Non cadeva di 17 ma è stato comunque un venerdì di quelli in cui si devono mantenere ben saldi i nervi per arrivare integri al tramonto. Parliamo dello scorso 16 giugno, a Milano giornata dal caldo africano in cui lo sciopero del personale dell’ATM ha contribuito a rendere ancora più problematica a ognuno la gestione delle proprie incombenze.
L’Estate Sforzesca
[codice-adsense-float]All’inizio sembrava che anche i tecnici del festival “Estate Sforzesca” ci mettessero del loro per sabotare lo spettacolo in cartellone e invece tutto è filato (quasi) liscio e “Di a da in con su per tra fra… Shakespeare” è stato un successo, coronato dai calorosi applausi del folto pubblico che in qualche modo era riuscito a presentarsi nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco per le 21.00.
Sul palcoscenico Mattia Fabris, Arianna Scommegna e Serena Sinigaglia, autrice e regista dello spettacolo. Che racconta il suo approccio al mondo del teatro, il suo battesimo del fuoco.
Si comincia tornando indietro al 1995 sulle note di “Un’estate al mare” cantata da Giuni Russo (we miss you, Giuni). Serena Sinigaglia aveva allora 22 anni e trascorreva le vacanze in quel di Francavilla al Mare con un’unica preoccupazione: superare la “verifica delle verifiche”, ovvero la prova di regia. Frequentava infatti la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi ma, per sua stessa ammissione, ancora ignorava cosa fosse il teatro. Né era convinta di voler fare la regista, da grande. Da bambina sognava anzi di diventare Presidente della Repubblica…
E allora, pensa e ripensa, le venne l’idea di scegliere un testo dell’autore classico per eccellenza (perché, come dice Calvino, “il ‘tuo’ classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui”): SHAKESPEARE. Who else?

Il potere della parola
Intanto Arianna Scommegna e Mattia Fabris si dividono l’anima dell’aspirante regista e ne personificano frustrazioni e slanci, tra Calvino e il Che (occorrono audacia e amore per fare la rivoluzione). Individuati l’autore e l’opera – “Romeo e Giulietta”, il classico dei classici, irresistibile richiamo perché parla dei giovani – rimaneva lo scoglio della traduzione. La scelta cadde sulla versione di Quasimodo, tragica e comica insieme, proprio come sono le nostre vite.
Lo spettacolo è più di una selezione di brani scespiriani dedicati al teatro: è un omaggio al Bardo di Stratford-upon-Avon, un inno alla potenza e alla versatilità del teatro, una lode alla scenografia verbale e al potere evocativo delle parole.
Sono tante le cose di Shakespeare che la Sinigaglia apprezza e ama, a cominciare dal suo geniale modo di mettere le mani avanti, dichiarando fin da subito al pubblico la povertà dei mezzi, povertà che accomuna da secoli (da sempre) generazioni di teatranti.
“Evocazione” è la parola magica. Il testo scespiriano è pura poesia che sul palcoscenico può essere resa in cento e mille modi, basti prendere come esempio il “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli e confrontarlo con “Romeo + Giulietta di William Shakepeare” di Baz Luhrmann. Due mondi sideralmente lontani, ma con un punto di contatto: la celeberrima scena del balcone.
Tutto su suo padre
E qui si scatena il bravo Mattia Fabris, alle prese con un balcone che non c’è. E Giulietta? Giulietta è la straordinaria Arianna Scommegna, capace di passare in un istante dalla tenera Capuleti al vecchio Re Lear piegato dalla morte dell’amata Cordelia, non prima di aver cantato a ritmo di rap la definizione di “eufuismo” (scrivere abbellendo) data dal Devoto-Oli.
Dalla morte del padre alla visione rivelatrice di “Tutto su mia madre” di Almodóvar, dalla guerra del Golfo alla “Canzone di Marinella” di De André Sinigaglia ripercorre la propria vita, convinta come Rilke (e noi con lei) che “un’opera d’arte è buona se nasce da necessità”.
Emozioni intense, amore e morte, caldi applausi a muovere l’aria nel cortile del Castello illuminato a festival, e su tutto Shakespeare: davvero un venerdì intenso, lo scorso 16 giugno.
Saul Stucchi
16 giugno 2017 – ore 21.00
Di a da in con su per tra fra… Shakespeare
- di Serena Sinigaglia
- con Serena Sinigaglia, Arianna Scommegna e Mattia Fabris
- costumi Federica Ponissi
- produzione ATIR
Castello Sforzesco – Cortile delle Armi
Milano
Biglietto: 10 €
Informazioni:
Tel. 02.84892195
www.atirteatroringhiera.it