Noi e la morte di Stella ‒ oggi riproposto da L’Orma Editore (con la traduzione di Eusebio Trabucchi) ‒ è un breve racconto dell’austriaca Marlen Haushofer che narra il grido di una donna. Lucido e spietato verso se stessa, le proprie colpe, il mondo che la circonda.
Anna, la donna che scrive e racconta la storia in prima persona, non lo fa per chiedere perdono, né per liberarsi la coscienza o per spiegare a se stessa cosa sia accaduto a Stella. Stella è una ragazza che è andata a stare da Anna e la sua famiglia, per seguire un corso.
Richard, il marito di Anna, è un dongiovanni abile e senza scrupoli, è riuscito a farsi amare dalla ragazza e poi l’ha lasciata. E la ragazza è finita sotto un camion. Anche se tutti vogliono vedere in questo un incidente, si capisce presto che non lo è stato. Stella, in realtà, si è deliberatamente tolta la vita. Come se non ne potesse più.
Stella non ha avuto una vita facile. Nessuno l’ha amata: la perdita del padre, il rifiuto della madre di donare l’affetto che meritava, l’ha portata a cedere alle lusinghe di Richard, l’unico che si è dimostrato gentile con lei.
La stessa Anna non esita a dire che non ha fatto quello che avrebbe dovuto: difenderla o sostenerla durante la seduzione di Richard. Gli uomini, in questo piccolo mondo, che la Haushofer rappresenta in modo molto chiaro, hanno un potere che limita e costringe le donne a cedere. Non possono liberarsi dalle loro angherie. Devono sopportare e aspettare, e non si possono opporre.
Proprio perché sono oppresse e limitate, le donne, non possono fare altro che guardare altrove, come ha fatto Anna nei confronti di Stella. Per la madre, Stella è stata un peso, per Anna è una ferita. Che le ricorda i tradimenti del marito. E il fatto che non può far nulla per prendere le redini della sua vita.
Stella è giovane, è l’anello debole e su di lei le altre donne ‒ la madre e Anna ‒ rivolgono una violenza impercettibile. Anna e suo marito, e i figli, soprattutto il figlio maggiore Wolfgang, conoscono la disperazione di Stella.
Anna, dopo aver saputo della morte di Stella vorrebbe riprendere le vecchie abitudini, guardare il giardino dalla finestra, accudire i figli, dormire con il marito che le tiene una mano sulla spalla, ogni notte quando torna, nonostante abbia passato la serata con una dalle sue tante amanti. Ma non può.
Anna sa, forse, che il silenzio o l’accettazione passiva del rapporto con il marito, le piccole felicità con la figlia, o la confidenza di suo figlio Wolfgang, non possono lenire il dolore e il rancore che nutre nei confronti del mondo e della vita.
La morte di Stella ha smascherato quel mondo occultato dal silenzio, nel quale ha vissuto in uno stato di dolore soffocante. Dopo Stella nulla può essere lo stesso. Perché quella violenza invisibile ‒ che circonda Anna e tutte le altre donne ‒ si è manifestata in modo chiaro e ha sconvolto il suo (di Anna) modo di vivere e di essere.
Anna sa che c’è qualcosa di esagerato (e anche un po’ malato) nel suo attaccamento al figlio, ormai adolescente. Come sa che il distacco, la separazione, che si è creata tra lei e il figlio, ci sarebbero stati anche se Stella non fosse mai arrivata da loro, non avesse mai avuto una relazione con suo marito, non si fosse buttata sotto un camion. Ma non può fare altro. Ogni cosa le è preclusa, come ci fosse un muro invisibile e trasparente che non le permette di andare oltre.
Dimenticata sia dal pubblico che dalla critica fino agli anni Ottanta, la Haushofer iniziò la sua carriera di scrittrice nel 1946. Scrisse racconti per alcune riviste letterarie austriache e nel 1952 ottenne il successo grazie a Il quinto anno e, poi, nel 1963 consolidò, con La parete, il suo ruolo di scrittrice.
Nel 2012 e nel 2016 Julian Pölsler ha tratto da La parete e da Noi e la morte di Stella due film. Oggi la Haushofer continua ad avere un ruolo di primo piano nella letteratura, perché, nelle sue opere, ha saputo descrivere il ruolo della donna all’interno di una società maschilista.
Claudio Cherin
Marlen Haushofer
Noi e la morte di Stella
Traduzione di Eusebio Trabucchi
L’Orma Editore
2024, 96 pagine
15 €