Rosencrantz e Guildenstern sono morti e Tubal è un ricco ebreo della mia tribù. Ovvero: leggere e rileggere Shakespeare da una nuova prospettiva.
Tanta è la ricchezza del materiale scespiriano, in quantità e qualità, che anche un frammento di una singola opera può generare – fonte generosa! – un’altra storia che di volta in volta può apportare particolari inediti alla celebre parente, “correggerla”, presentarla sotto una nuova luce.
È il caso del monologo “Shylock” di Gareth Armstrong che Francesca Montanino ha tradotto e adattato e che Mauro Parrinello porta in scena: questo pomeriggio, domenica 19 febbraio, al Teatro Libero di Milano, dal 2 al 5 marzo al Teatro del Canovaccio di Catania (lo spettacolo, sia detto en passant, ha vinto il Festival Milano Off 2016).
Ma il personaggio che racconta la storia non è Shylock, bensì Tubal. Tubal… chi era costui? Nel “Mercante di Venezia” il Bardo gli ha riservato appena otto battute. Tante? Poche? Sufficienti per crearci uno spettacolo a sé, è quanto deve aver pensato Armstrong, con una lunga esperienza di attore scespiriano sulle spalle. E il successo del suo “Shylock”, dall’Edinburgh International Festival ai palcoscenici di tutto il mondo, dimostra che aveva ragione.
Montanino e Parrinello hanno apportato al testo originale alcune modifiche che hanno spiegato al pubblico ieri sera nell’incontro al termine della rappresentazione, ma ne hanno rispettato l’essenza, la natura, il motivo di fondo che ha spinto l’autore a scriverlo.
Ovvero l’esigenza di dare voce a un personaggio che è eufemistico definire “minore”, a una comparsa che vive appena per mezza scena, appunto il sopracitato Tubal. Ma attraverso di lui e attraverso la rievocazione della vicenda della sfida tra Antonio e il mercante ebreo dal suo punto di vista è proprio Shylock che riemerge nel ruolo di protagonista, però sotto una nuova luce.
Tubal è amico, avvocato difensore e correligionario di Shylock. Non è Shylock, lo dice subito, in apertura di monologo. Ma il trasporto della rievocazione, la comunanza dell’esperienza del rifiuto, della separazione, dello scherno da parte dei cristiani di Venezia è tale da portare all’assimilazione. Sì: Tubal è Shylock. Noi tutti siamo Shylock.
Le scatole di cartone che costituiscono tutta la scenografia sono i mattoni con cui è costruita la storia del “Mercante di Venezia” che Shakespeare ha ripreso (“Copiato paro paro!” sottolinea compiaciuto Tubal) da una delle novelle della raccolta “Il pecorone” di Giovanni Fiorentino.
Ciascuna scatola reca un titolo: cose perdute, nomi finti, notai buffi, parrucche rosse, Barbra Streisand, battute in versi e battute in prosa… Tubal ne prende una e la apre, come se fosse un dossier da riconsiderare, da valutare sotto un altro punto di vista. E cambiando di posto alla scatola, ricostruisce la storia.
Ma Barbra Streisand cosa c’entra? Fatevelo raccontare da Shylock. Pardon: da Tubal.
Saul Stucchi
17, 18, 19 febbraio 2017
SHYLOCK
- di Gareth Armstrong
- con Mauro Parrinello
- traduzione e adattamento Francesca Montanino
- produzione OffRome Compagnia dei Demoni ROMA / TORINO
TEATRO LIBERO
Via Savona 10
Milano
Informazioni e prenotazioni:
Tel. 02.8323126
www.teatrolibero.it