Difficile, anzi impossibile, stabilire chi dei due sia più bravo tra Franco Branciaroli e Umberto Orsini (in rigoroso ordine alfabetico). E a ben vedere poco importa. A contare è il risultato dello spettacolo “Pour un oui ou pour un non” (Per un sì o per un no), in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano da martedì 11 a domenica 30 gennaio.

Pier Luigi Pizzi firma la regia di questo allestimento della commedia di Nathalie Sarraute (testo che compie giusto quarant’anni, essendo stato pubblicato nel 1982) che ha proprio nella magistrale interpretazione dei due mattatori il suo principale punto di forza. A dire il vero non solo la regia, ma anche i costumi (sobri) e la bella scena: una sala sul cui fondo si stagliano tre grandi librerie colme di volumi completamente bianchi.
Seduto in poltrona mi sono subito domandato il motivo di questa scelta. Me ne sono dati due: per non sviare l’attenzione degli spettatori bibliofili, come il sottoscritto, che rischierebbero di sprecare i 70 minuti – senza intervallo – in cui corre via lo spettacolo a tentare di decifrare i titoli sulle coste dei libri. Oppure per concentrare nel serrato dialogo con cui i due personaggi comunicano tutte le parole del loro mondo: fuori dal dialogo non possono essercene. Le parole, infatti, sono le vere protagoniste della commedia (dolceamara), insieme agli altrettanto eloquenti silenzi.
Intonazioni e gesti
Da cosa è stato causato l’allontanamento tra i due vecchi amici? Quello interpretato da Branciaroli è andato a casa dell’altro proprio per scoprirlo. Fa non poca fatica a spremere dall’amico le prime ammissioni che qualcosa non va nel loro rapporto, dopo aver abbattuto diverse barriere fatte di “niente!”. Ma quando, finalmente, ottiene quella che dovrebbe essere una confessione, ne è talmente stupito che crede sia uno scherzo oppure un sogno.

Non voglio rivelare la causa del dissapore, il motore primo di questo chiarimento che pare – agli spettatori quanto ai personaggi stessi – ingarbugliare le cose piuttosto che scioglierle. Posso invece dire che gli attori sono bravissimi a moltiplicare i significati delle parole giocando su intonazioni, sospensioni, sguardi, gesti, ammiccamenti e reticenze.
Anche la coreografia dei movimenti è studiata per “parlare” al pubblico. I due, infatti, stanno vicini solo per pochi istanti, poi – come elettroni che si respingono – girano per il soggiorno, sedendosi ora su una poltrona, ora sul divano o su una sedia, ma separati. E poi c’è Verlaine, ma dovrete scoprire a teatro il suo ruolo, o meglio, quello delle sue parole.
“In effetti ci sono dei rapporti che sono così…”, ho sentito che diceva la mia vicina di posto alla sua amica, mentre uscivano dalla sala. “Si chiamano matrimoni…”, avrei voluto risponderle.
Saul Stucchi
Foto di Amati Bacciardi
Pour un oui ou pour un non
(Per un sì o per un no)
di Nathalie Sarrauteregia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
con Umberto Orsini e Franco Branciaroli
una produzione Compagnia Orsini e Teatro de Gli Incamminati
in collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Piccolo Teatro GrassiVia Rovello 2, Milano
Quando
Dall’11 al 30 gennaio 2022Orari e prezzi
Orari: martedì, giovedì e sabato 19.30mercoledì e venerdì 20.30
domenica 16.00
Lunedì riposo
Durata: 70 minuti senza intervallo
Biglietti: intero platea 33 €; intero balconata 26 €