Come tutte le opere culturali, i libri possono attrarre o respingere, in diversi gradi a seconda dei gusti, del livello di familiarità e della personalità di ciascuno. Parlo dell’oggetto “libro”, in primis. Poi di tutto quello che i “volumi” portano con loro: significati, simboli, richiami, paure e curiosità.

Su questi e altri aspetti si sofferma, in modo delicato e poetico, lo spettacolo “Book is a Book is a Book” della compagnia svizzera Trickster-p, in cartellone al Teatro della Triennale di Milano dal 3 al 6 giugno 2021.
Il libro è…
In effetti “spettacolo” è forse una definizione fuorviante. Non ci sono infatti attori, o meglio: gli spettatori stessi sono anche, in qualche modo, interpreti. La scena è occupata da una ventina di piccoli tavoli quadrati, ciascuno con una sedia, una lampada, un paio di cuffie (molto comode!) e un sacchetto nero il cui contenuto non svelerò. Sopra il tavolo c’è un grosso libro. La voce che parla nelle cuffie – nelle versioni italiana e inglese è quella di Gabriella Sacco – invita ad aprire il volume. E la storia comincia: “Il libro è un oggetto semplice…”.
Ci si sente parte di un gruppo, eppure isolati, ciascuno confinato nella propria postazione. All’inizio l’atmosfera è un po’ inquietante. Più che in una biblioteca accogliente, sembra di essere in un’aula, convocati per lo svolgimento di un esame.
Qualcuno si guarda intorno spaesato, altri prendono coraggio e iniziano a sfogliare le pagine del libro, ricche di disegni, fotografie e testi. Per la prima volta ho a disposizione un comodo tavolo e una lampada per prendere appunti, per la recensione che state leggendo, mentre assisto allo spettacolo. Altro che scarabocchi presi al buio, frasi e parole spesso sovrapposte le une alle altre che poi mi risultano illeggibili!
A proposito di leggibilità… Come leggiamo un testo? La voce nelle cuffie ci invita a riflettere su un brano di “Una storia della lettura” di Alberto Manguel, pubblicato in Italia da Feltrinelli. Lo riporto qui sotto:
[…] nemmeno l’atto primario di scandagliare la pagina con gli occhi è un processo continuo e sistematico. Si ritiene di solito che quando si legge gli occhi si muovano tranquillamente senza interruzioni lungo le righe della pagina, e che quando ad esempio leggiamo un testo occidentale, si spostino da sinistra a destra. Non è così. Un secolo fa l’oftalmologo francese Émile Javal scoprì che in realtà gli occhi saltano qua e là per la pagina; questi salti o scosse si verificano tre o quattro volte al secondo, a una velocità di circa 200 gradi al secondo. La velocità del movimento oculare attraverso la pagina — ma non il movimento in sé — interferisce con la percezione, ed è soltanto durante la breve pausa fra un movimento e l’altro che noi “leggiamo” veramente. Perché il nostro senso della lettura sia correlato alla continuità del testo sulla pagina o al suo scorrere su uno schermo, e assimili intere frasi o pensieri, e non ai movimenti a scatto degli occhi, è una questione a cui gli scienziati non sono ancora stati in grado di dare una risposta”.
Pagine di sollecitazioni
E siccome lo spettacolo è (anche) una sequela di spunti e sollecitazioni, la mia mente è partita per la tangente a ogni pagina. Si legge sulla bella brochure di “Book is a Book is a Book” (complimenti a LAC Lugano Arte e Cultura, oltre che alla compagnia): “Oggetto affascinante e misterioso, il libro ha in sé una natura quasi magica: un susseguirsi apparentemente semplice di fogli, cuciti insieme in forma di volume, possiede infatti la proprietà unica di aprire finestre su altri mondi, trasformandosi in una capsula che consente di viaggiare nel tempo e nello spazio”. Verissimo.

A me non si è spalancata la finestra della cucina con vista sul parco (la cui scala ricorda – davvero! – quella incisa diecimila anni fa su una rupe in Val Camonica), bensì una finestra nella memoria. Ho ripensato alla cena che Alberto Manguel mi ha offerto a Parigi.
Lucertole in cucina
Intanto note di violoncello come musica di sottofondo si alternano a rumori di traffico, la performance si fa viaggio di divagazioni, inducendo un poco di ansia nello spettatore quando ci si sofferma sul tema del “rewilding”. Immaginate che l’uomo scompaia dalla terra. Nel giro di secoli e poi millenni succederebbe questo e poi quello. Beh, le lucertole in cucina noi le abbiamo già ora, senza aspettare il crollo (l’ennesimo) della civiltà occidentale.
Anche a questo servono i libri, soprattutto quando li si apre e li si legge: a relativizzare, a raggiungere la consapevolezza che non c’è nulla di nuovo sotto il sole. E, nella mia copia di “Book is a Book is a Book” (titolo che rimanda al verso di Gertrude Stein: “Rose is a rose is a rose is a rose” (Una rosa è una rosa è una rosa), il segnalibro è rimasto, per voler mio, dove l’aveva lasciato lo spettatore che mi aveva preceduto.
- Alice: “Per quanto tempo è per sempre?”
- Bianconiglio: “A volte solo un secondo.”
Uno scambio sicuramente amato da Manguel. Così come la citazione dal nostro (mio, di Manguel e spero anche vostro) amato Borges. “Ts’ui Pên avrà detto qualche volta: «Mi ritiro a scrivere un libro». E qualche altra volta: «Mi ritiro a costruire un labirinto». Tutti pensarono a due opere; nessuno pensò che libro e labirinto fossero una cosa sola”.
Di libri e labirinti parlerò (ma soprattutto ascolterò) domani durante il primo BiblioDay organizzato dal gruppo “Amo La Biblio” a Mezzago (MB).
Saul Stucchi
Foto di Giulia Lenzi
Book is a Book is a Book
creazione: Trickster-pideazione, realizzazione: Cristina Galbiati e Ilija Luginbühl
dramaturg: Simona Gonella
collaborazione artistica: Yves Regenass
spazio sonoro: Zeno Gabaglio
editing, mixing: Lara Persia – Lemura Recording Studio
graphic design: Studio CCRZ
assistenza e illustrazioni: Arianna Bianconi
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Teatro Triennale Milanoviale Alemagna 6, Milano
Quando
Dal 3 al 6 giugno 2021Orari e prezzi
Orari: giovedì e venerdì 20.00sabato 17.30, 20.00
domenica 15.00, 17.30, 20.00
Durata: 1 ora
Biglietti: intero 16 €; ridotti 11/8 €
la performance è fruibile in italiano e in inglese (opzione da segnalare)