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Voi siete qui: Teatro & Cinema » Fausto Russo Alesi strepitoso “Ivan” Karamazov al Piccolo Teatro

1 Marzo 2017 Scritto da Saul Stucchi

Fausto Russo Alesi strepitoso “Ivan” Karamazov al Piccolo Teatro

Fausto Russo Alesi in "Ivan" al Piccolo Teatro di MilanoPrendete uno dei romanzi più significativi dell’intera storia della letteratura mondiale. Sceglietene il nucleo, il cuore palpitante e affidatelo alle amorevoli cure di Letizia Russo (con la consulenza del professor Fausto Malcovati) per una “riscrittura” teatrale. Il testo, ora nuovo e insieme fedele all’originale, è nelle mani della regista Serena Sinigaglia che dirige uno strepitoso Fausto Russo Alesi. Il risultato? È “Ivan”, liberamente tratto da “I fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij, in scena al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano fino al 5 marzo.

Famiglia ristretta

Se amate Dostoevskij, se amate la grande letteratura e il grande teatro, non perdetevelo! Per settantacinque minuti sarete coinvolti nella storia della famiglia Karamazov (i Labdacidi della modernità). La loro vicenda riguarda tutti perché è esemplare.

Il padre, vecchio alcolizzato, vede negli occhi del figlio Ivan il suo disprezzo e disgusto. Ma non gli importa (davvero?). A lui interessano soltanto due cose e la seconda è il cognac. Non contento di non essere stato un padre per i suoi figli, li provoca l’un contro l’altro, conoscendone la passione per la filosofia, per i grandi temi sui cui si consumano il cervello i giovani russi (formidabile quella generazione di idealisti allo sbaraglio…): l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima. What else?

Seduto ai piedi di una spirale metallica a cui sono incollati dei fogli, Fausto Russo Alesi interpreta prima il padre e poi Ivan in dialogo con il fratello minore Alëša (Alioscia per gli amici di Dostoevskij). Del fratello maggiore Dmitrij (Dimitri), nessuna parola, così come di Smerdjakov, il figlio illegittimo.

Fausto Russo Alesi interpreta "Ivan" KaramazovIl Grande Inquisitore

È Ivan il protagonista, come autore del racconto sul Grande Inquisitore, come accusatore di Dio, come vittima della malattia e della follia, come uomo macerato dal dubbio e assetato di giustizia, come zimbello del Diavolo, come figlio e fratello bisognoso d’amore.

La sua posizione filosofica è chiara: il problema non è Dio, è questo mondo. Come spiegare la sofferenza dei bambini innocenti? Come perdonare chi commette violenza contro di loro?

Il vertice è naturalmente il racconto della seconda venuta del Cristo, nella Siviglia dell’inquisizione. La folla lo riconosce, ancora prima che pronunci di fronte al piccolo feretro bianco le parole “Talita khum – Fanciulla, alzati”, le stesse con cui aveva resuscitato la figlia di Giairo quindici secoli prima.

“Perché sei tornato? Perché sei venuto a disturbarci?!”. Le domande del vecchio inquisitore non trovano risposta da parte di Gesù, se non il silenzio e un bacio che gli trasmette una scossa.

Ma come Giuda aveva un ruolo da recitare nella vicenda dell’umanità, così il Grande Inquisitore ha una funzione precisa e necessaria. L’uomo cerca il miracolo, non Dio. L’inquisizione si è presa l’incarico di correggere e rifondare il messaggio cristiano, alleggerendo il peso portato dall’uomo. Cristo, per eccesso di stima, aveva infatti caricato di un peso eccessivo le spalle dell’uomo.

Mistero e libertà

Il mistero è un’attrattiva più potente della libertà e Ivan, nel suo racconto, coglie bene la psicologia della massa, prima pronta a seguire ciecamente il Cristo, poi disposta ad abbandonarlo senza muovere un dito.

L’attore mostra un talento alla Robin Williams nel passare da Ivan al Diavolo, nel dare loro voce e corpo, nel cambiare voce e lingua. Spezza il cuore quando racconta del bambino, nudo, inseguito dalla muta di cani che lo sbranerà e lo riscalda di risate quando fa il Diavolo che vola in picchiata con una temperatura di – 150 gradi e appoggia il dito (finger) sull’accetta congelata.

Che spettacolo, ragazzi! Grandissimo Dostoevskij. Grandissimi i suoi amici che hanno portato a teatro uno dei suoi capolavori.

Saul Stucchi
Foto di Serena Serrani

NB: Mercoledì 1 marzo alle ore 17 si terrà nel Chiostro Nina Vinchi di via Rovello 2 un incontro dal titolo “Su Ivan”: la regista Serena Sinigaglia e l’attore Fausto Russo Alesi parleranno dello spettacolo con Fausto Malcovati e Damiano Rebecchini. L’incontro è parte del ciclo “Teatro e differenze/La differenza del teatro” a cura di Mariacristina Cavecchi e Caroline Patey (Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Milano).

L’ingresso agli incontri è gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili. Prenotazione obbligatoria inviando un’email all’indirizzo: comunicazione@piccoloteatromilano.it

Dal 28 febbraio al 5 marzo 2017

Ivan

  • liberamente tratto da “I fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij
  • riscrittura Letizia Russo
  • consulenza Fausto Malcovati
  • regia Serena Sinigaglia
  • con Fausto Russo Alesi
  • scene Stefano Zullo
  • luci Roberta Faiolo
  • assistente alla regia Giulia Sarah Gibbon
  • co-produzione ATIR Teatro Ringhiera
  • Teatro Donizetti Bergamo

Piccolo Teatro Studio Melato
via Rivoli 6
Milano

Informazioni:
www.piccoloteatro.org

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