Nel suo quarto romanzo, Sotto la pelle (traduzione di Romana Petri per Voland), David Machado, uno degli scrittori più amati e giovani della letteratura portoghese contemporanea, si discosta dal romanzo convenzionale che gli è proprio, dividendo il romanzo in tre parti distinte – con le azioni che si svolgono a volte distanti tra loro; una voce narrante distinta per ciascuna di esse.

Raccontare il trauma che nasce dalla violenza, questo era l’intento dell’autore. Lo scrittore non sembra molto interessato alla violenza in sé. Di fatto non la racconta, ma si rivolge ai suoi effetti. Per questo nel libro si racconta come i personaggi si comportano «dopo», come cambia la propria percezione di sé e degli altri. Le persone toccate da un trauma finiscono il più delle volte a perdere la fiducia negli altri.
Nel primo racconto, Júlia non è qui (del 1994), si descrivono in modo dettagliato le ansie, i timori o i pensieri di una giovane donna. Con perizia quasi filologia. Ma Júlia non è come tutte le altre ragazze della sua età: è stata vittima, un anno prima, di una violenza fisica. Vive a casa dei genitori e il vuoto si è impossessato di lei dopo quanto accaduto.
Julia non è disillusa. E s’accorge presto che una coppia vicina all’edificio, in cui abita la ragazza, litiga violentemente davanti a Catarina, la figlia di quattro o cinque anni. La salvezza di questa bambina diventa parte del tentativo di Júlia di salvare se stessa. Per questo un giorno la prende e la porta con sé. «Il panico che infiamma il petto di Júlia viene da un altro luogo e il tocco del gomito della donna non è altro che un catalizzatore», «una sorta di portale verso un’altra dimensione che esiste da qualche parte dentro la ragazza».
Nel secondo racconto, intitolato Appunti per un romanzo su una ragazza che non sopporta di essere amata (2010), uno scrittore, Salomão, cerca di prendere alcuni appunti che gli permetterebbero di scrivere un romanzo sulla piccola Catarina, portata via da Júlia anni prima. Scopo dello scrittore è dare a Catarina “sulla carta” una vita felice che non ha avuto. Una vita senza il peso del passato dolente.
Come le cassette fanno Manuel (2017), è il terzo racconto, che a differenza degli altri ha in sé un po’ di speranza. La voce narrante è quella di un ragazzino di undici anni, Manuel, figlio della Júlia del primo racconto. Il ragazzino cerca di aiutare la madre a superare il trauma. Ascolta ma non mette in pratica quanto la madre gli dice sugli estranei («quando siamo amici di qualcuno, finiamo per fidarci troppo di quella persona e smettiamo di essere vigili ed è come andare in battaglia con un bersaglio dipinto sulla fronte»).
David Machado sceglie il tema del trauma per il suo romanzo e da questo evento cerca di capire attraverso la scrittura come tutto cambia. E come la memoria conserva «sotto la pelle» il dolore, e come questo finisce per compromettere il rapporto con gli altri.
Machado racconta attraverso queste storie come gli uomini cercano di superare il dolore del ricordo: dimenticando, diventando loro stessi violenti, perché i traumi rimangono immagazzinato nel corpo ed è come se ciò che è stato vissuto non smettesse mai di accadere. Sotto la pelle racconta di uomini e donne in crisi, che si muovono in paesaggi emotivi ispidi e malevoli. Cosa che rende il romanzo di Machado doloroso e impietoso. Ma necessario.
Claudio Cherin
David Machado
Sotto la pelle
Traduzione di Romana Petri
Voland
Collana Intrecci
2024, 292 pagine
20 €