejn senior è un personaggio da riscoprire, sostiene Massimiliano, che invece non nasconde l’antipatia per il figlio, colpevole secondo lui di non aver riconosciuto il debito verso il genitore, l’influenza che questi ha avuto sulla sua arte cinematografica.
Ma ci sono anche molti incontri con persone comuni. Sono la testimonianza del profondo desiderio di dialogare e di scambiare opinioni che anima la ricerca di Massimiliano.
In “Riga magica” pagina dopo pagina emerge la mescolanza di culture che caratterizza la capitale della Lettonia (dovuta al miscuglio di dominazioni), anche in chiave estetica. È davvero un luogo magico, dove le culture nordica e tedesca s’incontrano. “Immagina – mi dice – un mix tra Stoccolma, Lubecca e un villaggio russo: ecco Riga!”. È un cocktail affascinante che non cancella le sue varie componenti.
Tra Orwell e Talese
Nell’ultima parte della chiacchierata torniamo a parlare di Ucraina. Il motivo è l’opera a cui sta lavorando. S’intitolerà “Abbecedario ucraino” e ha lo scopo di spiegare ai lettori italiani le specificità dell’Ucraina e raddrizzare le storture che subisce (mi annoto mentalmente che torna spesso nell’intervista il termine “stortura”).
Io racconto a Massimiliano la mia visita alla spettacolare mostra “Crimea. Oro e segreti del Mar Nero”, allestita all’Allard Pierson Museum di Amsterdam. Al termine dell’esposizione il tesoro archeologico è stato richiesto sia dall’Ucraina che dalla Repubblica di Crimea, riunita alla Federazione Russa nel 2014. Il Museo olandese si è preso tempo per studiare gli aspetti legali della questione…
“Riga magica” è particolare anche nello stile, ci tiene a sottolineare Di Pasquale. Lo ha scritto tenendo presenti due maestri o numi tutelari: Gay Talese e George Orwell. Mi chiede se ho letto “Frank Sinatra ha il raffreddore” di Talese. “Sì”, gli rispondo al volo, non per desiderio di mentire, quanto perché succube dell’effetto chiamato “desiderabilità sociale”, quello che spinge a dire cose che ci presentano meglio ai nostri interlocutori.
Devo qui ringraziarlo per avermi fatto trascorrere un paio di piacevoli settimane, seduto in auto prima di entrare in ufficio, in compagnia di Sinatra, Floyd Patterson, Muhammad Ali e Fidel Castro…
Saul Stucchi
PS: Venerdì 24 marzo alle ore 15:00, presso la Sala Innovation A | Einstein del MilanoBookPride (in via Bergognone 34), Massimiliano Di Pasquale parlerà del suo “Riga Magica. Cronache dal Baltico” con il giornalista Luca Vaglio e lo scrittore Giovanni Catelli.
- Massimiliano Di Pasquale
Riga Magica
Cronache dal Baltico
Il Sirente
2015, 211 pagine
15 €
Didascalie:
- Massimiliano Di Pasquale a Pesaro
- Palazzo Mosca a Pesaro
- L’edificio in Alberta iela 13 disegnato da Mikhail Eisenstein
© Massimiliano Di Pasquale