Non ricordo di aver mai pianto a teatro. Ieri sera, però, al Piccolo Teatro Strehler di Milano ho dovuto ricorrere a tutte le mie risorse di autocontrollo (peraltro non indifferenti, sappiatelo) per non cedere alla commozione. Lo spettacolo “Naufraghi senza volto” mi ha strizzato il cuore fin quasi alle lacrime che ho trattenuto soltanto perché ero seduto in terza fila in mezzo a degli sconosciuti.
Eppure la lettura scenica che Renato Sarti ha fatto, con Angela Finocchiaro, dell’omonimo libro di Cristina Cattaneo (pubblicato da Raffaello Cortina Editore) è sobria quanto il racconto stesso della professoressa. Sarti ne ha selezionato alcune parti e le ha cucite insieme per mantenere il filo del discorso. Unica modifica: ha volto alla terza singolare quello che l’autrice racconta in prima.
Non c’è ricerca di effetto, né sottolineature patetiche: la materia e le storie sono già drammatiche – tragiche – di loro. La cruda e crudele realtà ha bisogno anzi di un certo distacco per essere contemplata in tutta la sua terribile enormità.

Lo spettacolo è stato introdotto da un breve discorso dell’europarlamentare Pierfrancesco Majorino che ha salutato e ringraziato la “persona speciale” che ha reso possibile tutto questo, ricordando che tra pochi giorni le verrà consegnato la benemerenza civica dell’Ambrogino d’Oro. Al centro della serata e dello spettacolo – ha detto – c’è la dignità della persona. “Nessun passo indietro” si deve fare sul diritto al riconoscimento di tutte le vittime, nessuna esclusa.
Poi è iniziato il viaggio nelle pagine di “Naufraghi senza volto”, mescolate ad alcune tratte da “Corpi, scheletri e delitti” (uscito sempre per i tipi di Cortina). Angela e Renato si alternavano, non soltanto per i dialoghi, ma anche per il filo del discorso.
Come in una tragedia scespiriana, linguaggio e ritmo in diversi punti diventavano quelli della commedia. Non è un accostamento ardito: il riferimento ai becchini dell’Amleto, che parlano con ironia della morte in una celebre scena, è esplicitamente rievocato nella descrizione dell’esame autoptico su un cadavere. Intanto, alle spalle degli attori, un video mostrava la Cattaneo all’opera con i suoi collaboratori del LABANOF, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense: “il CSI di Lambrate”, definizione che ha strappato una risata al pubblico.

Per dare un’idea del lavoro che vi si svolge sono stati menzionati alcuni casi di successo, come l’identificazione di Galeazzo Maria Sforza e la conferma che le reliquie di Sant’Ambrogio conservate nella sua basilica appartengono veramente al vescovo: lo testimonia la frattura alla spalla destra riscontrata nell’analisi. Ambrogio se l’era procurata da giovane in un incidente, forse una caduta da cavallo. Tra parentesi: giovedì Cristina Cattaneo e “il Porta” (Davide, nda), responsabile tecnico del LABANOF, saranno nella basilica milanese per presentare alla stampa la ricostruzione tattile facciale del santo.
Ma ci sono anche i casi orribili. I più tremendi sono stati i naufragi nelle acque di Lampedusa del 3 ottobre 2013 e del 18 aprile 2015, con più di mille vittime in totale. L’affondamento del primo “barcone” coincise per la Cattaneo con la perdita del padre. Fu per lei l’occasione per riflettere sull’elaborazione del lutto, difficilissima se non impossibile senza la sepoltura o almeno l’identificazione del corpo del proprio caro.
La descrizione delle complesse operazioni in Sicilia per il recupero e il riconoscimento dei corpi è la parte più intensa e commovente dello spettacolo. Se ancora non l’avete fatto, leggetevi “Naufraghi senza volto” (ma anche “Corpi, scheletri e delitti”). Non c’è una parola fuori luogo. Con la penna Cristina è analitica e precisa come con il bisturi.
Aveva ragione Danilo De Angelis, “l’odontologo”, quando a Roma, dopo una giornata di interviste con alcuni parenti delle vittime, emotivamente pesante come un macigno, riassunse tutto il senso del loro lavoro con quattro parole: “È giusto essere qui”.
Saul Stucchi
foto di Laila Pozzo
La foto a fine spettacolo è di Saul Stucchi
Naufraghi senza volto
lettura teatrale di Renato Sarti tratta dal libro “Naufraghi senza volto” di Cristina Cattaneo (Raffaello Cortina Editore)con Angela Finocchiaro e Renato Sarti
video e immagini Mattia Colombo, Jacopo Loiodice, Valentina Cicogna
musiche Carlo Boccadoro
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Piccolo Teatro StrehlerLargo Greppi 1, Milano
Quando
Lunedì 29 novembre 2021Orari e prezzi
Orario: 20.30Durata: 60 minuti senza intervallo
Biglietti: intero platea 33 €; intero balconata 26 €