Compito di un teatro d’opera non è solo quello di proporre i grandi classici conosciuti a tutti (anche solo per nome), né quello di produrre nuovi lavori. Nella sua attività deve anche impegnarsi – se vuole rimanere un faro nel panorama culturale – nella riproposizione di opere poco note o sfortunate. Apparteneva a quest’ultima categoria “Gloriana” di Benjamin Britten ma il tempo passato del verbo sta a indicare che il Teatro Real di Madrid ha compiuto l’impresa che si era prefisso: riportare “Gloriana” al posto che le spetta nel repertorio operistico mondiale.
La prima fu un fiasco
Gravava infatti sull’opera, come un peccato originale, il clamoroso insuccesso del debutto. L’opera in tre atti, con libretto di William Plomer basato sul romanzo “Elizabeth and Essex: A Tragic History” di Lytton Strachey (1928), fu composta da Britten su commissione reale in occasione dell’ascesa al trono di Elisabetta II come regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.
Venne rappresentata per la prima volta alla Royal Opera House di Londra l’8 giugno 1953 nel corso delle celebrazioni per l’incoronazione della sovrana. Protagonista è però Elisabetta I, regina d’Inghilterra e d’Irlanda, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, la Regina Vergine, ultima regnante della dinastia Tudor, salutata come Gloriana dalle sue truppe vittoriose.
Quella in cartellone fino al 24 aprile è una nuova produzione del Teatro Real in coproduzione con la English National Opera di Londra e la Vlaamse Opera (l’Opera Fiamminga) di Anversa. La direzione musicale è affidata allo spumeggiante Ivor Bolton, quella di scena invece porta la firma dell’ottimo David McVicar.
Grande prova d’insieme
Sontuosi i costumi di Brigitte Reiffenstuel, spettacolare la scenografia disegnata da Robert Jones, mentre le scene sono perfettamente illuminate da Adam Silverman. Autore della bella coreografia è Colm Seery, mentre il coro del Teatro Real è diretto da Andrés Máspero e quello dei piccoli cantori da Ana González. Tutti all’altezza di questa prova ambiziosa quanto necessaria la riabilitazione di “Gloriana”.
Scrive il direttore artistico del Teatro Real Joan Matabosch nel libretto di sala:
A questo punto, è giunta l’ora di dimenticarci delle circostanze della commissione e del debutto per valutare questa meravigliosa partitura per quello che è: una delle grandi opere di Benjamin Britten.
Sul palcoscenico si alternano due reparti, capitanati rispettivamente da Anna Caterina Antonacci e Alexandra Deshorties nei panni della regina Elisabetta I, e da Leonardo Capalbo e David Butt Philip nel ruolo di Robert Devereux, II conte di Essex, favorito della sovrana e poi sua vittima.
Ho avuto la fortuna di assistere a rappresentazioni con entrambi i reparti. Nel caso della prima, lo scorso 12 aprile, ero seduto in primissima fila, alle spalle del direttore d’orchestra, tanto che potevo leggerne lo spartito. Da vicino Bolton è uno spettacolo nello spettacolo!
La seconda volta, invece, avevo posto in un palco del secondo piano. Ho così potuto godermi “Gloriana” da due prospettive diverse, ricavandone emozioni differenti, anche solo per la percezione dei suoni. E sorprendentemente, almeno per me, ho apprezzato meglio orchestra e coro dal palco che dalla platea.
Non ho le competenze per giudicare le prove dei cantanti. Mi limito a qualche osservazione personale: l’atteggiamento della Antonacci mi è parso più regale e migliore la sua pronuncia dell’inglese. La Desorthies si muove più come una modella che come una regina, ma la sua voce mi è sembrata più chiara e potente. Devo anche dire che da una posizione più elevata ho visto meglio le evoluzioni della coreografia, gustando in particolare il ballo in costumi neri.
Una donna divisa tra amore e regno
Amore e ragione di stato, libertà e potere della musica, giovinezza e scorrere inesorabile del tempo, la volubilità del favore popolare (“Gloriana hath all our love”; poi le cose cambieranno…) sono i temi che si intrecciano in “Gloriana”. Il motivo della felicità possibile solo in un altro tempo e in un altro luogo è centrale, splendidamente esemplificato dalla canzone al liuto di Essex (“Happy were he!”).
Elisabetta è una donna di temperamento, ma sola. Centro del sistema solare del regno, brucia chi troppo le si avvicina. Mettendo l’anello dell’incoronazione si è sposata con l’Inghilterra e tra il regno ed Essex non avrà esitazione a scegliere il primo. Nella scena dell’irruzione del conte di ritorno dall’infruttuosa campagna irlandese la sovrana gli appare vecchia e in vestaglia, nuda nel senso di priva dei simboli e degli orpelli (ma anche schermi) del potere.
Donna, ma prima di tutto e su tutto regina, Elisabetta è consapevole del ruolo che deve recitare:
Hearken, it is the prince who speaks
A prince is set upon a stage
Alone, in sight of all the world
Quanto Shakespeare c’è in questa affermazione che sa di confessione!
A questa storia di regine ben si addice di chiudersi con una curiosità legata a un’altra regina: al Museo Thyssen Bornemisza è in corso la mostra “Sorolla y la moda”. Tra le opere più belle si segnala la tela intitolata “La reina Victoria Eugenia en el palco del Teatro Real”. Data al 1918, quando il Teatro Real compiva i suoi primi cento anni. Oggi festeggia il secondo secolo. ¡Larga vida al Teatro Real!
Saul Stucchi
Foto Javier del Real | Teatro Real
Didascalie:
- Due scene dell’opera
- Anna Caterina Antonacci (Elisabetta I) e Leonardo Capalbio (Robert Devereux)
Dal 12 al 24 aprile 2018
Gloriana
-
- di Benjamin Britten
- libretto di William Plomer
- Direzione musicale: Ivor Bolton
- Direzione di scena: David McVicar
- Scenografia: Robert Jones
- Costumi: Brigitte Reiffenstuel
- Luci: Adam Silverman
- Coreografia: Colm Seery
- Direzione del coro: Andrés Máspero
- Direzione del coro di bambini: Ana González
- Regina Elisabetta I: Anna Caterina Antonacci (12, 14, 16, 18, 22, 24)
Alexandra Deshorties (13, 17, 23) - Robert Devereux, conte di Essex: Leonardo Capalbo (12, 14, 16, 18, 22, 24)
David Butt Philip (13, 17, 23) - Frances, contessa di Essex: Paula Murrihy (12, 14, 16, 17, 22, 24)
Hanna Hipp (13, 18, 23) - Charles Blount, Lord Mountjoy: Duncan Rock (12, 14, 16, 18, 22, 24)
Gabriel Bermúdez (13, 17, 23) - Penelope, Lady Rich: Sophie Bevan (12, 14, 16, 18, 22, 24)
Maria Miró (13, 17, 23) - Sir Robert Cecil: Leigh Melrose (12, 14, 16, 18, 22, 24)
Charles Rice (13, 17, 23) - Sir Walter Raleigh: David Soar (12, 14, 16, 18, 22, 24)
David Steffens (13, 17, 23) - Henry Cuffe: Benedict Nelson
- Una dama di compagnia: Elena Copons
- Un cantante di ballate cieco: James Creswell
- Il notaio di Norwich: Scott Wilde
- Una domestica: Itxaro Mentxaka
- Lo spirito della maschera: Sam Furness
- Il maestro di cerimonie: Gerardo López
- Il banditore: Àlex Sanmartí
TEATRO REAL
Plaza de Isabel II
Madrid
Informazioni:
www.teatro-real.com